Molto applaudita l’Ucraina a cui va la solidarietà del pubblico per la vicenda della Crimea, la Russia non è presente ma non crediamo che avrebbe ricevuto altrettanto sostegno.
Il favorito Aram Mp3 viene fischiato per le sue recenti dichiarazioni interpretate come omofobiche. Lui cerca di chiarire con la platea spiegando che è un attore e la sua era solo una battuta, ma l’impressione è che qualcosa si sia incrinato e che il favorito rischi di entrare papa e uscire cardinale.
Dal vivo sembra l’anno delle grandi voci: la britannica Molly, il belga Axel, la rumena Paula (in coppia con OVI) o la spagnola Ruth ne fanno grande sfoggio e gli applausi scrosciano, ma anche brani più sussurrati come quelli di Norvegia, Montenegro o dei padroni di casa olandesi vengono molto apprezzati.
Curioso l’omaggio dei lettoni Aarzemnieki al pubblico di casa con quello che viene presentato quasi come un secondo inno nazionale dei Paesi Bassi ma in realtà è la cover olandese di “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli, portata a un enorme successo negli anni novanta da Marco Borsato
Se ci fosse stato l’applausometro la serata sarebbe stata sicuramente vinta da Conchita Wurst, sepolta da applausi che l’hanno commossa fino alle lacrime.