Siamo di nuovo qui!
Stanno passando le immagini del Primafestival, ma noi non vediamo l’ora di ascoltare le canzoni di stasera. C’è molta carne al fuoco: la prima serata dei giovani e la seconda dei big. Saremo distratti dalla musica, fatto sta che non prestiamo grande attenzione al preliminare. Non che non la meriti, ma siamo davvero troppo impazienti!
Sono le 20,50 e, come promesso, i giovani entrano subito in scena, presentati tutti insieme da Carlo Conti, che lancia anche il televoto, cosa possibile in quanto le canzoni sono già note da settimane. Si esibisce per prima Marianne Mirage, con “Le canzoni fanno male”, che porta anche la firma di Francesco Bianconi dei Baustelle. L’inizio richiama la classica “Bang bang”, ma lo stile Baustelle si sente, nel ritornello che sembra quasi girare vorticoso catturando chi ascolta. La voce di Marianne non è certo virtuosistica, ma si adatta perfettamente al genere. Un brano moderno e radiofornico senza essere troppo pop.
Il secondo a cantare è il “pratesaccio” Francesco Guasti, che quest’anno è in gara dopo la delusione di dodici mesi fa. E’ curioso il contrasto fra il suo aspetto “alternativo” e un brano piuttosto classico come “Universo”. L’insieme è comunque coinvolgente, e l’interpretazione a tratti urlata, a tratti quasi soffiata dà alla canzone un tocco di originalità.
Ecco poi a noi Braschi, con “Nel mare ci sono i coccodrilli” (niente a che vedere con il libro di Fabio Geda, pare). Non si tratta certo di un brano melodico, ma di una canzone basata essenzialmente sul testo e sull’interpretazione rabbiosa e quasi “tirata in faccia” a chi ascolta. Si parla di sbarchi e immigrazione (vedere recenti polemiche di sapore politico), ma in realtà il testo si presta a varie interpretazioni anche diverse fra di loro.
Di altro tenore la canzone di Leonardo Lamacchia, un pezzo cantautorale dolce e leggero, che scorre lungo un crescendo emozionale. Il titolo è “Ciò che resta”, ed è una pura, semplice canzone d’amore (da notare che l’autore è Mauro Lusini, quello di “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” e di “Questo amore”, Eurovision 1978), ma interpretata con tale pathos e convinzione da inchiodare l’ascoltatore. Davvero questi primi quattro giovani meritano i nostri applausi, e non sarà per niente facile eliminarne due.
Purtroppo, ci sono cose che vanno fatte. Braschi e Marianne Mirage finiscono qui il loro Sanremo 2017.
La serata vera e propria si apre con l’esibizione dell’illusionista Hiroki Hara. Dopo di lui inizia la gara dei big con Bianca Atzei e “Ora esisti solo tu”. Quest’anno pare che il trend sia quello delle canzoni che iniziano in tono molto basso, quasi parlate, sussurrate. Bianca conferma il suo stile piuttosto rètro: sembra di tornare indietro a un Sanremo degli anni 60-70, ma con una voce indubbiamente più moderna. Non è necessariamente un male.
Direttamente da Firenze, arriva Marco Masini. Fra gli autori della sua “Spostato di un secondo” figura Zibba. Bel brano di classe che si stacca leggermente dallo stile di Marco, creando un curioso contrasto con la sua vocalità che rimane quella classica dei suoi soliti brani. Bellissimo arrangiamento. Un Masini che stupisce e si rinnova, e che vedremmo bene nelle parti alte della classifica.
Siparietto di Francesco Totti che introduce il duetto Nesli-Alice Paba. “Ti do retta a te”, dice Totti, ma togliete il “Ti”. Brano che parte subito in quarta, con ritmo cadenzato, e diventa più cantabile nel ritornello. Il tutto è essenzialmente basato sul contrasto fra il rap di Nesli e la voce acuta e ancora un poco acerba di Alice. Il tutto funziona, e probabilmente il pezzo si sentirà molto in radio.
Ecco a voi uno dei più amati dagli eurofans, Sergio Sylvestre, accolto da un’ovazione del pubblico in sala. “Con te” porta la firma anche di Giorgia. La voce è soul, particolarmente bella nei toni bassi. Il brano è tradizionale, ma impreziosito dall’apparizione del coro finale. E’ un papabile candidato per la vittoria.
Altro siparietto: stavolta è il Signor Salvatore Nicotra, che non ha mai fatto un’assenza in tutta la sua carriera lavorativa. Dopo di lui arriva Gigi D’Alessio. Non si siede al pianoforte, ma si posiziona semplicemente davanti al microfono per interpretare “La prima stella”, una canzone dedicata alla madre. Molto classica, con echi che ricordano vagamente qualche brano di Renato Zero. Ci sembra leggermente al di sopra del suo standard.
Torna Totti, per presentare Michele Bravi, e “Il diario degli errori” lo inizia lui, visto che pronuncia Cheope quasi come se fosse Chopin e Compagnoli invece di Campagnoli. L’inizio della canzone ricorda moltissimo “L’amore” dei Sonhora, ma il brano non ha lo stesso sviluppo e la stessa apertura. La voce fra il nasale e il soffiato di Michele ci sembra ancora acerba, anche se la volontà si sente tutta.
Paola Turci, fra l’elegante e il sexy, propone “Fatti bella per te”. Inizio già sentito (“Save a prayer” dei Duran Duran?) Testo interessante e originale, ma forse non molto musicale. Del resto, il brano non è molto melodico, piuttosto deciso e grintoso. Non è un pezzo di facile presa, anche se ha un bell’arrangiamento.
Dopo l’esibizione del superospite Robbie Williams con “I love my life” e tanto di bacio alla De Filippi, arriva Francesco Gabbani con la sua scimmia. Vestito non a caso di arancione, ci propone “Occidentali’s karma”, un corollario di luoghi comuni su filosofie alternative e modernità. Ironico e orecchiabile, andrà benissimo in radio anche se non è trascinante come “Amen”.
E’ di nuovo la volta di un ospite, stavolta si tratta di Giorgia. Interpreta il suo ultimo brano “Vanità”. Dopo una breve intervista, ci regala anche un medley con “E poi”, “Come saprei” e “Di sole e d’azzurro”.
Il prossimo a cantare è Michele Zarrillo, e, come Masini, anche lui stupisce. Non solo per l’ottima forma riacquistata che ci apre il cuore, ma anche per la variazione di stile e la ritrovata modernità di “Mani nelle mani”, che è ritmato e non indulge a facili romanticismi da cassetta. Sembra sulla strada di tornare lo Zarrillo dei primi tempi!
Ancora un siparietto: Keanu Reeves che suona anche la chitarra elettrica. Come al solito: niente contro di lui, ma questi ospiti estranei alla canzone non ci sembrano esattamente necessari.
Chiara, con “Nessun posto è casa mia”, interpreta una ballata che sembra quasi portare vaghi echi country, impressione che viene accentuata dal taglio del vestito, in curioso contrasto con la sensualità delle trasparenze. Un brano pregiato, ma difficile da assorbire al primo ascolto.
Si chiude con la seconda coppia inedita, Raige e Giulia Luzi. Anche qui c’è la firma di Zibba. Bel brano moderno con inserti rap declamati con voce sensuale, ottimo arrangiamento, buone voci. L’unica cosa che cambieremmo è il vestito della Luzi, molto bello ma secondo noi non intonato al brano: qualcosa di più aggressivo avrebbe giovato.
Dopo questa ultima esibizione, ci prepariamo a una sequela di ospiti e affini per almeno tre quarti d’ora: affrontiamoli, in attesa dei risultati.
Alle 00,45 arrivano i risultati: Nesli e Alice Paba, Bianca Atzei e Raige e Giulia Luzi sono a rischio eliminazione.