Ancora un po’, e gli daranno anche la cittadinanza italiana. Stiamo parlando di Sergio Dalma, un grande della canzone spagnola, rappresentante del suo Paese proprio nel 1991 a Roma, con “Bailar pegados”. Da allora, Sergio ne ha fatta, di strada, fino a diventare uno dei massimi esponenti della musica leggera iberica, idolatrato ancora oggi da schiere di ragazzine, oltre che dalle loro mamme.
Sergio, però, pur essendo inequivocabilmente spagnolo (catalano, a volere essere precisi), è innamorato pazzo dell’Italia, tanto da essere arrivato al terzo album di cover di celebri canzoni italiane, intitolato, ovviamente, “Via Dalma III”. Come i precedenti, “Via Dalma” e “Via Dalma II”, anche questo terzo lavoro è stato registrato a Milano. Uscito il 6 Ottobre scorso, è disponibile anche in edizione limitata da veri fan, autografato in originale e abbinato a un piccolo calendario 2018 con foto dell’artista.
La scelta assolutamente non banale delle canzoni testimonia la conoscenza per niente superficiale e il vero amore che Sergio ha per la musica italiana. Se piuttosto facile appare la scelta di “Ci vorrebbe un amico” (“Necesito un amigo”), “Io che non vivo senza te” (“Yo que no vivo sin ti”), “Sarà perché ti amo” (“Sera porque te amo”) e “Volare”(anche se bisogna notare che Sergio, diversamente da quasi tutti coloro che l’hanno reinterpretata fino a ora, conserva anche la seconda strofa, e non è un dettaglio di poco conto), meno scontati appaiono brani come “Questo amore non si tocca” di Gianni Bella (“Este amor no se toca”).
Sono presenti ben due canzoni di Drupi, cantautore amatissimo negli anni Settanta ma non molto ricordato oggi: “Piccola e fragile” (“Pequeña y fragil”) e quella “Vado via” che, con l’ultimo posto a Sanremo, segnò l’inizio della carriera del suo autore e interprete; in questo secondo caso, il titolo è stato lasciato in italiano. Due sono anche i pezzi di Toto Cutugno, non esattamente fra i più celebri: “Amores” (“Gli amori”) e “Mía” (“Donna, donna mia”). Interessante la scelta di un pezzo di Lucio Dalla sicuramente non conosciutissimo come “Tutta la vita”, che diventa “Toda la vida”. Attenzione al brano di Nicola Di Bari: “Trotamundos” non è, infatti, come verrebbe da pensare, la cover di “Vagabondo”, ma di “Giramondo”.
Il singolo di punta dell’album è “Solo tu” dei Matia Bazar (“Solo tú”). Dall’ascolto dei brani, notiamo che la voce di Sergio si è leggermente addolcita, senza perdere quel suo fascino graffiante, ma sicuramente diventando più fluida, più morbida. Belli gli arrangiamenti, per così dire, “ripuliti”, che non si limitano a fare da “midi” per l’interpretazione di Sergio ma, in qualche modo, svecchiano i brani, togliendo loro quella leggera patina vintage che rischierebbe di farli apparire scontati ed eccessivamente nazionalpopolari. Al contrario, questo è un disco fresco e attuale, pur senza grandi innovazioni ma restando nell’ambito del tranquillo, rassicurante pop.
Insomma, un disco sicuramente da consigliare a tutti gli eurofans. Se ne volete un aperitivo, ecco a voi “Solo tú”.