
Sin dalla sua prima apparizione nel contesto europeo dei concorsi musicali, San Marino si è adoperata per essere riconosciuta come una nazione eurovisiva a tutti gli effetti. Consolidata ormai la partecipazione al principale concorso EBU, l’Eurovision Song Contest, la piccola Repubblica ha avuto modo di confrontarsi con gli altri ben più grandi paesi europei allo Junior Eurovision e allo Eurovision Young Musicians. E proprio a questo riguardo, abbiamo chiesto alla San Marino RTV degli aggiornamenti sul concorso, e in generale, sulla loro visione per il futuro.
A risponderci è l’ormai storico capo delegazione del più piccolo broadcaster d’Europa, Alessandro Capicchioni.
Eurovision Young Musicians, San Marino ritorna e ci fa molto piacere. Chi sarà il musicista scelto questa volta?
Innanzitutto grazie per lo ‘storico’, mi devo preoccupare? È un messaggio subliminale? Cambiare lavoro? A parte gli scherzi, grazie per questo vostro interessamento che mostra quanto siano vicini Italia e San Marino, anche a livello di fan club. A questo proposito sarebbe bello se ci deste una mano ad aprirne uno tutto nostro a San Marino. Però dovrà essere… internazionale!

Allora vi do subito un’esclusiva: allo Young Musicians ci andrà di nuovo Francesco Stefanelli. Quel ragazzo non fa altro che crescere e visto che è stata innalzata l’età massima per partecipare al concorso abbiamo pensato di approfittarne e rimandarlo a suonare coi ‘grandi’ d’Europa. Se lo merita. Questo vuole essere anche un riconoscimento all’Istituto Musicale Sammarinese, la scuola dove Francesco ha studiato
e si è diplomato, ed io stesso insegnato per qualche anno, per l’ottimo lavoro che sta svolgendo da anni e a tutti i livelli scolastici, da musica giocando alla formazione di concertisti.
Torniamo al concorso dei grandi, qual’è il vostro giudizio sulla selezione internazionale?
Siamo molto contenti, davvero. Ci sono cose che vorremmo poter migliorare, sia dettagli che aspetti sostanziali del concorso, però diciamo la sostanza c’è. Quello che non mi è piaciuto è stato il cambio di metodo di scelta dell’artista in corso d’opera e la necessità di associare il crowdfunding con il voto all’artista. Sapevamo che non sarebbe piaciuto a tutti, ma la produzione ne aveva estremamente bisogno per poter produrre i pezzi e non ce la siamo sentita di dire di no. Del resto, l’Eurovision è un gioco molto costoso e quando si esce dalla logica del finanziamento pubblico, e cioè quello che succede nei medi e grandi network, si va incontro a scelte molto molto esose. La qualità, però, non è mai stata messa in discussione e di questo bisogna darne merito alla 1 in 360.
Alla fine ha vinto non la favorita, Sara De Blue, ma Jessika con in featuring Jenifer Brening.
Sara sarebbe stata sicuramente una scelta comoda, in linea con gli standard eurovisivi, lo sappiamo. Abbiamo voluto portare un pezzo e una voce più pop, più mainstream anche se non necessariamente eurovisiva. Con anche il tocco rap, che non è nuovo all’ESC ma di cui non tutti ne hanno il coraggio.
A proposito di rap, Irol ha rinunciato sul più bello…
Sì, e ci è dispiaciuto molto. Avevamo tutto: una selezione mondiale con iscritti da 79 paesi, un ottimo format TV e un sammarinese in finale. Ma non ha voluto sentire ragioni e allora abbiamo chiamato Jenifer, che si è dimostrata di una versatilità straordinaria. Siamo come quell’allenatore che porta la squadra fino all’area avversaria: se poi l’attaccante non fa goal, comunque il suo dovere lo ha fatto.
Lo rifarete anche l’anno prossimo?
Lo sapevo che volevi arrivare lì. Ebbene, no…n lo sappiamo. Vedremo il 13 maggio come sarà andata. Ci sono molti che rivorrebbero vedere i nostri partecipanti del passato.
Ti riferisci a Valentina?
A Valentina ma non solo, praticamente c’è un gruppo di fans per ognuno dei nostri partecipanti. Ci scrivono anche per i Miodio, che non esistono più da anni. E lo dico con rammarico, grande gruppo, molto sottovalutato a Belgrado 2008.
Visto che ne hai parlato, e visto che la notizia di oggi è proprio il ritorno di un artista sammarinese ad un concorso eurovisivo, come vedreste il ritorno dei concorrenti precedenti? Ci fai un excursus? Un parere personale, non della TV, ovvio, capiamo il contesto.
Dall’inizio?
Miodio. Se fossero ancora insieme sì, molto bravi, bei musicisti e bella musica. Per niente eurovisiva magari ma anche l’Eurovision è cambiato dal 2008. Certo non con la produzione di quel tempo: noi eravamo dei novellini e sarebbero stati loro in teoria quelli che avrebbero dovuto guidarci, ma non fu così. Detto questo, un’esperienza straordinaria, che porto ancora dentro di me.
Senhit. Eh sì, a Düsseldorf fu bello. È mancata solo lei durante il live, il resto c’era tutto. Un bellissimo progetto di Eddy Anselmi, collaborazione fantastica e bella produzione. Personalmente la rivorrei in gara, così potrebbe rifarsi di quel 10 maggio 2011.
Valentina. Beh, abbiamo ancora davvero bisogno di Valentina Monetta all’Eurovision??!! Sì!!!

Anita & Michele. Anita non credo abbia continuato la carriera di cantante mentre non sento Michele da un po’. Se ha continuato a crescere come tra il 2013 e il 2015, i suoi anni eurovisivi, adesso sarà diventato anche meglio di Michael Jackson! Ma non con quella produzione, le persone si giudicano dai fatti e Antonello Carozza non ha fatto seguire alle parole i fatti, appunto. Per cui no.
Serhat. Sì. Vale quasi il discorso di Senhit. Una grande idea sbriciolatasi sul divenire. Un affanno continuo, sin da Gennaio. E sì che c’erano tutti i presupposti per fare bene. La madre di tutti gli errori fu la scelta di affidare la direzione artistica a Thierry Mugler. Un video disastroso che ci ha ‘costretto’ a cambiare l’arrangiamento del pezzo. Anche se non tutti in delegazione erano d’accordo. Io e Marco Vannuzzi per esempio no, avremmo tenuto la versione più orchestrale. Ma poi è arrivato un forte suggerimento da Sony Scandinavia e ci siamo cascati. Quanto è difficile scegliere, davvero. Poi altro disastro con gli svedesi per gli ologrammi. O con gli inglesi che ci hanno prodotto il video per la proiezione oleografica. Ancora non abbiamo capito se furono gli svedesi a sovrastimare la potenza dei proiettori o gli inglesi a fare un video sottodimensionato per qualità. Fatto sta che dopo la prima dress rehearsal ci hanno mostrato quella roba, sembrava un filmato di Starsky e Hutch, avete presente quel colore anni 80? Ci siamo guardati negli occhi e ovviamente abbiamo detto no, quella roba non la vogliamo. E la sera giù a tagliare i palchetti per farci stare la nuova coreografia! Mamma mia! Viva Serhat.
Jimmie Wilson. Ma era bravo perché c’era Valentina o era bravo perché era bravo? Devo ammettere, l’edizione più opaca degli ultimi anni. Quella che non rifarei. Entrambi meritavano di più, ma forse non insieme, alla fine non si prendevano e si è visto sul palco. Forse anche lui merita un’altra chance.
E adesso? Come andrà Lisbona?
Ah! A me lo chiedi? Andrà bene se le ragazze vivranno bene l’esperienza, che rimarrà unica nella loro vita, se si divertiranno sul palco e se accetteranno il risultato, qualsiasi esso sia. Come facciamo noi ogni volta. Perché questo è l’Eurovision.