Ci occupiamo, oggi, di un argomento che potrebbe sembrare “fuori tema” rispetto ai soliti articoli del nostro sito, ma ci piace segnalare un progetto molto particolare che coinvolge un artista eurovisivo. Ricorderete senz’altro Peter Nalitch, che, insieme ai suoi “friends” e al brano “Lost and forgotten” ha rappresentato la Russia a Oslo nel 2010.
Proprio il 17 Luglio scorso, in occasione del centenario della strage dei Romanov, Nalitch ha pubblicato “Romanovs lullaby”, una canzone e un video di rarefatta bellezza, che fanno parte di un ampio progetto di divulgazione storica. Vale la pena, innanzitutto, di ricordare il triste episodio che ha segnato la storia russa e turbato il mondo intero: la strage di una famiglia nobile e, sicuramente, scomoda, ma composta per lo più da bambini, innocenti e inconsapevoli, che vennero barbaramente trucidati per il solo fatto di appartenere a quella casata.
Dopo la Rivoluzione di Ottobre del 1917, in Russia vi fu una violenta escalation di omicidi perpetrati dal nuovo potere sovietico ai danni della famiglia reale. Il più tristemente famoso è, per l’appunto, la strage dei Romanov, avvenuta il 17 Luglio 1918 nella Casa Ipat’ev, dove il deposto Zar Nikolaj era detenuto insieme alla moglie Aleksandra e ai loro cinque figli, tutti fra i 10 e i 20 anni. Da tempo preda delle angherie dei loro custodi, erano ormai del tutto impotenti, e alcuni di loro anche in precarie condizioni di salute. Fu il rivoluzionario Jakov Michajlovič Jurovskij a dirigere personalmente la loro uccisione, mascherandola da necessario trasferimento. L’esecuzione fu lunga e barbara, non lesinando atroci sofferenze a tutti i membri della famiglia, che, se mai colpe avevano avuto in passato, conservavano ormai solo quella di essere uno sbiadito simbolo di un tempo che era stato violentemente distrutto.
Per commemorare la famiglia Romanov e diffondere la sua vera storia, è nato adesso il progetto Romanovs 100. Il brano di Peter Nalitch ne è solo uno dei primi passi: è in programma un’intera “colonna sonora”, e sicuramente molte altre iniziative seguiranno. Per il momento possiamo farci incantare da questa canzone che rappresenta un sogno del piccolo Alexei, lo zarevitch, nel quale la fantasia, dolce e suadente, ha la meglio sulla crudele realtà. Possiamo essere di qualunque idea politica, ma saremo certamente tutti d’accordo sul fatto che nessun innocente meritava, merita e meriterà mai una fine tanto spietata. Con l’auspicio che niente del genere debba mai più succedere, si tratti di nobili o di mendicanti, entriamo in punta di piedi nel sogno del figlio dello Zar.