In ambito eurovisivo, l’Islanda non è certo il paese dei ghiacci. Il calore nei confronti della manifestazione è sempre intensissimo, il numero degli spettatori incollati alla tv in occasione dell’Eurovision e, ancor prima, della selezione nazionale, è ogni anno da record. Nel 2018, ben 120.000 persone (più di un islandese su tre!) hanno seguito il Söngvakeppnin vinto da Ari Ólafsson, poi ultimo nella prima semifinale a Lisbona.
Quest’anno in corsa c’è un’artista amatissima dai fans, Hera Björk, che ci riprova a nove anni di distanza dalla sua partecipazione all’ESC con “Je ne sais quoi”. Ritorna anche Friðrik Ómar, in gara nel 2008 con “This Is My Life” insieme a Regína Ósk (i due avevano assunto, per l’occasione, il nome di Eurobandið).
A contendere la vittoria a Hera e a Friðrik potrebbero essere gli Hatari, una band black metal, o l’originale trio composto da Elli Grill, Skaði e Glymur. Ma gli islandesi ci hanno abituato alle sorprese e in passato, in varie occasioni, qualche nome inaspettato ha conquistato rapidamente il cuore del pubblico arrivando alla vittoria o sfiorandola.
Questi i brani in gara:
Semifinale 1 (sabato 9 febbraio)
- Hatari, “Hatrið mun sigra”
- Hera Björk, “Eitt andartak”
- Kristina Skoubo Bærendsen, “Ég á mig sjálf”
- Þórdís Imsland, “Nú og hér”
- Daníel Óliver, “Samt ekki”
Semifinale 2 (sabato 16 febbraio)
- Elli Grill, Skaði, Glymur, “Jeijó, keyrum alla leið”
- Friðrik Ómar, “Hvað ef ég get ekki elskað?”
- Ívar Daníels, “Þú bætir mig”
- Tara Mobee, “Betri án þín”
- Heiðrún Anna Björnsdóttir, “Helgi”
I primi due classificati di ciascuna semifinale, in base alla combinazione di giuria e televoto, accederanno alla finale, a cui potrebbe essere ammessa anche una quinta canzone scelta dalla giuria come wildcard.
La finale, in programma sabato 2 marzo, si terrà alla Laugardalshöll Arena di Reykjavík: previsti, come sempre, il tutto esaurito e tanto, tanto entusiasmo.