Abbiamo ascoltato i 24 brani in gara da domani al Festival nelle prove riservate alla stampa, con un occhio e un orecchio rivolto a Tel Aviv visto che uno di questi ci potrebbe rappresentare nella finale dell’Eurovision Song Contest del prossimo 18 maggio.
Ed ecco le nostre pagelle:
Francesco Renga “Aspetto che torni”: Ballata melodica, dolce e molto classica, sorretta dalle grandi doti interpretative di Renga. 6.5
Nino D’Angelo e Livio Cori “Un’altra luce”: Si tratta di un midtempo etnico, in lingua napoletana, di gusto mediterraneo. C’è un bell’incrocio di voci fra i due cantanti, uno di lunga carriera e l’altro più giovane, ma indubbiamente valido. 6.5
Nek “Mi farò trovare pronto”: La base è quasi rock ma molto orecchiabile, e, come era lecito aspettarsi, canzone e interprete esprimono grande energia. Nel cantare, Nek scende fra il pubblico, in un’atmosfera più da concerto che da “serioso” festival. Interessante! 7.5
Zen Circus “L’amore è una dittatura”: Una filastrocca ritmata che cresce fino a diventare incalzante, un testo notevole, una scenografia interessante con tamburi e sbandieratori, che richiama subito certe esibizioni eurovisive. Chissà? 6.5
Il Volo “Musica che resta”: Il sound è più moderno di quello di “Grande amore”, ma il pezzo è comunque basato sulle loro grandi voci e su di un crescendo finale tipico dei brani opera pop. Sicuramente in corsa per il podio. 8
Loredana Bertè “Cosa ti aspetti da me”: Un pezzo veramente forte, orecchiabile sin dal primo ascolto (elemento importantissimo per un’eventuale partecipazione eurovisiva). Gran ritmo, alcune incertezze vocali che, però, sono del tutto normali alla prima prova. 7
Daniele Silvestri e Rancore “Argentovivo”: Un pezzo principalmente parlato, nel quale Silvestri racconta la suggestiva storia di un ragazzo che si sente in carcere da una vita. L’intervento del rapper Rancore integra e completa il brano, coinvolgente ma non facile. 6.5
Federica Carta e Shade “Senza farlo apposta”: Il pezzo è orecchiabile ma un poco leggerino, evidentemente diretto a un pubblico estremamente giovane. Lei canta, lui rappa. A proposito: si pronuncia “Sciade”, come ha detto lui stesso. 5
Ultimo “I tuoi particolari”: Stavolta il vincitore delle Nuove Proposte 2018 ci regala una ballata d’amore, iniziandola al pianoforte. L’interpretazione, punto forte del favorito di questa edizione, è carica di passione. Da tenere d’occhio sicuramente. 7
Paola Turci “L’ultimo ostacolo”: Paola porta un midtempo radiofonico cantato con molta eleganza: del resto la cantante è una delle nostri interpreti di maggior classe, e non ci aspettavamo qualcosa di diverso da lei, che sa attraversare con grazia le sue stagioni musicali. 6.5
Motta “Dov’è l’Italia”: Pezzo in stile cantautorale ma che esplode nel ritornello, con un bel testo e una certa immediatezza, dote ovviamente da non sottovalutare sia in termini di successo in senso lato sia nell’ottica di una partecipazione eurovisiva. 6.5
Boomdabash “Per un milione”: Un’esplosione che farà sicuramente ballare l’Ariston. Il ritmo è simile a quello di “Non ti dico no”, il pezzo dell’estate interpretato insieme a Loredana Bertè. Se tanto ci dà tanto, sarà un altro centro. 7
Patty Pravo e Briga “Un po’ come la vita”: Il duetto improbabile di questa edizione è accompagnato da arpa e violoncello. Si tratta di un brano lento, nel quale iniziano insieme, poi lui si avventura nel rap mentre lei gli risponde col canto. 6
Simone Cristicchi “Abbi cura di me”: Un brano mistico, un immenso inno alla vita, recitato quasi come una preghiera. In un’intervista, Cristicchi ha raccontato che una sua amica suora di clausura lo ha definito “Una preghiera di Dio agli uomini”: questo dice tutto. Splendido il finale, in cui l’orchestra lo segue. 7
Achille Lauro “Rolls Royce”: Rockeggiante, incalzante, sostenuto da una voce molto particolare. Al basso lo accompagna Boss Doms, suo “compagno di avventure” a Pechino Express. Anche qui si balla: non passerà inosservato. 6.5
Arisa “Mi sento bene”: Pezzo imprevedibile. Parte come un cantico fiabesco, ma poi si apre in un ritmo dance godibilissimo, per tornare sul lento verso la fine. Arisa è da sempre interessatissima all’Eurovision Song Contest, quindi… occhio. 8
Negrita “I ragazzi stanno bene”: bel rock con sonorità anni ’90, si apre con la chitarra e un fischio malinconico e incisivo, un pezzo destinato a passare molto nelle radio. 6.5
Ex-Otago “Solo una canzone”: Un brano molto pop e molto easy, una canzoncina orecchiabile che entrerà in testa al primo ascolto. 5
Einar “Parole nuove”: Un midtempo dal gusto tipicamente adatto ai teenager. Molto orecchiabile ma in qualche modo riecheggia melodie già sentite. 5
Anna Tatangelo “Le nostre anime di notte”: Un pop melodico che si piazza a un livello più alto rispetto alla sua solita produzione. Particolare il titolo che riprende quello di un bel romanzo di Kent Haruf. 6.5
Ghemon “Rose viola”: Una bella canzone che, malgrado sia nel suo solito stile, è più cantato che rap. Molto interessante il testo. 6.5
Irama “La ragazza col cuore di latta”: La canzone parte come un carillon, in parlato, ed esplode nel ritornello arricchito dalla presenza di un coro gospel. Qualche incertezza vocale anche per lui, ma, ripetiamo, è normalissima. 7
Enrico Nigiotti “Nonno Hollywood”: Un pezzo commovente, d’atmosfera, ricordo di un mondo che non c’è più. Eseguito molto bene e con passione. 7
Mahmood “Soldi”: Un sound a metà strada fra etnico e moderno ne fa un pezzo sorprendente. Il ritmo è accattivante e sicuramente adatto all’esportazione. 7.5
Ricordiamo che il regolamento di Sanremo anche quest’anno prevede che il vincitore abbia il diritto di rappresentare il nostro paese all’Eurovision, eventualmente anche con una canzone diversa. Ma la popolarità dei pezzi che ogni anno escono dal Festival ci porta a pensare che sarà proprio una di queste 24 la nostra canzone per Tel Aviv. In bocca al lupo a tutti!