Terza serata del Festival di Sanremo 2019: tempo di riascoltare le altre 12 canzoni e “aggiustare il tiro” sulle proprie opinioni… o non aggiustarlo! Noi siamo qui nella Sala Stampa Lucio Dalla, mentre Baglioni sta introducendo la serata sulle note di “Viva l’Inghilterra”. Certo che cantarla con il corredo di un balletto in kilt scozzese… potrebbe non essere l’idea giusta, viste le solite divergenze ultimamente aumentate anche dalla Brexit. Ma tant’è!
Dopo il regolamento e il consueto scambio di battute, riascoltiamo Mahmood e la sua “Soldi”. C’è poco da dire, le seconde esecuzioni ci guadagnano in sicurezza e in grinta. La sala stampa batte le mani a tempo, facendosi prendere dal ritmo e dalla vocalità esotica di Mahmood, che davvero con questo brano farà molti “soldi”.
Si cambia completamente atmosfera con “Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti. E’ un brano che “cresce” ascolto dopo ascolto, e cresce anche l’interpretazione di Enrico, che stasera è particolarmente accorata, tanto che è palpabile la commozione nella sua voce e nella sua gestualità. Suo nonno doveva sicuramente essere una persona straordinaria.
Altro siparietto: Bisio aziona un grammofono e Virginia Raffaele intona “Mamma”, con tutti i salti e le impunture che il vinile comportava, e gli inconvenienti dovuti alla necessità di caricare continuamente il grammofono. Ma se credete di convincere noi “vinilitici” a riconvertirci all’mp3, avete sbagliato indirizzo…
Arriviamo poi al primo ospite della serata, Antonello Venditti nel 40° anniversario del suo album “Sotto il segno dei pesci”. Apre logicamente con la title track, per poi eseguire insieme a Baglioni “Notte prima degli esami”.
Anna Tatangelo dà un’altra buona interpretazione della sua canzone “Le nostre anime di notte”, che non toglie e non aggiunge niente a quella della prima serata. Nel genere melodico che la caratterizza, Anna è una garanzia.
Si parla di ESC, la prima sera prima del Volo, stasera prima di Ultimo: è un passaggio di testimone? Intanto ascoltiamo di nuovo “I tuoi particolari”. Interpretazione tirata ed emozionale per un brano di buon livello ma senza eccessivi picchi. Riecheggia in un certo qual modo Tiziano Ferro.
Dopo la pubblicità, Claudio Bisio e Virginia Raffaele costruiscono una gag su “Ci vuole un fiore” di Sergio Endrigo. Alla fine arriva Francesco Renga a cantare “Aspetto che torni”. L’interpretazione sicuramente è più netta e precisa, ma l’impressione è sempre quella che non si tratti della canzone adatta per esaltare la voce di Francesco.
Prosegue Irama interpretando “La ragazza col cuore di latta”. Stasera c’è ancora di più il cuore in questa interpretazione, che cattura e resta nelle orecchie e nella testa. Attenzione a Irama, potrebbe spingersi davvero molto in alto.
Altra superospite, Alessandra Amoroso. La sua prima canzone è “Dalla tua parte”, poi esegue insieme a Baglioni “Io che non vivo”. Dopo la pubblicità, a sorpresa arriva Ornella Vanoni che canta con Virginia Raffaele “La gente e me”.
Fantastico l’incontro fra Ornella e Patty Pravo, che arriva in scena con Briga. A chi scrive piace molto questa interpretazione di “Un po’ come la vita”, e anche il giudizio diffuso di “duetto scompagnato” non mi trova d’accordo. E’ un pezzo di classe.
Anche Simone Cristicchi è sempre impeccabile, nella sua interpretazione di “Abbi cura di me”. Esprime un’emotività contenuta, perché non è necessario urlare e agitarsi per trasmettere grandi emozioni. Un pezzo trasmesso quasi sottovoce, ma che esplode.
Se esistesse ancora il Festivalbar, i Boomdabash sarebbero i suoi imperatori. Trasmettono felicità a ogni nota, parlano di sole, mare, estate. La sala stampa esulta. La canzone vola già verso il successo indipendentemente dal risultato del Festival.
Al termine, arriva Motta con “Dov’è l’Italia”. Sarà il suono molto migliore dal punto di vista tecnico, ma stasera apprezziamo meglio tutte le canzoni. Anche Motta appare molto più preciso della prima sera, l’incedere più incalzante, la linea melodica più chiara.
Tornano anche gli Zen Circus con “L’amore è una dittatura”. Vale il discorso fatto per Motta: più precisi, meno sguaiati, pur senza perdere la genuinità e le emozioni vibranti contenute nel loro messaggio. La canzone si apprezza ancora meglio.
Dopo il siparietto di Paolo Cevoli, si arriva agli ultimi in gara, Nino D’Angelo e Livio Cori con “Un’altra luce”. Anche qui, vocalità notevolmente calibrata rispetto alla prima sera, soprattutto da parte di D’Angelo. Il pezzo continua a essere suggestivo, e si farà ascoltare molto.
Finalmente, chiuse anche le ultime ospitate della sera, abbiamo anche il riferimento della tendenza di voto delle sale stampa del secondo blocco dei 12
Zona BLU: Simone Cristicchi, Irama, Mahmood, Ultimo
Zona GIALLA: Motta, Enrico Nigiotti, Francesco Renga, The Zen Circus
Zona ROSSA: Boomdabash, Nino D’Angelo & Livio Cori, Patti Pravo con Livio Cori, Anna Tatangelo
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