L’Ucraina si è ufficialmente ritirata dalla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest.
La notizia era già nell’aria ma tutti speravamo che alla fine la tv ucraina UA:PBC e i cantanti in gara alla selezione nazionale trovassero un accordo.
Le Freedom Jazz e i Kazka, seconde e terzi classificati, hanno entrambi rifiutato di prendere il posto di Maruv, la vincitrice, e di conseguenza hanno messo in crisi la dirigenza della televisione di stato.
Il problema è sorto dopo la vittoria di Maruv con la canzone “Siren song”. Alla cantante è stato sottoposto un contratto per la partecipazione all’Eurovision che fra le varie clausole prevedeva il non esibirsi in Russia fino a tre mesi dopo l’Eurovision e il pagarsi tutte le spese del viaggio a Tel Aviv.
Non solo, a sue spese anche la messa in scena della canzone oltre al divieto di esprimere un’opinione politica personale se diversa da quella del governo ucraino.
Il sospetto che ci fosse qualcosa di strano nell’aria lo si è avuto quando Jamala, una dei giudici della comissione della selezione nazionale nonché vincitrice dell’Eurovision 2016, ha chiesto in diretta a Maruv, subito dopo la sua esibizione, se considerasse la Crimea ucraina o russa con lo sgomento della stessa cantante che forse si sarebbe aspettata delle domande a carattere musicale e non politiche.
Ma al di là della questione politica sulla quale preferiamo non intervenire, sicuramente un grande handicap per la cantante stessa è il fatto di non potersi esibire in Russia. Per finanziarsi la partecipazione all’Eurovision sicuramente la possibilità di fare concerti a Mosca e dintorni avrebbe significato anche avere più disponibilità economiche.
La TV di stato ucraina dall’anno scorso non finanzia più la partecipazione a causa di mancanza di fondi da parte del governo. Mélovin, il rappresentante del 2018, fu finanziato dalla tv privata che organizzò la selezione nazionale in quanto vincitore anche del talent X Factor e quindi fa un caso a sè.
Non meno importante è ovviamente anche il fatto di non poter esprimere le proprie idee politiche al di fuori dei confini nazionali non è sicuramente un segno di democrazia e libertà delle persone.
Curiosità: le regole del contratto di partecipazione all’Eurovision non vengono comunicate ai cantanti in gara alla selezione nazionale ma solamente al vincitore. La cosa è assurda e fortunatamente se ne è resa conto anche la UA:PBC.
Non è ancora deciso se l’EBU farà pagare una penale o meno e comunque la UA:PBC ha assicurato che l’Eurovision verrà ugualmente trasmesso dalle sue frequenze.