Chi vincerà il Festival? E il suo nome coinciderà con quello del nostro rappresentante all’Eurovision Song Contest di Rotterdam? La risposta a queste domande la avremo alla fine di questa lunga notte sanremese ed eurovisiva. Intanto Amadeus apre questa serata finale con l’Arma dei Carabinieri e l’Inno di Mameli, e ci comunica subito la classifica generale, risultante dalla somma di tutte quelle elaborate finora. Eccola:
1 – Diodato
2 – Francesco Gabbani
3 – Le Vibrazioni
4 – Pinguini Tattici Nucleari
5 – Piero Pelù
6 – Tosca
7 – Elodie
8 – Irene Grandi
9 – Rancore
10 – Anastasio
11 – Achille Lauro
12 – Raphael Gualazzi
13 – Levante
14 – Paolo Jannacci
15 – Marco Masini
16 – Rita Pavone
17 – Michele Zarrillo
18 – Alberto Urso
19 – Giordana Angi
20 – Enrico Nigiotti
21 – Elettra Lamborghini
22 – Riki
23 – Junior Cally
A questo punto, la gara ricomincia con Michele Zarrillo. Il diciassettesimo posto provvisorio appare davvero poco per questa bella canzone, ma ha avuto la “sfortuna” di capitare in un’edizione che presenta molti bei brani in concorso. Intanto la sala stampa batte le mani a tempo.
Seconda ad esibirsi Elodie, per il momento leggermente più bassa rispetto alle aspettative. Ma tutto è possibile. La scollatura è sempre più profonda, l’emozione si fa sentire nell’esecuzione. Comunque vada, sarà il brano dei prossimi mesi.
Terzo a cantare, Enrico Nigiotti. Anche per lui, al momento posizione molto bassa in classifica, forse perché “Nonno Hollywood”, la canzone dello scorso anno, era davvero difficile da bissare. Ma Enrico è un cantautore di qualità, e saprà dimostrarlo in ogni occasione.
Pareva che la gara fosse troppo veloce, per questo esce Fiorello e si esibisce con Amadeus in “Un mondo d’amore” di Gianni Morandi. Per carità, non che sia sgradevole, ma poi ci si lamenta che alle due non si conosce ancora il nome del vincitore.
Irene Grandi esce elegantissima, in lungo grigio, L’ottava posizione non è del tutto male, e dopotutto Irene potrebbe non essere fuori dai giochi. Secondo noi una grinta come questa merita, e la canzone è una sicura hit.
Alberto Urso in completo elegante e sneakers bianche non è esattamente il massimo della classe, ma accettiamo. Per lui le speranze di vittoria appaiono definitivamente tramontate. L’impressione è sempre la stessa: le potenzialità ci sono, lo studio manca. Bisogna fare un poco di strada in più.
Accolto dagli applausi della sala stampa, arriva Diodato. Bello il vestito con gli inserti di paillettes sul collo della giacca. A ogni ascolto, la canzone e la sua voce danno sempre più i brividi. Non vogliamo dire niente: aspettiamo.
Marco Masini, stasera, mostra generosamente il nuovo tatuaggio con il giglio di Firenze. Provvisoriamente in quindicesima posizione, chiuderà probabilmente a metà classifica, soffrendo anche lui di un’edizione di particolare qualità.
Una pausa nella gara per far esibire Leo Gassman, che ieri sera ha vinto la sezione Nuove Proposte con la sua “Vai bene così”. Sinceramente, a parte il cognome celebre, non ci sembra un raccomandato. Si continua poi con Tiziano Ferro, che canta “Alla mia età” e un medley “Non me lo so spiegare/Ed ero contentissimo/Per dirti ciao”.
Piero Pelù vuole gareggiare con Achille Lauro in fatto di look: si presenta con una giacchetta aperta e la scritta “Tu 6 molto di più” direttamente sul petto. Sarà una buona mossa? Piero potrebbe essere ancora in corsa per il podio. E non sfigurerebbe. Divertentissima la gag dello “scippo” della borsetta di una signora in platea.
Levante, invece, è più o meno a metà classifica, non sembra quindi avere molte speranze di ripresa. Stasera vorremmo ricordarle che una Nina Zilli esiste già, e che forse non è proprio il caso di imitarla in pettinatura, vestito e mosse, a meno che non si sia in gara a “Tale e quale”. Levante ha un proprio carattere, non cerchi di copiare le altre.
I Pinguini Tattici Nucleari sono ancora in piena gara, questa esibizione è quindi cruciale. Il cantante avvisa subito che coinvolgerà il pubblico. Infatti li fa alzare in piedi e battere le mani, e fa cantare due note da Mara Venier. Ma non è contro il regolamento? Speriamo di no.
Achille Lauro si è superato: crinolina e gorgiera in velo, perle intorno al viso, si è ispirato alla Regina Elisabetta I. La crinolina cade quasi subito rivelando un pantalone rosso. Oltretutto maltratta simpaticamente il suo chitarrista Boss Doms spingendolo via con un urletto, e alla fine lo bacia. Ma portarlo all’ESC no?
Si riprende con un balletto “sottomarino” per catturare l’attenzione sul tema dell’ecologia. Poi entra Junior Cally. Stasera è elegante anche lui, il che va piuttosto in contrasto con la sua canzone. Considerato che è ultimo nella classifica provvisoria, potrebbe fare quello che vuole, invece porta avanti questa ultima esibizione correttamente e senza eccessi.
Raphael Gualazzi si inchina al pubblico prima dell’esecuzione. Sempre sorridente e rilassato, ci regala un altro momento di divertimento e di grande energia. Come lo vedremmo bene all’ESC! Un Gualazzi-bis, perché no?
Tosca è la nostra Sobral, di gran lunga la canzone più raffinata del Festival. La vedremmo davvero bene sul podio, ma non sappiamo quanto il televoto possa apprezzare l’altezza della sua arte. Peccato, è spesso sottovalutata.
Ecco un papabile vincitore: Francesco Gabbani. Si vede che crede molto in questa canzone, e che si sta divertendo un sacco, il che non guasta mai. E’ riuscito nel difficile intento di scrivere una canzone non facile, ma che entra in testa dopo pochi ascolti. Questa è classe.
Rita Pavone rischia di inciampare in cima alle scale, ma si riprende subito. Ingiustamente trascurata dalla classifica, lei non se ne cura, e canta con la grinta che ha sempre avuto. Chapeau, Signori, per questa grande donna della canzone italiana!
Le Vibrazioni, invece, sono papabilissime, e si giocano il tutto per tutto. La sala stampa ripete con loro il ritornello, che, bisogna dirlo, entra subito in testa. Dov’è, dov’è Rotterdam? Chissà, potrebbero trovare la strada.
Ancora un ospite: Biagio Antonacci. Canta “Ti saprò aspettare” e un medley di “Iris/Quanto tempo e ancora/Liberatemi”.
Rivediamo adesso la performance di Anastasio. Davvero un peccato che sia troppo lontano dalla vittoria, dopo essere stato dato per favorito. E’ talmente energetico da svegliarci anche a quest’ora, e una sua vittoria sarebbe una scossa salutare per Sanremo.
Una vittoria di Riki appare praticamente impossibile: forse ancora era presto per una partecipazione a Sanremo. Ha ancora un poco di strada da fare.
Neppure per Giordana Angi questa partecipazione resterà negli annali. Forse anche lei ha bisogno di trovare il suo stile al di là delle imitazioni e delle incertezze.
Peccato anche che Paolo Jannacci sia stato sottovalutato. Il pezzo è dolce e lui lo interpreta molto bene. Forse il suo limite sta proprio in questo suo essere così somigliante a suo padre. Eppure anche lui è un grande musicista. Mah.
Elettra Lamborghini appare in un vestito brasileggiante in lamè blu. Ma sì, questa canzone si sentirà moltissimo in radio. Non è epocale, ma avrà un buon successo. Dopotutto, questo Sanremo non le ha portato male.
Chiude Rancore, finora apprezzato più dal pubblico che dalle classifiche. Lui butta fuori tutta la sua rabbia e ci regala un’altra ottima esecuzione. Appare però anche lui troppo basso per una vittoria.
Finite tutte le esecuzioni, Sabrina Salerno si esibisce in una curiosa versione di “Boys boys boys”. Poi arriva la classifica dal 23 al 4. Eccola:
23 – Riki
22 – Junior Cally
21 – Elettra Lamborghini
20 – Giordana Angi
19 – Enrico Nigiotti
18 – Michele Zarrillo
17 – Rita Pavone
16 – Paolo Jannacci
15 – Marco Masini
14 – Alberto Urso
13 – Anastasio
12 – Levante
11 – Raphael Gualazzi
10 – Rancore
9 – Irene Grandi
8 – Achille Lauro
7 – Elodie
6 – Tosca
5 – Piero Pelù
4 – Le Vibrazioni
E ora le votazioni ripartono per i primi tre: in ordine alfabetico Diodato, Francesco Gabbani e Pinguini Tattici Nucleari.
Inizia il balletto degli interventi, degli ospiti, delle perdite di tempo varie per fornire il tempo di raccogliere e calcolare i voti, ma a noi, a questo punto, interessa solo il risultato.
Eccoci, rientrano i finalisti. Al terzo posto i Pinguini Tattici Nucleari. Il Premio Critica Mia Martini del Roof va a Diodato. Premio Sala Stampa Lucio Dalla a Diodato. Premio Sergio Bardotti per il miglior testo a Rancore. Premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione musicale a Tosca. Premio TIM Music alla canzone più ascoltata sulla app musicale a Francesco Gabbani.
Si prosegue con il podio: al secondo posto Francescco Gabbani. Diodato vince il Festival di Sanremo 2020, e tutti speriamo che accetterà di essere il nostro rappresentante a Rotterdam.