È un amico e iscritto di Ogae Italy da sempre, ma da anni anche Assistant Head of Delegation per la Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest. Chi meglio di Marco Vannuzzi per parlare della cancellazione dell’Eurovision 2020 di Rotterdam e delle iniziative che la tv del Titano sta mettendo in campo.
Marco come avete appreso della cancellazione dello show? Era una decisione che vi aspettavate?
San Marino, insieme all’Italia, è il paese che sta soffrendo di più per questo incubo coronavirus che stiamo vivendo. Era scontato che non fosse possibile organizzare la manifestazione a maggio, viste le restrizioni che tutti i paesi hanno intrapreso o stanno prendendo. Anche nel corso dell’Heads of Delegation Meeting di Rotterdam, due settimane fa, era nell’aria l’ovvia impossibilità di realizzare l’evento a maggio, nonostante l’organizzazione olandese fosse in stato avanzato ed impeccabile. Quello che non ci aspettavamo era la cancellazione definitiva, ci aspettavamo che l’evento venisse posticipato. Secondo noi ci sarebbero state le prerogative per farlo ed eravamo pronti a collaborare.
Il Direttore di San Marino RTV ha apertamente criticato la cancellazione dell’edizione 2020 provando a proporre lo slittamento all’autunno. Era una strada percorribile?
La critica del DG Carlo Romeo non era per la cancellazione di maggio, ma per la cancellazione tout court. Diciamo che, trovandoci di fronte ad un’emergenza mondiale e ad una situazione straordinaria per tutti, anche e soprattutto per l’organizzazione di eventi di così ampia portata, sarebbe stato giusto coinvolgere tutti i broadcaster coinvolti. Com’era prevedibile, ormai il virus non è più solo un problema italiano, sarebbe stato corretto interpellare tutti i paesi coinvolti chiedendo idee, proposte, soluzioni. Ci siamo invece ritrovati con un comunicato con cui si annunciava la cancellazione senza nemmeno spiegare se c’erano stati tentativi per un eventuale posticipo, e nel caso quali, e perché erano stati esclusi. Per farti capire: come sai, essendo membro Ogae Italy da tanti anni, conosco le dinamiche del nostro club: le decisioni, quelle importanti e serie, sono condivise con tutti e viene chiesto ad ogni socio di esprimere un parere. Mi aspettavo che anche in questo macromondo eurovisivo fosse così… Quella del nostro DG non era una critica, anzi, ci siamo fatti portavoce di altri colleghi broadcaster per proporre una soluzione alternativa da realizzarsi a inizio ottobre, quando il problema del virus dovrebbe essere ragionevolmente già risolto. Sarebbe stata anche un’occasione per tornare alla vita. Mi domandi se la strada era percorribile. A nostro modo di vedere le cose, sì. Certo, lo slittamento ad ottobre avrebbe comportato alcune problematiche, ma nella nostra proposta avevamo già inviato le possibili soluzioni. Capiamo che il broadcaster olandese abbia voglia – e il diritto sacrosanto, per carità – di organizzare un’edizione di pari livello alle ultime eccezionali produzioni televisive, probabilmente la loro volontà ha pesato molto sulla decisione della cancellazione. È un peccato, ma capiamo la complessità del momento che stiamo vivendo.
Può esserci spazio per uno show alternativo da mandare in onda il 16 maggio, il giorno previsto per la finale?
L’EBU ha invitato tutti i broadcaster a inviare iniziative e proposte per riempire lo spazio vuoto del 16 maggio. Ci stiamo lavorando, stiamo inviando una proposta alternativa che, se realizzabile, potrebbe accontentare tutti.
Come si potrebbero valorizzare le canzoni di questa edizione senza una competizione vera e propria?
La cancellazione dell’edizione 2020 pesa per tutti noi broadcaster che da mesi stiamo lavorando alla proposta eurovisiva, ma pesa soprattutto per tutti quei paesi che hanno selezionato il loro rappresentante con una selezione nazionale, che si trovano adesso a dover gestire una situazione per niente simpatica. È anche per dare spazio e luce a tutti gli artisti 2020 che speriamo di riuscire a convincere l’EBU ad accettare la proposta a cui stiamo lavorando.
Non c’è il rischio ne venga fuori solo un “best of”, una specie di vetrina. Quali potrebbero essere le soluzioni per evitare “l’effetto compilation”?
Sì, è quello il rischio, e sarebbe un peccato. Stiamo cercando di capire, anche insieme ad altri colleghi, se è ancora possibile salvare lo spettacolo.
Passando all’anno prossimo avete intenzione di confermare Senhit anche per il 2021?
Senhit è un’artista pazzesca, solare, piena di entusiasmo e di talento, personalmente sarebbe un piacere riprendere il lavoro anche per il 2021. Ma un passo per volta: proviamo prima a vedere se riusciamo a salvare questa edizione 2020
Ringraziamo Marco Vannuzzi e l’Head of Delegation di San Marino Alessandro Capicchioni per questa intervista, pronti a sposare qualsiasi iniziativa volta a valorizzare il lavoro degli artisti partecipanti a quello che doveva essere l’Eurovision 2020.