Il percorso francese all’Eurovision, almeno da quando sono state istituite le semifinali, è alquanto tortuoso. Il fatto che i risultati ottenuti in finale non fossero quelli desiderati, ha spesso portato la Francia ad alternare Selezioni Nazionali con scelte interne, senza però mai riuscire, dal 2004 in poi, ad entrare in Top5. L’ultima vittoria, nel 1977 è stata ottenuta da Marie Myriam che fu selezionata grazie ad una finale nazionale, le ultime top5 invece risalgono ai primi anni 2000, con un quarto e un quinto posto nel 2001 con Natasha St-Pier e nel 2002 con Sandrine François , entrambe selezionate internamente, mentre il risultato migliore ottenuto da quando ci sono le semifinali all’ESC è il sesto posto raggiunto da Amir nel 2016, anche lui selezionato internamente e accolto dai bookmaker come vincitore.
A guardare questi dati sembrerebbe che effettivamente la strada migliore per tornare nel cuore degli Eurofan sarebbe la scelta interna, ma non è propriamente così. Anche le selezioni interne hanno portato a posizioni di rincalzo, con un 25° posto raggiunto nel 2015, seppur va ricordato che il punto più basso è stato toccato nel 2014 con un ultimo posto, e soli 11 punti, dai Twin Twin, scelti in una finale nazionale a 3.
Le ultime edizioni in cui si è tentata una selezione nazionale hanno assicurato posizioni da metà classifica, oltre che un plauso per i temi trattati, e per il 2020 si era nuovamente pensato ad una selezione interna grazie al nome di Rob Lee. L’accoglienza non proprio esaltante ottenuta dopo l’ufficializzazione del brano deve aver fatto cambiare idea ai cugini d’oltralpe ed ecco che stasera abbiamo assistito alla finale nazionale più interessante degli ultimi anni.
La serata è stata condotta da Stéphane Bern con Laurence Boccolini e ha visto una giuria d’eccezione piena di nomi già conosciutissimi dagli appassionate dell’Eurovision Song Contest. Amir è stato il presidente di una giuria composta da stelle. Rappresentante francese nel 2016, ha conquistato tutti con la sua J’ai cherché, che pur non vincendo ha fatto esplodere la sua popolarità.
Altri nomi eurovisivi sono: L’ultimo vincitore eletto, Duncan Laurence, grazie alla cui Arcade assisteremo alla prossima edizione a Rotterdam; Marie Myriam, già citata prima, che è l’ultima vincitrice francese quando era ancora debuttante, e che è sempre rimasta legata al concorso che le ha dato popolarità apparendo spesso come portavoce (dal 1997 al 2000 e di nuovo nel 2005) o nella giuria nazionale; Natasha St-Pier, canadese con cittadinanza anche francese, che ha rappresentato la Francia nell’edizione del 2001 ottenendo la posizione più alta in classifica negli ultimi 20 anni, oltre ad essere stata la commentatrice dell’edizione del 2014, è tra i pochi nomi contemporanei francofoni ad avere una buona popolarità anche in Russia e in Polonia; Chimène Badi, cantante di origine algerina, che ha sfiorato la partecipazione a Tel Aviv, risultando terza all’ultima edizione di Destination Eurovision, che ha visto il trionfo di Bilal Hassani.
Eurovisivo è anche il nome di Elodie Gossuin, portavoce nel 2016, 2017 e 2018. La giuria si completa con i nomi di: Jean-Paul Gaultier, notissimo stilista che è stato l’artefice dei look sfoggiati da Dana International nel 1998, ma anche di Amina nel 1991, di Anggun nel 2012 e dei Madame Monsieur nel 2018, oltre ad aver firmato quello di Madonna nella sua veste di super-ospite nell’edizione del 2019. André Manoukian, commentatore delle ultime due edizioni dell’Eurovision Song Contest. Agustin Galiana, cantante e attore spagnolo e Michèle Bernier, attrice e comica. Il loro ruolo è stato fondamentale per una fase della serata, nonché per il vincitore finale.
Il format è abbastanza semplice e ha visto la serata divisa in tre fasi: nella fase iniziale si sono esibiti i 12 cantanti finalisti che sono stati votati dal pubblico. I 7 più votati accedono alla fase finale che però è preceduta da una seconda fase in cui i protagonisti sono i 5 brani che non si sono qualificati e, soprattutto, la giuria che ha modo di dare un “Euro Ticket”, quindi una seconda Chance ad un brano che sarebbe altrimenti stato eliminato. Durante l’ultima fase gli 8 cantanti in gara sono stati valutati dalla giuria e dal televoto col peso del 50% ognuno, dopo aver azzerato i voti della fase precedente.
La serata è stata aperta da una serie di brevi momenti musicali: Prima Marie Myriam, poi Natasha St-Pier, Duncan Laurence e Amir che duettano con alcuni dei concorrenti (3 per ognuno). Dopo una breve presentazione della serata è stata accolta anche Valentina, fresca vincitrice dello Junior Eurovision Song Contest, con un brano scritto da Barbara Pravi, favorita alla vittoria della serata.
I primi artisti ad esibirsi sono: Andriamad – Alléluia (Andriamad) Andriamad, un duo a metà tra suoni electro e tropical, è composto da Cécile, fiorista nella vita di tutti i giorni, e Kévin, un ex falegname. Questi due amici che scrivono, compongono e producono da soli le loro canzoni, hanno creato Andriamad 4 anni fa, prendendo il nome dal cognome della nonna di Cécile, dando vita ad un duo che non si identifica in un genere specifico, ma che si pone tra il tropical pop e l’elettropop. Il brano “Alléluia” è un invito alla condivisione delle culture e all’apertura verso gli altri, valori cari ai due musicisti che sono un vero esempio di incontro di culture, Cécile di origini Reunion e malgasce, e Kévin di origini tunisine e polacche. “Dammi le tue parole e prendi le mie. Alleluia alle nostre differenze di nuovi colori.” Una bella esibizione che ha fatto risaltare l’aspetto pop del brano e che ha ottenuto un 8 come voto da parte della giuria.
A seguire Juliette Moraine – Pourvu Qu’on M’Aime (Juliette Moraine, Rémi Portat) Abituata al palcoscenico, Juliette Moraine ha interpretato per quasi 4 anni uno dei ruoli principali nel musical “Romeo and Juliet” in tournée in Asia e Russia. Questa cantautrice originaria della Borgogna, ha cominciato a farsi conoscere come concorrente a The Voice 7 anni fa ed è pronta a pubblicare il suo primo album di inediti. Apre il suo cuore con la sua ballad “Pourvu qu’on m’aime”, una canzone piena di sincerità sul suo bisogno di essere amata e sui suoi complessi che ha messo in gioco. “È così bello mentre dorme che non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte per paura che scappasse anche lui.” Un’esibizione intima e raccolta che ha conquistato la giuria ottenendo un meritato 7.
Terzo artista in gara è Cephaz – On A Mangé Le Soleil (Antoine Essertier, Elise Reslinger) Nato in Ghana, Cephaz ha vissuto lì fino all’età di 10 anni. È stato quindi adottato, trasferito in Sud Africa, poi a Mayotte e infine è arrivato nella Francia continentale all’età di 20 anni. La musica si è rapidamente affermata come un rifugio per lui e gli ha permesso, grazie al suo ottimismo e coraggio, di superare molte difficoltà. Dopo un primo singolo molto popolare uscito nell’estate del 2020, il cantante vuole provare il grande salto con il brano “On A Mangé Le Soleil”. Questa canzone pop parla del consumo eccessivo, un tema importante per Cephaz di cui ha potuto osservare le conseguenze durante la sua infanzia trascorsa in Africa. Un consumismo che porta a non dare più importanza a nulla, accumulandole per poi gettarle via senza averne mai colto il valore. Che siano oggetti o persone. “Abbiamo mangiato il Sole, abbiamo mangiato le stelle, abbiamo mangiato il cielo. E abbiamo ancora fame. Allora mangeremo la luna, quarto dopo quarto, perché dopo tutto ci si può nutire di speranza.” Un’esibizione colorata e “solare” che fa sorridere compiaciuti i giurati che attribuiscono un 6.
Subito dopo ad esibirsi arrivano Amui – Maeva (Ken Carlter, Serena F. Carlter, Edwiga Taerea) Il trio Amui, composto da Ken Carlter, Vaheana Fernandez ed Eva Ariitai, arriva direttamente dalla Polinesia e desidera far viaggiare tutti i francesi nel Pacifico con la canzone “Maeva”. Ken Carlter è già abbastanza popolare a Tahiti: un ex modello, questo cantautore era il numero 1 nella top 30 della radio locale e faceva parte della boyband ManaPacific. Eva Ariitai è una conduttrice televisiva del canale Polynesia La Première. Questo brano solare, che mescola francese e polinesiano (“Maeva” si traduce in “Bienvenue” in francese), è un invito a celebrare e scoprire l’altro, scandito da strumenti tradizionali come l’uso dell’haka. “Al ritmo delle isole ti invito a ballare: insieme ci eleveremo.” l’esibizione che richiama i ritmi polinesiani e vede qualche giurato cantare con gli Amui. Il voto finale è stato 5.
Subito dopo arriva il momento di Philippine – Bah Non (Philippine Zadéo, Caméléon) Cantautrice e polistrumentista, Philippine è diventata nota al grande pubblico nel 2019 con “C’estbeau c’est toi”, un brano scritto per lei da Slimane, vincendo poi un disco d’oro per il suo featuring con Gavin James. Originaria del Giura, ha trascorso parte della sua infanzia a Toronto prima di trasferirsi a Lione e poi stabilirsi a Cap-Ferret, viaggi che l’hanno ispirata molto musicalmente. Philippine ha scritto il suo brano pop rock “Bah non” dopo una romantica delusione per sfogare la sua rabbia e, condividendo le sue emozioni, concluse con un “Bah non” all’invito a rivedersi. “Pensi davvero che sia bello essere egoisti? Allora vai altrove, sì, lì, almeno esisti.” Un’esibizione decisamente coinvolgente, nonostante sul palco sia sola con un ballerino, per raccontare il suo brano. E la giuria apprezza pur dando un 5 come voto medio.
Terence James – Je T’Emmènerai Danser (Terence James, Ben Mazué) Terence James è nato in Scozia da padre scozzese e madre inglese. Mentre gli piace indossare i kilt ogni volta che ne ha la possibilità, gli piace dire che il suo cuore è molto francese dato che ha vissuto in Francia sin dall’infanzia. È la ricchezza delle sue 3 culture che ispira Terence e influenza la sua musica. Con “Je T’Emmènerai Danser”, una canzone pop punteggiata da cornamuse, il cantante rende omaggio alla sua terra natale e invita le persone a dimenticare i loro problemi con una canzone. “Se cadi, se ti senti solo sulla terra, chiamami per favore. Ti troverò ovunque e ti porterò a ballare”. L’esibizione è piena di movimento e colori, che ottiene la sufficienza dalla giuria.
Al giro di boa sul palco arriva Barbara Pravi – Voilà (Barbara Pravi, Igit, Lili Poe) Un’artista impegnata, Barbara Pravi si è fatta conoscere al grande pubblico pubblicando ogni anno riscritture femministe di canzoni rap sui suoi social media in occasione della Giornata internazionale della donna. Di origini serbo-iraniane, ha già scritto per molti artisti (Yannick Noah, Chimène Badi su tutti) e ha firmato le ultime due canzoni francesi al Junior Eurovision Song Contest: “Bim Bam toi” di Carla nel 2019, oltre alla canzone vincitrice dell’edizione 2020, “J’imagine” di Valentina. Con “Voilà”, Barbara Pravi si presenta a noi, prendendosi i suoi spazi dopo essere rimasta a lunga “dietro le quinte”, regalandoci le sue emozioni, ispirandosi alla grande canzone francese di Brel o Piaf. Si mette a nudo raccontando il suo bisogno di essere amata per quel che è, perché per quanto più gli altri riescono ad amarci, tanto più possiamo amare noi stessi. “Amatemi come si ama un amico che se ne va per sempre. Voglio che mi si ami perché io non so amare i miei contorni.” Accolta con l’applauso più fragoroso della serata, lascia tutti in sospeso con la sua esibizione che ammalia pubblico e giuria, ottenendo un meritatissimo 9.
A portare un po’ di ritmo e mistero, dopo l’esibizione intima di Barbara, arrivano Poney X – Amour Fou (Spoolman, SquirL, Clarence) Pony X è un pazzo progetto musicale composto da Clarence e… un pony DJ. Clarence, cantante di origine martinicana, ha trascorso diversi anni in Florida, negli Stati Uniti, dove si è formato in gospel, prima di tornare in Francia. In passato si è già mostrato sul palco, specialmente accanto ad artisti come Ofenbach, questa volta ha deciso di collaborare con un DJ misterioso dalla testa di cavallo. Questo pony rappresenta tutta la passione e la libertà che scorrono nelle vene di Clarence, ma anche la sua infanzia trascorsa nella Creuse dove il suo migliore amico era un pony. Con il loro brano “Amour Fou”, Pony X vuole respirare lo stesso vento di libertà anche a Rotterdam. Anche se racconta l’amore intenso e folle di un uomo totalmente soggiogato e succube della sua donna, di cui non riesce a fare a meno, il loro desiderio è far ballare la gente, senza se e senza ma con una traccia dance ben prodotta che dovrebbe essere popolare tra gli eurofan indipendentemente dal risultato. “Mi colpisci col tuo amore… Mi fai impazzire. Penso di amarti ancora e questo mi rende folle.” Un tuffo negli anni 80 con questo progetto musicale, che però si mostra anche molto contemporaneo. La giuria ne è conquistata e gli attribuisce un 7.
Come nono concorrente arriva Casanova – Tutti (Yoann Casanova, Théo Grasset, Jérôme Brulant) Casanova è cresciuto in Corsica dove ha fatto parte per diversi anni di un gruppo di musica popolare. Rappresentare la cultura della sua isola è per lui una missione e con la sua canzone “Tutti” (che ha il titolo in corso e che richiama alla cultura italiana dell’isola), desidera riunire le persone per condividere la sua gioia di vivere con loro. Un invito a ritrovare il piacere di ritrovarsi insieme senza schermi a separarci perché, come dice nel ritornello, “Tutti inseme simu megliu Quandu sole si leva Tutti inseme simu megliu Pi sumià Tutti inseme simu megliu Abbracciemu à verità Tutti inseme simu megliu Pi caminà” Il suo obiettivo è rappresentare la sua piccola isola di bellezza sul palco di Rotterdam. “Il naso incollato allo schermo, non vediamo più cosa c’è di grande. Lasciamo scorrere il tempo nelle sabbie mobili senza riuscire a vedere ciò che è davvero importante”. Un dialetto italiano che è già arrivato all’Eurovision due volte e che lui spera di riportare ancora in Europa. La giuria cerca di aiutarlo con un 7.
Sul palco arriva la contemporaneità con LMK – Magique (Eve-Line Lamarca, High P) Dopo aver frequentato il conservatorio di Annecy per studiare arpa, LMK (vero nome EveLine LaMarca) ha intrapreso un percorso non convenzionale rivolgendosi al reggae dancehall. Ha scoperto questo genere musicale e se ne è innamorata rapidamente, per poi farsi conoscere grazie grazie alle partecipazioni a festival internazionali, in particolare Glastonbury nel Regno Unito e Dour in Belgio, e facendo tour in Sud America. Il suo brano, “Magique”, combina sorprendentemente la sua prima passione, l’arpa, e il reggae dancehall. Questa canzone che vuole difendere all’Eurovision Song Contest è un vero inno per le donne: LMK vuole incoraggiarle ad assumersi responsabilità, a sentirsi capaci di affrontare tutte le avversità e a lasciare che la magia nascosta in loro si esprima, perché ogni donna ha qualcosa di magico dentro che merita di essere mostrato senza timori. “Non ci conoscono. Siamo nate per toccare le stelle. Abbiamo scelto di affermarci e sarà così.” La magia dell’arpa che apre un brano che cede subito il passo al dancehall. La giuria gli concede la sufficienza.
La voglia e la gioia di vivere inonda il palco con Ali – Paris me dit (Yalla ya helo!) (Hyphen Hyphen) Nato in Libano, Ali è cresciuto in tempo di guerra prima di arrivare in Francia 6 anni fa. Ma ha prima vissuto per due anni a Milano. Non aveva mai sentito il richiamo della musica e non era necessariamente destinato a una carriera artistica, ma l’arrivo in Francia è l’entrare in contatto con una fervente cultura dell’arte, ha contribuito a rivelare ad Ali le sue reali propensioni. Accanto al gruppo Hyphen Hyphen, ha scritto la sua canzone “Paris me dit (Yalla ya helo!)” con cui vuole far ballare l’Europa. Ali rappresenta un messaggio di speranza per chi viene qui per realizzare i propri sogni! “Ho visto la festa in mezzo alle bombe questa sera, il mio grido si risveglia e scuote la notte. Balla con me, mi ha detto Parigi.” Una performance più intima di ciò che ci si aspettava, con lui al centro del palco ad ascoltare l’invito della sua Parigi. Anche er lui la sufficienza.
A chiudere le esibizioni e la prima fase della finale, sono 21 Juin Le Duo – Peux-Tu Me Dire? (Julien Guillemin, Manon Pècheur, Jan Orsi) Sono una coppia, proveniente da La Cluzaz in Savoia, composta da Julien e Manon. Si sono incontrati il 21 giugno di cinque anni fa sulle rive del lago di Annecy e si sono subito innamorati, decidendo di cambiare le loro vite; si stabilirono nelle Alpi per scrivere, comporre ed esibirsi. Il brano che presentano, “Peux-tu me dire?“ è un molto pop e mette in discussione positivamente la necessità di mobilitarsi insieme per combattere il cambiamento climatico, un problema di cui sono stati resi consapevoli osservando la scomparsa delle api e della neve nelle montagne in cui vivono. “poiché è giunto il momento dei grandi cambiamenti, disegniamo insieme un esercito: non c’è tempo per abituarsi, l’urgenza è dichiarata.” Un quadretto familiare, non troppo intimo, che ha meritato un 6 medio dalla giuria.
Amir si spoglia dal ruolo del capo giuria e ci offre un medley dei suoi successi.
A questo punto entra in gioco il pubblico che ha votato e che ha decretato i 7 brani che hanno superato la fase iniziale. I finalisti vengono annunciati in quest’ordine:
- Casanova
- Juliette Moraine
- Cephaz
- 21 Juin Le Duo
- Amui
- Barbara Pravi
- Pony X
Mentre a loro la giuria ha voluto che si aggiungesse LMK La terza fase non vede l’esibizione degli 8 brani in gara, ma solo un’ulteriore sessione di voti.
A riempire il tempo lasciato vuoto è Valentina che ricanta J’imagine, la canzone che l’ha vista trionfare allo Junior Eurovision Song Contest, per poi esibirsi, accompagnata dagli 8 finalisti, sulle note di Ne partez pas sans moi che ha lanciato Céline Dion nell’olimpo dei grandi nomi.
Il voto congiunto della giuria col televoto vede
- Barbara Pravi : 204 (104 + 100)
- Juliette Moraine 136 (76 + 60)
- Pony X : 124 (74 + 50)
- Casanova : 102 (22 + 80)
- Cephaz : 82 (52 + 30)
- Amui : 78 (8 + 70)
- LMK : 76 (66+ 10)
- 21 Juin Le Duo : 38 (18 + 20)
Trionfa dunque Barbara Pravi. Riuscirà la Francia, grazie a questa scelta ponderata, a rientrare nella parte alta della classifica eurovisiva?