O meglio, la musica è la base, che il più delle volte funge da collante e appiana le divergenze di ogni tipo tra Paesi distanti tra loro, anche culturalmente, però a volte non è sufficiente.
Un esempio importante è dato dai rapporti tra Armenia ed Azerbaijan, che andremo a sviluppare magari più avanti, che vanno a condizionare anche la storia eurovisiva di entrambi i Paesi, per quanto non sia l’unico esempio possibile.
Oggi ci soffermiamo sull’esperienza all’ESC dell’Armenia, che parte subito con una valenza politicamente rilevante, per quanto sia possibile.
L’Armenia entra a far parte dell’UER nel 2005, apparentemente lo fa proprio per poter prendere parte all’Eurovision Song Contest, dato che il primo annuncio che viene fatto in eurovisione è proprio quello della partecipazione all’Eurovision del 2006.
È stato il primo Paese della regione del Caucaso a competere all’Eurovision e ha collezionato 10 finali su 13 partecipazioni, sfiorando il podio nel 2008 e nel 2014.
La partecipazione è molto sentita a livello mediatico, tanto che ogni anno va in onda Eurovision Diary, un programma specificatamente progettato per raccontare le esperienze e il percorso che porta il rappresentante armeno dalla scelta ella finale dell’edizione, raccontandone la preparazione, le emozioni e gli aneddoti.
Per il debutto nel 2006 la ARMTV selezionò internamente André, con il brano Without your love.
Proprio per questa scelta si scatenarono le proteste azere. Le motivazioni che portarono alle proteste sono legate alle origini del cantante selezionato, considerato tra i maggiori interpreti della musica armena pop.
André è infatti nato a Stepanakert, capitale del territorio del Nagorno-Karabakh e i media azeri richiesero, e ottennero, che venisse rimossa l’indicazione al territorio, in quanto ufficialmente parte integrante del territorio dell’Azerbaijan.
Le polemiche non fermano però il successo del brano che riesce a raggiungere la top10 (arrivando ottava) e, di conseguenza, permette all’Armenia di accedere come finalista di diritto all’edizione del 2007.
Per la scelta del rappresentante armeno per l’edizione del 2007, fu organizzata una selezione nazionale che portò alla scelta di Hayko che, con il brano bilingue Anytime you need, conferma la top 10 ottenuta nel 2006, arrivando nuovamente ottavo.
Anche nel 2008 la scelta fu presa grazie alla selezione nazionale. Come rappresentante fu scelta Sirusho, scelta internamente, ad essere sottoposto ad una scelta da parte del pubblico fu il brano e Qélé Qélé risultò il preferito con una percentuale bulgara tra 4 canzoni. La scelta anche questa volta comprende alcune frasi in armeno, e riesce agevolmente a superare la semifinale, risultando anche il Paese con il maggior numero di 12 punti in finale (ottenendolo ben 8 volte), pur dovendosi accontentare del quarto posto con 199 punti.
Il brano risulta anche essere vincitore del premio Marcel Bezençon assegnato dai fan in quella edizione.
Il 2009 è un anno cruciale per la partecipazione armena all’Eurovision, anche per via della situazione paradossale che si è creata nei rapporti con l’Azerbaijan.
Durante la cartolina di presentazione dell’Armenia era stato mostrato un monumento presente del territorio del Nagorno-Karabakh, culturalmente vicino all’Armenia, ma politicamente appartenente all’Azerbaijan. A seguito della visione della cartolina ci furono accese proteste da parte dei funzionari azeri che portarono innanzitutto ad una modifica della cartolina di presentazione ma, anche, ad una risposta decisamente spinta verso il cavalcare la polemica: durante la presentazione dei voti da parte dell’Armenia sono state mostrate alcune immagini del monumento oggetto del contendere (We are the mountains).
Questo è solo un assaggio di quanto avvenne successivamente, che però vedremo durante la presentazione dell’Azerbaijan.
Già prima però dell’evento, le polemiche aleggiavano nell’aria.
Inizialmente erano stati indicati come rappresentanti i System of a Down, con il brano “Holy Mountains” che avrebbe fatto riferimento al genocidio armeno, ma ci fu un’interrogazione parlamentare in Turchia parlando di offesa verso il popolo turco e chiedendo che fosse impedita questa partecipazione.
Fu successivamente annunciata l’organizzazione di una finale nazionale che portò alla vittoria di Inga & Anush Arshakyanner con Jan Jan.
Il brano fu accusato, dalle agenzie di stampa azere, di plagio della canzone “Nakhchivani” del compositore azero Tofig Guliyev, ma le accuse decaddero in maniera pressoché immediata.
Nonostante tutto questo polemizzare intorno al brano, si piazzò comunque in Top10, risultando decima, per la quarta volta consecutiva.
Come per il 2009, anche nel 2010 venne resa nota una partecipazione, che vedeva protagonista Emmy, che tentava di partecipare già dal 2007, in duetto con Mihran. Questa prima indiscrezione fu smentita dall’annuncio della selezione nazionale che fu vinta da Eva Rivas con Apricot Stone, che segna la quinta top10 consecutiva per l’Armenia in finale.
Se non risultano esserci contrasti tra Armenia e Azerbaijan per questa edizione dell’Eurovision Song Contest, non vale lo stesso per il concorso parallelo dedicato ai più piccoli.
Infatti la televisione azera decise di mandare in onda il Junior Eurovision Song Contest, pur non essendo in concorso, ma quando fu chiaro che la vittoria sarebbe andata a Vladimir Arzumanyan, rappresentante armeno nato nel territorio del Nagorno-Karabakh, fu interrotta la trasmissione. Questa affermazione fu però ridimensionata dall’allora capo-delegazione armena.
Il 2011 segna la prima mancata qualificazione armena con il brano Boom Boom, interpretato da Emmy. Lei fu selezionata internamente, dopo alcuni tentativi, mentre il brano fu scelto attraverso una selezione nazionale tra quattro brani. Purtroppo proprio in quell’occasione Emmy fu vittima di una tragedia familiare che la colpì da vicino, ma non poté ritirarsi dalla competizione.
In occasione dell’evento eurovisivo arrivò solo 12° in semifinale, con 54 punti, un solo punto in meno del 10° posto che avrebbe portato alla qualificazione.
L’edizione del 2011 fu vinta dall’Azerbaijan, ma nonostante i contrasti tra l’Armenia e il paese ospitante, decise ugualmente di iscriversi alla competizione.
Il 7 marzo 2012 fu però annunciato il ritiro a seguito delle dichiarazioni infelici rilasciate dal Presidente azero Ilham Aliyev “I nostri principali nemici sono gli armeni del mondo e i politici ipocriti e corrotti sotto il loro controllo”.
Le dichiarazioni fanno seguito all’omicidio di un soldato armeno al confine, vittima di fuoco amico.
Però va detto che l’Azerbaijan aveva per quella occasione modificato la politica sui visti permettendo ai cittadini armeni, solitamente interdetti, di poter accedere in territorio azero per prendere parte alla manifestazione.
La decisione del ritiro costò cara all’Armenia che fu costretta a pagare per intero la quota di iscrizione, una multa pari alla metà della quota di iscrizione e alla messa in onda delle tre serate, con il costo per l’eurovisione. Quest’ultimo punto fu però disatteso, dato che la ARMTV trasmise solo la serata finale, andando incontro al rischio di esclusione successiva.
Il ritiro avvenne dopo la scelta del brano che avrebbe dovuto rappresentare l’Armenia all’ESC 2012.
i rappresentanti designati furono i Dorians con il brano “This is our world”.
Dopo questo ritiro, l’Armenia torna in gara nel 2013, confermando, attraverso una selezione interna la partecipazione dei Dorians e organizzando una selezione nazionale per la scelta del brano, che risultò poi essere Lonely planet, il quale si posizionò 18° in finale.
Inizialmente era stato annunciata la partecipazione del leader Gor Sujyan come solista, poi si decise per la partecipazione dell’intera band.
Nel 2014 la selezione interna riguardò sia il rappresentante che il brano.
Aram Mp3 fu annunciato nel corso del Gala di Capodanno e da quel momento si mise all’opera per il brano Not Alone che, tra i favoriti secondo i bookmakers, si posizionò al quarto posto in finale.
Dopo il successo ottenuto nel 2014, fu confermata la scelta interna anche per il 2015, optando per un “Supergruppo” Genealogy internazionale composto da 6 membri di origine armena ma residenti in luoghi differenti, in riferimento alla diaspora armena:
- Essaï Altounian, armeno-francese;
- Tamar Kaprelian, armeno-americana;
- Vahe Tilbian, armeno-etiope;
- Stephanie Topalian, armeno-americana-giapponese;
- Mary-Jean O’Doherty, australiana di origine armena;
- questi cinque membri, provenienti dai 5 continenti, rappresentano i petali del nontiscordardime, unificati dal sesto membro, Inga Arshakyan (già rappresentante armena del 2009).
Attorno alla loro scelta nasce una nuova polemica, soprattutto da parte dei media e funzionari azeri e turchi, poiché il brano scelto, Don’t deny, faceva riferimento al genocidio armeno, una sorta di appello al riconoscimento, che però gode di un riconoscimento internazionale limitato.
A causa di queste polemiche, per placarle, fu deciso di modificare parte del testo e il titolo del brano che fu così presentato come Face the shadow.
Il brano, nonostante le polemiche, riesce a raggiungere la finale dove si posiziona 16°.
Anche nel 2016 fu mantenuta la linea della selezione interna, premiando Iveta Mukuchyan con la sua LoveWave.
Prima dell’Eurovision il brano fu promosso attraverso i pre-party
Questa volta è proprio lei a provocare, consciamente, le polemiche, mostrando in Green Room la bandiera del Nagorno-Karabakh, contro il regolamento che permetteva la sola esposizione di bandiere nazionali dei Paesi partecipanti.
Lei difese il gesto ribadendo di averlo fatto per attirare l’attenzione sullo status internazionale della regione.
Durante la conferenza stampa successiva alla semifinale, Iveta sottolinea come lei stia rappresentando il suo Paese nel cuore, nei pensieri, nelle emozioni.
Dopo l’accaduto sia l’EBU che la delegazione lo condannano fortemente, ribadendo l’inammissibilità del messaggio politico in seno all’evento eurovisivo, provocando una reazione anche da parte del governo azero.
Nonostante questo, il brano conquista la finale e un ottimo settimo posto e la settima top10 per l’Armenia.
Per il 2017 l’emittente armena decise di organizzare il primo Depi Evratesil, una nuova selezione nazionale per la scelta dell’artista, portando all’annuncio di Artsvik come rappresentante e aprendo poi un bando per l’invio del brano che sarebbe stato selezionato internamente.
Il Depi Evratesil ha avuto un corso molto lungo, con 37 concorrenti e 6 giurati d’eccezione, tutti ex partecipanti all’Eurovision in rappresentanza dell’Armenia.
Il brano raggiunge la finale fermandosi al 18° posto.
Nel 2018 fu confermato il format Depi Evratesil, con alcune modifiche, che portò alla scelta di Sevak Khanagyan e al primo brano, Qami, interamente in armeno tra quelli presentati in concorso all’Eurovision Song Contest.
La partecipazione non fu molto fortunata, portando alla seconda eliminazione in semifinale.
A causa di questo risultato inatteso, per il 2019 si decise di tornare alla selezione interna, confermando la scelta di Srbuk inizialmente e poi, il 10 marzo 2019, il brano Walking Out, presentato anche nei vari eventi precedenti l’evento, come l’Eurovision in Concert o l’Eurovision Pre-Party di Madrid.
Complice il sorteggio della semifinale che l’ha vista esibirsi per prima in una serata molto ricca, Srbuk non supera la sua semifinale, ottenendo il peggior risultato per l’Armenia nella sua storia eurovisiva: un 16° posto in semifinale con soli 49 punti.
Il 2020 ha segnato il ritorno del Depi Evratesil, vinto dalla cantante greco-armena Athīna Manoukian, con il brano Chains on You che ottenne il plauso degli eurofan dopo il revamp.
Dopo l’annullamento dell’edizione del 2020, l’Armenia ha confermato la propria partecipazione, ma senza dare indicazioni sulla modalità di scelta dell’artista.
Quindi ad oggi non sappiamo ancora se Athīna sarà riconfermata oppure se la scelta cadrà su un nuovo nome.
A noi non resta che attendere di conoscere la loro scelta e riascoltare le partecipazioni precedenti.
Quali sono le vostre preferite?