Originalità ed emozione nella serata delle cover: vince Ermal MetaGiovedì, serata delle cover. Da anni, ormai, quella delle reinterpretazioni, eseguite spesso in duetto con vari ospiti, è una tradizione del Festival di Sanremo alla quale nessuno vuole rinunciare. Quest’anno, per una commovente coincidenza, questo rito si svolge proprio nel giorno del compleanno di Lucio Dalla: non sarebbe quindi stato possibile ignorare una tale ricorrenza. Per questo, l’apertura di questo Giovedì sera è affidata all’interpretazione di “4/3/1943” da parte dei Negramaro. La voce di Giuliano Sangiorgi suona incredibilmente addolcita, e il suo look ricorda più che vagamente quello di Lucio. Dopo il brano di Dalla, arriva l’esecuzione di “Meraviglioso”, per ricordare un altro grande, Domenico Modugno. Un vero e proprio incanto, per iniziare questo Giovedì sera sanremese.

La prima cover ci viene proposta da Noemi, accompagnata da Neffa, ed è un brano dello stesso Neffa: “Prima di andare via”. L’accentuazione della base dance funziona benissimo, si ha però l’impressione il volume degli strumenti sia un po’ troppo alto rispetto alla voce. In ogni caso Noemi aggiunge al pezzo una grinta inedita, e lo fa realmente decollare.

Fulminacci ha scelto Valerio Lundini e Roy Paci per “Penso positivo” di Jovanotti. Fulminacci inizia dandoci un saggio della sua abilità di batterista, e Roy Paci abbellisce il pezzo con la sua tromba, mentre Lundini doppia il canto e parte poi con un originale rap. La canzone è trascinante, e supera quasi l’interpretazione originale.

Francesco Renga ha scelto la giovanissima Casadilego per “Una ragione di più” di Ornella Vanoni. Lei è sicuramente emozionatissima, e ci sembra che non renda al massimo. L’interpretazione è senza dubbio originale, ma i salti di ottava non rendono giustizia al brano. Anche Francesco pare leggermente sottotono.

Ci trasferiamo in Romagna con gli Extraliscio, Davide Toffolo e Peter Pichler, per un medley “Rosamunda” che comprende anche “Romagna mia” e “Kasatschock”. Qui è davvero questione di “o si ama o si odia”: gli appassionati di balere si alzeranno a ballare, gli altri coglieranno l’occasione per prendersi un caffè o stendere i panni.

Siparietto di Fiorello, poi arrivano Fasma e Nesli per interpretare “La fine” dello stesso Nesli. Un problema al microfono richiede una pausa forzata per essere risolto. Un bel pezzo, un’interpretazione che si basa sui due diversi toni di voce, ma ci sembra che Fasma continui a esagerare con l’autotune.

Bugo e i Pinguini Tattici Nucleari si ritrovano qui dopo un anno, e cantano “Un’avventura” di Lucio Battisti. L’introduzione lenta è per Bugo, poi si inseriscono i Pinguini. E’ sicuramente un’interpretazione molto scanzonata, ma anche qui non mancano alcune incertezze vocali. Quel palco fa paura anche a chi ritorna.

“Un gioco musicale”, lo definisce Amadeus, e lo eseguono Francesca Michielin e Fedez. Si tratta di un medley intitolato “E allora felicità” e comprende “Del Verde” di Calcutta e “Le cose che abbiamo in comune” di Daniele Silvestri. Francesca è al pianoforte, poi si alza anche lei ed eseguono insieme una versione pazza e stralunata di “Felicità” di Albano e Romina, continuando con “Fiumi di parole” e “Non amarmi”. Il tutto è veramente originale, e l’esecuzione ineccepibile.

A causa del ben noto problema con il Covid di due suoi collaboratori, Irama stasera partecipa con la registrazione dell’unica prova disponibile. Canta “Cyrano” di Francesco Guccini, duettando con la sua voce registrata. La bellezza della canzone non si discute, l’interpretazione è a metà fra l’intimistico e l’urlato, ed è meravigliosa. E questa sarebbe una prova? Chapeau!

A ribadire il fatto che quest’anno i cantanti in gara non hanno proprio fatto le solite scelte, arriva un brano dei CCCP di Giovanni Lindo Ferretti: “Amandoti”, conosciuto soprattutto nella cover di Gianna Nannini. I Maneskin lo interpretano con Manuel Agnelli, partono quasi sottovoce e con tono basso per poi esplodere in un tango rock davvero paradisiaco. Un altro chapeau, quando c’è la professionalità vera si sente.

Ancora Jovanotti, stavolta per Random e i The Kolors: “Ragazzo fortunato”. In realtà, bisogna dire che il gruppo di Stash è nettamente superiore al “padrone di casa”. La canzone però è un classico della spensieratezza, e riesce comunque a trascinare chi la ascolta, al di là dei meriti tecnici.

Willie Peyote si è portato dietro direttamente Samuele Bersani, tanto deve interpretare la sua “Giudizi universali”, e cosa di meglio dello stesso autore? L’interpretazione non si discosta praticamente dall’originale, molto dolce e di gran classe, ma manca il guizzo di originalità.

Per un attimo ci sembra di essere tornati a un Sanremo degli anni Cinquanta, con Valeria Fabrizi che presenta Orietta Berti: ed è tutto meno che una sensazione spiacevole. Orietta si esibisce con le Deva in “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Si ha l’impressione di assistere a una lezione di canto: quattro allieve, brave ma pur sempre allieve, che prendono lezione da una professoressa. Molto dolce questo dialogo generazionale.

Gio Evan ha scelto i cantanti di “The voice senior” per “Gli anni” degli 883. Un inizio corale al limite del gospel introduce in modo trionfale la canzone. Gio Evan è seduto per terra e fa da contrasto alla serietà degli altri. In effetti, un brano nostalgico richiedeva un’interpretazione nostalgica. Chissà che effetto ha fatto a Erminio Sinni tornare su questo palco dopo tanti anni.

“L’essere infinito: lei” è il titolo del Medley scelto da Ghemon con i Neri per Caso. Si inizia con “Le ragazze”, si prosegue con “Donne”, “Acqua e sapone” e “La canzone del sole”. La vocalità di Ghemon, che spesso patisce qualche incertezza, in questo caso risulta propriamente miracolata dall’incontro con i Neri per Caso. Una bella collaborazione.

La Rappresentante di Lista ha scelto Donatella Rettore per “Splendido splendente”. La diva però si fa attendere, e il brano inizia e prosegue per diverso tempo solo con i componenti del gruppo e le due coriste con i capelli allacciati (chiedere alle sorelle Tolmachevy di russa memoria). Finalmente entra Rettore e fa il suo, bisogna però dire che l’arrangiamento è quasi identico a quello originale. Carina, ma niente di più.

Arisa e Michele Bravi affrontano “Quando” di Pino Daniele. Vestiti con estro e classe, sono due presenze discrete e gentili. L’interpretazione è “in punto di voce”, forse fin troppo delicata, e il tenersi per mano tutto il tempo con il fiore a dividerli un poco infastidisce. La canzone, si sa, è spettacolare, forse davvero intoccabile, e questo è il problema.

L’esibizione di Achille Lauro viene introdotta da una grande Monica Guerritore che interpreta un breve monologo come Penelope. Lauro, nei panni di un dio greco, duetta poi con Emma in un bellissimo quadro che esprime il riscatto del pop e della donna succube, e che ci mostra la figura di Penelope sotto una luce completamente diversa.

Madame affronta “Prisencolinensinainciusol” di Celentano riprendendo la classica scena della scuola, con sei allievi dietro ai loro banchi. Nota ironica: si tratta dei famosi “banchi a rotelle”… Ognuno tragga le proprie conclusioni. A noi basta notare che voce e interpretazione sono ancora più centrate di quanto non lo siano nel brano sanremese.

Lo Stato Sociale con Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino ci regalano “Non è per sempre” degli Afterhours. Davvero straniante vederli vestiti eleganti, senza vecchie che ballano né chissà quali scene. Interpretazione dignitosa, ma quello che veramente conta è la pacifica protesta finale contro la chiusura dei teatri. Siamo pienamente solidali.

Lo straordinario brano di Umberto Bindi per Ornella Vanoni, “La musica è finita” è interpretato da Annalisa con Federico Poggipollini. E’ sicuramente un’interpretazione moderna e ben fatta, ma anche in questo caso il brano non viene rielaborato più di tanto. Non è facile misurarsi con un monumento.

E’ la volta di Gaia con Lous and the Yakuza, che cantano “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco. Anche in questo caso si tratta di un’interpretazione estremamente fedele a quella del suo autore. Molto bella la voce di Lous, che duetta con Gaia.

“Povera Patria” è il brano di Franco Battiato interpretato da Colapesce e Di Martino con la voce registrata dell’autore. La canzone è un splendido contrasto fra dolce melodia e testo di protesta e rottura. Un momento di riflessione.

Alberto Radius e Mamakass accompagnano i Coma_Cose per un classico di Lucio Battisti, “Il mio canto libero”. Un’altra buona interpretazione, ma che ricalca molto fedelmente quella dell’autore. Si ha l’impressione che quest’anno i cantanti soffrano di un rispetto eccessivo verso i brani che reinterpretano.

Dopo la seconda esibizione dei Negramaro, Malika Ayane interpreta “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli. Circondata da tre ballerini che giocano con le giacche, Malika dà un’interpretazione suadente e jazzata di questo classico, che diventa un brano molto raffinato. Sicuramente una spanna in più di tante altre cover.

Max Gazzé sceglie “Del mondo” dei CSI e la interpreta con la Magical Mystery Band capitanata da Daniele Silvestri. E’ un’interpretazione rarefatta, quasi glaciale, eppure colpisce nel profondo. Saranno le parole, sarà lo sguardo stanco di Max che, per una volta, si è liberato degli inseparabili baffi. Fatto sta che tutto questo cattura.

Quasi in chiusura di serata, un altro omaggio a Lucio Dalla, stavolta regalato da Ermal Meta con la Napoli Mandolin Orchestra. Ermal ha indubbiamente la voce adatta per un brano come questo, e lo interpreta con partecipazione.

Ultimo cantante in gara stasera, Aiello. Ha scelto di cantare “Gianna” di Rino Gaetano insieme a Vegas Jones. Bisogna dire che questo arrangiamento si discosta totalmente dal brano che tutti conosciamo, e colpisce. Aiello sembra molto più a suo agio con questo tipo di arrangiamento, e rende la canzone più aggressiva e sfrontata. Il rap di Vegas Jones completa il quadro.

Alla fine di tutte queste esibizioni, ecco la classifica della serata:

  1. Ermal Meta
  2. Orietta Berti
  3. Extraliscio feat. Davide Toffolo
  4. Willie Peyote
  5. Arisa
  6. Maneskin
  7. Annalisa
  8. Max Gazzé
  9. La rappresentante di lista
  10. Ghemon
  11. Lo Stato Sociale
  12. Gaia
  13. Irama
  14. Colapesce e Di Martino
  15. Fulminacci
  16. Malika Ayane
  17. Noemi
  18. Madame
  19. Francesco Renga
  20. Fasma
  21. Francesca Michielin e Fedez
  22. Aiello
  23. Bugo
  24. Gio Evan
  25. Random
  26. Coma_Cose

La serata delle cover è quindi vinta da

E questa è la top ten provvisoria data dalla somma dei voti delle tre serate:

  1. Ermal Meta
  2. Annalisa
  3. Willie Peyote
  4. Arisa
  5. Irama
  6. Lo Stato Sociale
  7. Malika Ayane
  8. Extraliscio feat. Davide Toffolo
  9. Orietta Berti
  10. Maneskin