Sembrava tutto pronto e invece l’EBU si trova ad affrontare un paio di questioni piuttosto spinose soprattutto perché trattano argomenti politici.
Infatti le entry della Bielorussia e della Macedonia Del Nord sono al momento sospese in attesa di sviluppi.
Ma andiamo con ordine. Pochi minuti dopo la pubblicazione della canzone bielorussa “Ya nauchu tebya” (Io ti insegnerò) interpretata dal gruppo Galasy ZMesta, molti eurofans si sono accorti dell’ambiguità del testo e delle molte allusioni alla propaganda politica del presidente della repubblica bielorussa Aljaksandr Lukašėnko.
Il testo cantato in russo è una specie di vademecum che detta alcune regole che i bielorussi dovrebbero seguire per essere dei cittadini modello.

Una delle regole fondamentali dell’Eurovision è che i testi delle canzoni, e di conseguenza anche le performance, non debbano contenere alcun riferimento politico né esplicito né implicito.
Ovviamente il caso è arrivato prontamente ai piani alti dell’EBU il quale ha ammonito il paese e l’ha pregato di cambiare il testo della canzone, cambiala del tutto o addirittura scegliere un nuovo cantante con relativo nuovo brano. Pena la squalifica dal contest.
Al momento non siamo a conoscenza di una scadenza precisa per riparare la situazione e siamo in attesa di news dalla BTRC, la tv bielorussa.
Non ci si può distrarre un attimo che arriva un nuovo caso: la Macedonia Del Nord fa sapere che al momento sospende la propria entry in attesa di un’indagine interna della MKRTV.

Il tutto nasce dal video di “Here I stand” presentato da Vasil qualche giorno fa. Il video è girato all’interno della galleria d’arte Daut Pashin Amam e nelle varie inquadrature si scorge un’opera che riprende i colori della bandiera bulgara anche se disposte in verticale.
E fin qui nulla di strano se non fosse che i rapporti fra Macedonia e Bulgaria non sono dei migliori; da sempre le due nazioni hanno avuto numerosi screzi, l’ultimo dei quali il voto contrario all’adesione della repubblica balcanica all’Unione Europea da parte del governo bulgaro.
E come se non bastasse, il cantante ha la doppia cittadinanza bulgaro-macedone: un’altra onta per nazione che non può essere ignorata.
Tra l’altro voci di corridoio insinuano che questo putiferio sia dovuto, oltre che per malumori politici, anche per i gusti sessuali del cantante.

In queste ore infatti è in corso una riunione urgente per definire il tutto e decidere la sorte di Vasil.
Dovesse essere ritirata la partecipazione la tv macedone dovrebbe comunque pagare una salata penale.
Il dubbio che ci viene però è il seguente: Vasil è stato riconfermato dopo essere stato scelto lo scorso anno come rappresentante. Possibile che nessuno abbia sollevato la medesima questione? Se ne sono accorti solo ora a ridosso della scadenza EBU che il cantante non è idoneo, secondo loro, a rappresentare il paese?
Nelle ultime ore si sono aggiunte anche altre pesanti polemiche contro la canzone russa “Russian woman” cantata da Manizha e quella maltese “Je me casse” cantata da Destiny responsabili di avere un testo troppo femminista. Entrambe le canzoni verranno esaminate da apposite commissioni interne alle rispettive televisioni.
E l’Italia poteva starsene buona? Ma quando mai? La notizia che i Måneskin hanno dovuto cambiare le due parolacce nel testo di “Zitti e buoni” sta facendo inorridire i fans italiani che accusano l’Eurovision di censura.

I ragazzi dal canto loro non se ne preoccupano per nulla dichiarando che l’aver levato le due parolacce non cambia assolutamente il senso della canzone e che l’hanno fatto senza pensarci su due volte.
“Siamo ribelli, mica scemi!”, questa la loro risposta ai giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo album. Il senso della frase ovviamente è: “Saremmo stati degli stupidi a non cambiare le due parolacce ed essere squalificati. L’occasione di cantare davanti a 200 milioni di telespettatori ti capita una volta nella vita!”. E noi non possiamo che esserne d’accordo! Giovani ma saggi!
A quanto pare questo Eurovision Song Contest 2021 sarà sicuramente ricordato come il festival delle polemiche… e non finisce qui!