Ormai la finale dell’Eurovision è alle spalle e ci siamo svegliati per il secondo giorno di fila con la consapevolezza che siamo noi i campioni in carica, che toccherà a noi, inteso come Italia, organizzare la nuova edizione, mentre nel nostro piccolo, come OGAE Italy sarà nostro compito organizzare al meglio l’Eurofan Cafè.
Ma ci sarà tempo per parlare di queste cose, oggi, con la mente fredda, vogliamo osservare la classifica finale, analizzarla, guardare un po’ come sono andate le cose e fare un piccolo punto della situazione, naturalmente soggettivo, per quanto voglia tendere ad essere il più neutrale possibile.
La prima cosa che salta all’occhio è il fatto che gli ultimi 4 sono finalisti di diritto, 3 di questi sono abituati a queste posizioni, purtroppo, e per il Regno Unito si tratta della seconda volta consecutiva all’ultimo posto e la sesta tra le bottom5 nelle ultime dieci edizioni, ma soprattutto è la prima volta che si verifica in Nul Points da quando c’è la nuova modalità di attribuzione dei punti.
Per la Germania è la quinta bottom5, quasi di fila, interrotta solo nel 2018 dal un bellissimo quarto posto, per poi, nel 2019, sperimentare gli zero punti, che secondo me non sono mai meritati, al televoto.
Per la Spagna è la settima volta negli ultimi 10 anni, e la quinta volta di fila, anche se ogni anno la Spagna ci crede ed è una grande delusione per loro.
Vedere tre dei Big5 costantemente nelle posizioni di rincalzo, anche quando hanno proposte interessanti, sembra voler sottolineare come il ruolo di questi 5 Paesi non sia ben visto e digerito dagli altri partecipanti in gara.
Senza fare un’analisi troppo approfondita, sono presenti dati incontrovertibili.
James Newman ha portato un brano orecchiabile, allegro, trascinante, eppure ha ottenuto zero punti sia dalle giurie che al televoto.
Jendrik ha ottenuto solo 3 punti, ottenuti da Austria (2) e Romania (1), anche se va ammesso che il brano è stato percepito come una Joke Entry, senza dar peso al potenziale da Off-Broadway, l’energia e il messaggio comunicato.
Blas Cantó ha una situazione differente rispetto agli altri due. È da anni una star in Spagna, prima componente di una boy band di successo, importanti collaborazioni, la Spagna ha investito molto in questa partecipazione, per quanto gli speciali televisivi che lo hanno visto protagonista non abbiano avuto il successo sperato in patria. Il brano portato ha il giusto potenziale emozionale e una bella interpretazione, eppure ha ottenuto, come Jendrik, punti solo da due Paesi, la Bulgaria che ha dato 4 punti, e il Regno Unito, senza aver potuto contare nemmeno sui voti del vicino Portogallo.
A loro si aggiungono i Paesi Bassi, come Paese ospite.
In questo ruolo sono arrivati in bottom5 le proposte del 2015, 2017, 2018, 2019 e 2021. Quindi anche il paese ospitante ha una tradizione nelle ultime posizioni.
Ma a sorprendere è che tutti loro abbiamo ottenuto 0 punti dal televoto, nonostante siano proposte totalmente differenti tra loro.
Ma si nota anche che le prime due posizioni sono ricoperte dagli altri 2 finalisti di diritto.
L’Italia che è abituata a posizioni alte e negli ultimi 10 anni ha ottenuto 8 top10, di cui 4 podi, comprendendo questa vittoria, che arriva dieci edizioni dopo la Big5 precedente.
La Francia invece ha risultati altalenanti, pur avendo raccolto 4 volte la bottom5, ha comunque anche buoni piazzamenti, come il sesto posto di Amir nel 2016 e che riesce ad essere nella parte sinistra del tabellone.
Fa Francia ha ottenuto punteggio pieno da Spagna e dai Paesi Bassi, raccogliendo, come l’Italia, punti da tutti gli altri Paesi, ottenendo ben 7 volte i 12 punti dalle giurie e 4 volte con la suddivisione del televoto. Dall’Italia ha preso 4 punti, divisi con 1 punto dal televoto e 10 dalla giuria, mentre ne ha dati 10 ai Måneskin, ma solo dal televoto.
A sorprendere è la posizione di San Marino che ha stazionato nelle zone alte delle previsioni dei bookmakers, nelle app in cui i fan votano e nelle reaction che abbiamo potuto gustarci su Youtube.
Probabilmente l’entusiasmo è stato legato alla partecipazione di Flo Rida, che però non ha mosso quella marea di voti che ci si aspettava, anche se è probabile il successo per Senhit grazie alla spinta che questa produzione potrebbe darle.
Non sorprende invece, o lo fa solo relativamente, la posizione del Belgio: troppo elegante per il pubblico eurovisivo che, pur riconoscendo la qualità delle proposte, difficilmente tende a premiare. Ne è la prova il fatto che siano solo 3 i punti ottenuti dal televoto, due dalla Lituania e 1 dall’Ucraina, ma riuscendo comunque a comparire nelle top10 di 17 Giurie.
Come ho già detto, non è mia intenzione soffermarmi su tutte le posizioni, ma solo su quelle che mi saltano all’occhio, per un’importanza che personalmente voglio darle, come ad esempio per il 14° posto ottenuto dalla Svezia.
Si tratta della seconda volta nelle ultime 10 posizioni in cui la Svezia non raggiunge la Top10, anzi, per dirla tutta, è la terza volta che non raggiunge la Top5, ma si tratta anche del risultato peggiore, al pari di Robin Stjemberg nel 2013. Non che fosse partito con i favori dei pronostici, ma mostra un amore meno incondizionato da parte delle giurie che quest’anno lascia alla Svezia solo la 17° posizione, migliorata proprio grazie all’11° posto invece raggiunto dal televoto. Che sia la prova del vento che cambia o solo un modo per chiedere alla Svezia di portare qualcosa di nuovo e meno “safety”. Sono solo 10 le giurie, su 38 ad aver dato punti a Tusse, mentre per 18 Paesi riesce ad entrare nella Top10 del televoto. In definitiva ha ottenuto almeno un punto da 22 Paesi in gara, ma troppo pochi per onorare la tradizione da “prima della classe” che la Svezia negli ultimi anni ha costruito.
Ma colpisce soprattutto che si trovi dietro ad alcuni brani che non erano stati nemmeno presi in considerazione come finalisti, nemmeno dopo le prove, e mai visti in corsa, come ad esempio la Moldavia, che per molti era la proposta pop peggiore dell’edizione, ma che ha saputo regalare la giusta leggerezza, al pubblico che evidentemente ne aveva bisogno.
Per alcuni l’Eurovision è un modo per evadere, per sognare, senza prendersi troppo sul serio, evadendo dal momento reale, e quindi non sorprende che alcuni brani che hanno notoriamente questo scopo siano in finale. Ciò che però mi ha lasciato un po’ interdetto è però il fatto che sia riuscita ad ottenere un posizionamento migliore nonostante sia entrata nei favori di soli 13 Paesi, che hanno però dato 2 volte il massimo al televoto e 2 volte come giurie nazionali.
Anche il Portogallo sorprende ad un passo dalla Top10, con un brano dal sapore blues e anomalo rispetto alle proposte a cui i lusitani ci hanno abituati. Dopo aver superato la semifinale è balzato in top10 per gli scommettitori, ma fino a quel momento era dato in predicato per restare in semifinale, un po’ per tutti i “professati esperti”. Invece ha ottenuto voti da 24 Paesi, per quanto solo per sei di questi i voti sono arrivati anche dal pubblico.
Guardiamo la Top10, limitandoci ad un confronto con le ultime 10 edizioni, quelle da quando siamo tornati in gara.
La Grecia è 10ª, e ottiene il terzo miglior piazzamento dal 2011, preceduto dal 6° posto del 2013 e dal 7° del 2011. complice anche lo staging che per molti è stato pacchiano ma che per me che scrivo è stato un utilizzo intelligente delle tecnologie a disposizione, l’unico Paese che ha voluto osare, per quanto magari non propriamente a fuoco. Ottiene i 12 punti dalle giurie francesi e dal televoto giorgiano, oltre che, come da prassi, il punteggio pieno da Cipro.
La 9° posto abbiamo la Russia, abituata alla top10 come Paese, che negli ultimi 10 anni ha conquistato 7 top10, suddivise tra 2 argenti, 2 bronzi, un quinto posto e un settimo posto, oltre a questo nono posto fresco fresco. Ma è una specie di vittoria date le contestazioni interne che ha subito per la sua partecipazione, per il messaggio veicolato di emancipazione e col genere un po ostico, non supportato dalla lingua scelta. Ma ha comunque ottenuto punti da 29 Paesi, equamente distribuiti tra Televoto e Giurie.
La Lituania, che nel 2020 avrebbero potuto ambire alla vittoria, si fermano all’8° posto in questa edizione, ottenendo, come la Russia, punti da 29 Paesi, tra cui i 12 punti della nostra giuria, e i 12 punti al televoto da 5 Paesi, che aiuta i The Roop a migliorare il 9° posto di Donny Montell del 2016.
Al settimo posto troviamo la delusa Malta, con lo stesso messaggio portato da Manizha, anche se con un linguaggio più immediato rispetto al brano russo. Destiny è sicuramente spinta da una gran voce, ma forse ha suscitato antipatie presso il pubblico a casa, dato che partendo dal terzo posto datole dalle giurie, con 208 punti, dati da 35 Paesi (sorprende che non li abbia avuti dal Regno Unito), precipita con soli 47 punti dal televoto, di cui 6 dai britannici, che porta quindi a 36 il numero dei Paesi che ha votato per la nuova stella dell’R’n’B europeo. Anche per Malta si tratta del miglior piazzamento degli ultimi 10 anni, ma forse sperava, o credeva, di più. Anche grazie al fatto che per gli scommettitori è stata prima a lungo.
Sesta troviamo un’ottima Finlandia, con una proposta simile alla nostra. Dopo il voto delle giurie non brillava in classifica, con 83 punti dati da 19 Paesi. Poi però quando sono stati annunciati quelli del televoto, quei 218 punti sono sembrati la campana a festa anche per noi, perché significavano un sicuro apprezzamento anche per noi, magari non sicuramente da vittoria, ma un importante apprezzamento di certo. I 218 punti sono stati dati da 37 Paesi, mancando solo quelli della Georgia, e hanno permesso ai Blind Channel di ottenere il miglior piazzamento finlandese dopo la vittoria dei Lordi nel 2006.
Ottima Dark Horse è stata la proposta dei Go_A che apparentemente poteva essere molto divisiva, o la si ama o la si odia, invece riesce ad ottenere punti da tutti gli altri Paesi, passando da 1 punto dato dalla Danimarca ai 24 dati dalla Lituania, tra giuria e televoto. Risultano 9° per le giurie, ma secondi al televoto, superati solo dai nostri Måneskin. Nonostante l’ottima posizione raggiunta, non migliorano quelle già ottenute dall’Ucraina, che negli ultimi 10 anni ha una vittoria, un terzo e un quarto posto in tasca.
L’Islanda ottiene il 4° poto per le giurie con 198 punti e il quinto posto anche per il televoto, con 180 punti, portandoli, sommando tutto, al 4° posto nella classifica finale.
Sono 31 i Paesi che hanno dato i loro punti, tra giurie e televoto, e non è difficile pensare che se si fossero esibiti dal vivo, direttamente in arena, alcune giurie avrebbero sicuramente dato i loro voti. Ma in definitiva si è trattato di un ottimo piazzamento, che migliora il 10° ottenuto dagli eccezionali Hatari nel 2019, oltre ad essere la prima Top5 dal 2009 e il terzo risultato di sempre per il Paese oceanico.
Arriviamo in Top3 con i tre Paesi più quotati.
Alla fine del voto delle giurie abbiamo la Svizzera prima con 267 punti, seguita dalla Francia con 248 punti, mentre l’Italia è quarta con 206 punti.
Tra questi il primo a vedere i punti dati dal televoto è proprio l’Italia, che ottiene 318 punti, vincendo quindi il televoto, ma sappiamo che non basta vincere il televoto per avere la vittoria in Tasca, come ci hanno insegnato i ragazzi de Il Volo nel 2015, o i KEiiNO nel 2019. però con questo voto vediamo che il pubblico ha bisogno di sfogare la propria rabbia in questo momento e che vuole farlo veicolando il proprio messaggio attraverso la musica. Sono 536 i punti che il televoto ha dato al rock, quasi 1 voto su quattro di quelli attribuiti in totale attraverso il televoto, e questo vuol dire davvero molto.
La Francia al televoto ottiene 251 punti, che la portano ad essere comunque un ottima seconda, con un brano che sembrava poter far bene con le giurie e meno bene invece al televoto che in genere non ha mai premiato eccessivamente proposte di questo tipo, tranne che nel 2017 con Salvador Sobral.
Per Barbara Pravi e per la Francia, si tratta del miglior risultato dopo i due argenti consecutivi ottenuti nel 1990 e nel 1991, quando ottenne lo stesso punteggio della Svezia che fu dichiarata vincitrice per regolamento.
Resta solo la Svizzera che avrebbe potuto vincere se avesse ottenuto 258 punti, quindi sessanta meno di quelli ottenuti dall’Italia, ma ne porta a casa solo 165 voti. Pensando al fatto che le due proposte in lingua francese siano entrambe delle ballad, ottimamente interpretate, si può ipotizzare che si siano rubate punti a vicenda, sia tra le giurie che al televoto. Sono 37 i Paesi che hanno votato per il cantante di origine kosovara, tra cui l’Albania che forse proprio spinti da un sentimento di comunità, ha dato a lui il punteggio massimo di 24 punti. La Svizzera non saliva sul podio dal 1993.
L’Italia ha conquistato ogni Paese ottenendo punti al televoto da tutti i 38 Paesi che avrebbero potuto votarla, con 5 volte i 12 punti, ottenuti 4 volte anche dalle giurie, che però sono state 28.
Una conferma, questa, che le proposte, sempre diverse, portate dall’Italia, hanno seminato bene, dimostrando costanza e affezione da parte del pubblico eurovisivo.
Adesso, con 2576 punti ottenuti nelle ultime dieci finali, siamo il Paese con il punteggio maggiore, superando la Svezia che era prima fino alla scorsa edizione, che si ferma a 2451.
Un ottimo risultato che non può che essere solo un punto di partenza per riportare anche in Italia l’amore verso questa grande manifestazione.