
Il regolamento eurovisivo della scorsa edizione dell’Eurovision Song Contest prevedeva l’uso di cori pre-registrati nelle basi musicali che accompagnano l’esibizione dei cantanti in gara.
L’innovazione ha permesso di alleggerire il numero di persone presenti a Rotterdam a causa delle restrizioni Covid.
E a sicuramente giocato a favore delle tasche di alcune televisioni nazionali spesso a corto di finanziamenti.
Fino al 2019 il regolamento prevedeva che tutte le voci fossero live dando la possibilità di usufruire un massimo di 5 coristi.
Spesso la cosa andava a discapito dell’esibizione sul palco che avrebbe potuto usufruire di alcuni ballerini.

Oppure a cambiare la versione finale del brano che magari avrebbe necessitato un apporto di voci più consistente.
Grazie a questa innovazione nel 2021 abbiamo assistito a dei veri e propri show e a esibizioni vocali pressoché identiche alle versioni studio che poi si possono ascoltare su cd e sulle piattaforme musicali.
Grazie a questa regola molte canzoni in gara a Rotterdam ne hanno beneficiato.
Islanda, Grecia, Cipro, Moldavia, Paesi Bassi, Azerbaigian, Serbia, Norvegia, Germania, Finlandia, Albania, San Marino e molte altre hanno infatti potuto offrire al pubblico un ottimo spettacolo.

L’EBU infatti ha dichiarato: “Noi crediamo che dando la facoltà di usare dei cori pre-registrati diamo la possibilità agli artisti di esibirsi al meglio e al contest di evolversi. Compositori e autori potranno presentare le loro canzoni il più simili possibili a quelle originali. Questo cambio permetterà alle delegazioni e alla tv organizzatrice di alleggerire i costi”.
Ovviamente chi lo vorrà potrà continuare a usufruire dei propri coristi.
La conferma di questa nuova regola ha fatto storcere il naso a numerosi eurofans che forse hanno dimenticato che al giorno d’oggi l’uso di basi pre-registrate è diventato una vera e propria normalità.
Cori, effetti vocali e autotune sono alla base anche di programmi di successo come Amici di Maria De Filippi e X Factor.