Prima serata: Ferry Sanremo – Liverpool in partenza!
E siamo al via! Inizia per noi e per tutti la Settimana Unica di Sanremo, quella in cui milioni di appassionati italiani, e non solo, se ne stanno incollati davanti al video per ascoltare, curiosare, meravigliarsi e scoprire le canzoni che si candidano come successi della prossima stagione, e, soprattutto, come vincitrici di questo Festival.
Ma non solo. Per noi fans eurovisivi questa è la nostra selezione nazionale: perché, oramai lo sapete benissimo, il vincitore avrà la possibilità di rappresentare l’Italia alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, a Maggio… E quindi, per noi fans eurovisivi, l’eccitazione e la felicità sono doppie!
Ma ancora non solo! Quest’anno, per chi ancora non lo sapesse, l’Eurovision Song Contest si terrà a Liverpool, la città dei Beatles… E qui entro in gioco io. Proprio io, io Cristina presidente di OGAE Italy, ma anche grande fan dei Beatles da non ricordo più quanti anni. Vi basti sapere che il primo disco da me mai posseduto, a due anni, è stato “Ob-la-di ob-la-da”, e che mi fregio dell’onore di essere nata il 5 Agosto 1966, il giorno esatto in cui è stato pubblicato l’LP che per molti è la massima espressione dell’arte dei quattro di Liverpool: “Revolver”! (Non ci credete? Guardate il tatuaggio sulla mia caviglia sinistra, e la mattonella che mi sono fatta incidere agli Strawberry Fields di Liverpool).
Potevo perdere un’occasione così ghiotta? Certamente no! E quindi ho pensato di unire il tutto in allegria e in musica. Cercherò di commentare le canzoni in gara a Sanremo unendo le mie varie passioni, Sanremo, Eurovision e Beatles, e classificandole in base a quattro fattori. E’ un gioco, piuttosto schematico e poco approfondito, ma io sono pronta a scommettere che sarà divertente misurare il grado di “Beatlesaffinità” nelle canzoni di Sanremo!
Ah, e per chi non lo sapesse… Il “ferry” che nomino nel titolo è un’omaggio alla canzone “Ferry cross the Mersey” incisa nel 1964 da Gerry and the Pacemakers e colonna sonora del film omonimo: oggi forse pochi la ricordano, ma all’epoca fu un successo sia in Europa che in America e divenne il simbolo di Liverpool… prima di essere soppiantata dai Beatles!
E, tornando al nostro “Sanremo Fab Four”, questi saranno i miei criteri di valutazione:
FATTORE PAUL: il romanticismo, il sentimento, la gioia delle cose semplici e rassicuranti, ma anche con qualche guizzo di fantasia e magari una forte venatura di erotismo. L’entusiasmo dell’apertura verso il pubblico, come in un live di quelli memorabili di McCartney.
FATTORE JOHN: il tormento interiore, ma anche l’arte alla sua massima potenza, quella che non si preoccupa necessariamente di essere capita da chiunque. L’incisività, l’ironia, la protesta, l’impegno, il dualismo e la schiettezza che costituivano la grande contraddizione di fondo di Lennon.
FATTORE GEORGE: la riflessività, la calma, il momento di meditazione. L’esotismo, il viaggio interiore. La tranquillità, il rifuggire i contrasti. Il tenersi discosti ma colpire al momento giusto, proprio come faceva Harrison.
FATTORE RINGO: il divertimento più puro e spensierato, l’ironia, inclusa l’autoironia, la voglia di portare il sole in ogni momento della vita e in ogni situazione. Il gusto per la recitazione, a volte più che per la musica. Esattamente come Starr!
Vi piacerà questa spiritosa analisi? Spero! Oh, ma… siamo già ai nastri di partenza! E allora, iniziamo!
Anna Oxa – Sali (Canto dell’anima)
Personaggio originale, spesso scomodo, e in questo molto “lennoniano”. Anna ci presenta la sua arte in una versione leggermente più “soft” rispetto al memorabile “Processo a me stessa”, ma pur sempre completamente fuori dal coro. Ribelle, ascetica, rappresenta un perfetto mix tra fattore John e fattore George: questa volta Paul e Ringo sono assenti, se non il primo in qualche eco di pianoforte verso il bridge. La voce piuttosto sforzata non fa che aggiungere suggestione all’insieme. Potrebbe essere una Eleanor Rigby ribelle verso il proprio destino di oblio.
gIANMARIA – Mostro
“Woke up, got out of bed…” In qualche modo, all’inizio della canzone, mi è tornato in mente l’inciso di “A day in the life”. Non sembri blasfemo, stiamo solo giocando… gIANMARIA però non ha niente della calma olimpica di Paul, ma è piuttosto un John spinoso e ribelle, anche se l’andamento della canzone ricorda più Ringo. In effetti, ai tempi dei Quarrymen, erano in molti a pensare che Lennon fosse un mostro. Ma in realtà, proprio come gIANMARIA, era un tenero ragazzo bisognoso di affetto. Un ragazzino che crescerà.
Mr. Rain – Supereroi
Atmosfera subito super-lennoniana, peace and love, cori che ricordano brani epocali come “Give peace a chance” e “Happy Xmas”, atteggiamenti informali con cantante e bambini seduti sugli scalini del palco. La formula è chiara e non c’è bisogno di dire altro: qui siamo solo in fattore John, al limite con qualche pennellata di Ringo nell’orecchiabilità estrema del ritornello. Un brano non memorabile, ma non si fermerà neppure a stasera.
Marco Mengoni – Due Vite
La mise è quella del John dei primi tempi, pelle nera dalla testa ai piedi. Ma questo brano dolce, tranquillo, che esplode in sordina nel ritornello, è pregno del fattore George: la potenzialità di chi sembra tenersi in disparte, ma poi entra pian piano sotto la pelle di chi ascolta. Probabilmente è uno dei primi brani che ricorderemo domattina, ma allo stesso tempo non è banale né eccessivamente orecchiabile. Una “Something” di oggi?
Ariete – Mare di guai
Con questa giacca di pelle rossa, il pendente a cuore e i capelli ricci e ribelli, entriamo dritti nella “Summer of love”. Il tema è un amore perduto: ahi, “Yesterday”. Ma Ariete sembra piuttosto un tenero Ringo immalinconito, un bravo ragazzo lasciato solo in “Don’t pass me by”: un cucciolo innaffiato e disarmato. La soffocheresti di abbracci per confortarla. Andamento orecchiabile e radiofonico, si ricorderà.
Ultimo – Alba
Il John anticonformista per eccellenza, con tanto di intro pianistico. Il pezzo, però, è molto più ascetico, mistico, alla George. Talmente sussurrato nella strofa da ricordare vagamente brani come “Long, long, long”. Si perde però nel ritornello, dove la voce sembra rincorrere le note con qualche difficoltà, con un effetto vagamente Ringo. Comunque brano che andrà parecchio avanti.
Coma_Cose – L’addio
Francesca si presenta scintillante come una “Lucy in the sky with diamonds”. Qui però il paragone non è facile, se non con certi pezzi vagamente rétro di Paul, e certo l’andamento non è lo stesso. Però il brano pare addirittura molto più accessibile rispetto al loro precedente, e si farà ricordare meglio. Qualche eco di “I will”? Le intenzioni di base sono le stesse, e ci si può stare.
Elodie – Due
Eccola, la Sexy Sadie della canzone italiana. E in effetti l’andamento suadente e sensuale ricorda proprio questo brano di John. “What have you done, you made a fool of everyone…” ed Elodie è veramente pronta a rendere pazzi tutti quelli che la guardano e la ascoltano. Brano che passerà molto in radio ma dalla costruzione tutt’altro che banale. Non male.
Leo Gassmann – Terzo cuore
Già i Pinguini Tattici Nucleari, che hanno a che vedere col testo, forniscono il legame. Ma in realtà l’inciso fra la strofa e il ritornello richiama “Can you take me back where I’ve been from”… il “link” prima di “Revolution #9” sull’album bianco. Ma sì, un allegro amico di Ringo, spensierato, gioioso e sorridente. Questi sono i brani che, a un certo punto, ci vogliono e che sai che il giorno dopo saranno in ogni airplay.
I Cugini di Campagna – Lettera 22
Eh, beh, solito super-look per un debutto molto in ritardo. Brandendo strumenti musicali fioriti degni di “Sgt. Pepper’s” o perfino del “Magical Mystery Tour”, intonano un brano anni 70 diverso dai loro standard, di sapore ammodernato e molto arioso nel ritornello, rinunciando al celeberrimo falsetto. Questo è un brano tutto Paul, fatto di sole, di semplicità e di buoni sentimenti. Qualcosa in bilico fra “Good day sunshine” e “Your mother should know”. Stupefacenti, e non parlo di droghe. E se vogliamo trovare uno stretto legame con i Beatles, pensiamo alla loro “64 anni” la cui idea fu presa precisamente da “When I’m sixty-four”.
Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato
La voce tirata di Gianluca, nel ritornello, ricorda John in “Yer blues”: “Yes, I’m lonely, wanna die…” Ci stiamo dentro in pieno. Tormento, ricerca di una via d’uscita, e il rapporto complicato con il padre. La musica si apre a una speranza, ma il testo sembra ricalcare proprio la storia di Lennon, il cui padre si tenne sempre ben lontano da lui, salvo tentare la fortuna come cantante quando il figlio diventò famoso. Brano sincero e disperato, che regala un brivido.
Olly – Polvere
Carina la giacca, sarebbe stata perfetta per il componente di una band del Merseyside. Ritmo sostenuto, sorriso sulla faccia, Olly è un intrattenitore, un Ringo arrivato per portarci un sorriso: l’altro momento di vera allegria dopo Leo Gassmann. Cosa potrebbe ricordarci, dei Beatles? Qualcosa tipo “All together now”, per il ritmo trascinante? Sicuramente il loro volto allegro.
CollaZio – Non mi va
Eh no, fermi, ce n’è uno in più. Facciamo che sia Pete Best? Ma davvero è difficile paragonarli a qualcosa che sappia di Beatles, se non, molto lontanamente, un qualche “pastiche” sullo stile di “You know my name (Look up the number)”. Rap e melodico, cambi di ritmo, e un’atmosfera molto più disco 70 che Summer of Love. Carini, li ascolteremo.
Mara Sattei – Duemilaminuti
Damiano David è la firma dietro questa canzone, che usufruisce largamente dell’accompagnamento di pianoforte alla “Let it be”, ma presenta un andamento fin troppo melodico e lineare, malgrado alcune strofe più concitate, per essere paragonata alla scrittura di McCartney. E’ un brano semplice e pop, niente di impegnativo, già sentito.
Insomma, alla fine di questa prima carrellata… Sono riuscita a trovare il trait d’union fra i Beatles e la nostra selezione nazionale sanremese? Secondo me, stasera, ho fatto parecchia fatica. Giusto così? La musica si è semplicemente evoluta? Oppure? A me il giochino piace, lo trovo divertente e lo ripeterò con piacere domani sera. E chissà che non spunti proprio una gemma della quale i beatlefans possano dire “Ma questa, però!”. Per ora, concludo con la classifica della prima serata, dalla sala stampa.
14 – Anna Oxa
13 – Olly
12 – gIANMARIA
11 – Ariete
10 – Gianluca Grignani
9 – Mr. Rain
8 – Cugini di Campagna
7 – CollaZio
6 – Mara Sattei
5 – Leo Gassmann
4 – Ultimo
3 – Coma_Cose
2 – Elodie
1 – Marco Mengoni