Seconda fermata del ferry Sanremo-Liverpool!
Tutti a bordo, in partenza! Vi è piaciuta la visionaria carrellata di ieri sera, alla ricerca di una qualche beatleaffinità tra le canzoni di Sanremo e quelle dei Quattro di Liverpool, in vista dell’Eurovision Song Contest del prossimo Maggio? E allora non perdiamo tempo: senza preamboli (già abbondantemente fatti ieri) ecco a voi la seconda parte!
Will – Stupido
Qui di fattore Beatles ce n’è davvero poco, per non dire niente. Canzoncina semplice, cantata con voce estremamente giovanile e senza chissà quali picchi. Possiamo solo trovare beatleaffinità con la spensierata semplicità di Ringo e con la sua abitudine di fare sempre un poco… lo stupido.
Modà – Lasciami
A parte il gilet quadrettato di Checco, con i vestiti ci siamo anche. Per il resto, il sound in molti punti sembra più Pooh. Tematica dell’amore finito, del rimpianto, della mancanza, molto lennoniana, ma per quanto ci si sforzi qui Liverpool sembra lontana anni luce.
Sethu – Cause perse
All’inizio mi è sembrato di ascoltare uno di quei brani indianeggianti e confusi di Harrison, tipo “Within you, without you”, per intenderci. Poi si va su di un ritmo incalzante alla “Why don’t we do it in the road”, ma più inquinato dalla melodia. Forse, finora, il migliore dei giovani.
Articolo 31 – Un bel viaggio
Anche qui, per avvicinarsi un poco al Merseyside bisogna parlare di tematiche. Vite venute dal basso, molto “Working class hero” alla Lennon, di quelle storie banali perché di tutti i giorni. Tutto qui, velato di tristezza ma senza piangersi addosso.
Lazza – Cenere
Alieno, completamente alieno. In questo canto di ribellione intriso di Dardust non c’è più niente dei Quattro di Liverpool: c’è un ragazzo di oggi che si dibatte contro una realtà grigia che non vuole accettare. Attuale, da tenere bene d’occhio.
Giorgia – Parole dette male
Pezzo dalle notevoli venature jazzy, molto difficile da cantare e da capire al primo ascolto. Qualcosa suona strano, e non richiama niente in particolare se non una qualche vaga immagine da pezzi tipo “Good day sunshine” o “Martha my dear”. Ma molto vagamente.
Colapesce e Dimartino – Splash
Partono con un’atmosfera tipo “Mother Nature’s son” per poi aprirsi in un arioso pezzo anni Settanta che prosegue e completa il discorso di “Musica leggerissima”. Probabilmente è proprio questo il pezzone del festival, che traghetta la Swinging London direttamente tra i figli dei fiori.
Shari – Egoista
Non bisogna farsi depistare dall’intro pianistico tipo “Maybe I’m amazed”: quando la canzone inizia, eseguita con quella voce imbronciata che oggi sembra andare tanto di moda, non ha davvero più niente di atmosfere di Liverpool o anni Sessanta. Molto in minore, molto autotune, molto contemporanea.
Madame – Il bene nel male
Stasera, davvero, queste canzoni sono troppo contemporanee per trovare una qualsivoglia beatlesaffinintà. Forse, in questo caso, può venire in mente il ritmo incalzante dell’intro di “What you’re doing”. Per il resto, Madame confeziona un brano che cattura e, al contempo, perde gli accenti estremi di un certo modo di cantare che lo scorso anno risultava leggermente lamentoso. Brava.
Levante – Vivo
A questi introduzioni e incisi un po’ “trionfali”, all’epoca eseguiti con ottoni, i Beatles si sono avvicinati più volte (pensate a “Baby you’re a rich man”), ma per il resto Levante, come tutti stasera, gioca il suo gioco. Un bell’inno alla vita (e al piacere) che secondo noi verrà ben accolto per la sua orecchiabilità e per quel sottofondo di grinta che magari non lo percepisci più di tanto, ma è lì, pronto a saltarti addosso.
Tananai – Tango
Ma da dove è nato un dolce George da uno spiritoso Ringo? Tananai, oltre a essere un ragazzo delizioso, ha saputo rinnovarsi distruggendo lo stereotipo del primo brano divertente che viene poi oscurato dalla ballad mediocre. Qui non solo il secondo brano, pur completamente diverso, è del tutto all’altezza del primo, ma la vocalità è stata notevolmente raffinata e migliorata. Testo molto giovanile ma contemporaneo, con buone intuizioni. E la classifica parziale conferma.
Rosa Chemical – Made in Italy
“Why don’t we do it in the road? No one will be watching us!” OK, la tematica è questa. No, niente di trasgressivo, è quello che è sempre successo nel mondo: di nuovo, ma anche lì neppure tanto, c’è la voglia di mostrarlo senza problemi e senza inibizioni. Ottimo ritmo trascinante, ottima vocalità per un pezzo di questo tipo.
LDA – Se poi domani
“Now it’s time to say goodnight”: una semplice ninnananna, anche se molto più semplice e meno emozionale del brano di chiusura dell’album bianco. Questa ha un andamento scorrevole e lineare, culla con tranquillità, ma personalmente avrei evitato il kay change finale.
Paola e Chiara – Furore
Con questo grande rientro, che ci fa pensare che il tempo non sia passato, le distanze dal Merseyside sono definitivamente prese. Paola e Chiara sono solo loro stesse, magari con una venatura di maturità che si percepisce appena, ma senza avere perso tutta la loro allegria e il loro divertimento. Bellissimi i vestiti fantascientifici che le esaltano.
Che dire? In questa seconda serata le distanze dai Beatles sono state defintivamente prese, e la beatlesaffinità è andata a farsi benedire. Ma va bene così: i miti devono aprire la strada, non condizionarci. E Liverpool è pronta ad accogliere il vincitore di questa kermesse, che quest’anno non ci ha assolutamente delusi. E adesso, le classifiche.
Classifica della serata:
14 – Sethu
13 – Shari
12 – Will
11 – LDA
10 – Modà
9 – Articolo 31
8 – Levante
7 – Paola e Chiara
6 – Rosa Chemical
5 – Giorgia
4 – Lazza
3 – Tananai
2 – Madame
1 – Colapesce e Dimartino
Di seguito, la classifica generale delle due serate.
28 – Sethu
27 – Shari
26 – Anna Oxa
25 – Will
24 – LDA
23 – Olly
22 – gIANMARIA
21 – Modà
20 – Ariete
19 – Gianluca Grignani
18 – Articolo 31
17 – Mr. Rain
16 – Levante
15 – Cugini di Campagna
14 – Paola e Chiara
13 – Colla Zio
12 – Mara Sattei
11 – Leo Gassmann
10 – Ultimo
9 – Rosa Chemical
8 – Giorgia
7 – Lazza
6 – Coma_Cose
5 – Elodie
4 – Tananai
3 – Madame
2 – Colapesce e Dimartino
1 – Marco Mengoni