Venerdì sera, tempo di cover
Venerdì sera, tempo di cover. E qui riparte l’annosa diatriba: stante che lo spettacolo dei duetti e delle reinterpretazioni è sempre piacevole se non proprio entusiasmante, ogni anno ci chiediamo se sia giusta quella clausola del regolamento sanremese che include la loro votazione nel conteggio finale e la rende parte della classifica. Giusto, sbagliato? Lasciamo che siano le nostre impressioni di questa serata a suggerirci la risposta.
Primo duetto è “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato, eseguito da Ariete e Sangiovanni. Ci fa piacere ascoltare questa immensa canzone, ma, a partire dalla stessa scenografia che riproduce la copertina dell’LP, il tutto è fin troppo didascalico, senza contare che le voci dei due non ricordano neppure lontamente il tono di Battiato. Un semplice divertissement, niente più. Grazie comunque per il pensiero.
Seguono Will e Zarrillo con “Cinque giorni”. Anche qui non ci sono stravolgimenti di base, e la voce di Will suona prima troppo soffiata, poi eccessivamente alta con un salto di ottava. L’intervento di Michele, alla seconda strofa, salva la situazione. Sembrano padre e figlio che duettano nel salotto di casa: carini, comunque.
Una scelta di classe è sicuramente “American woman”, e l’hanno fatta Elodie e Big Mama. Finalmente un poco di coraggio su quel palco: il coraggio e la grinta di presentarsi come una donna rock e una donna rap. Due dark women che non concedono sconti a nessuno, uno show che non sfigurerebbe anche su palchi d’oltreoceano. Brave.
“La notte vola” viene eseguita da Olly e Lorella Cuccarini. Grazioso questo incontro fra autotune e nostalgia un poco rinverdita, ma siamo sempre in mezzo all’effetto “madre e figlio che duettano nel salotto di casa”. Lorella è sempre ottima, comunque.
Ultimo ed Eros Ramazzotti. Non amiamo particolarmente i medley, né le autointerpretazioni in queste serate. Per carità, tecnicamente parlando non c’è assolutamente niente da dire, ma dov’è il guizzo di originalità in questo pastiche fra “Adesso tu”, “Un’emozione per sempre” e “Più bella cosa”? Tutto fatto molto bene. Anche troppo.
“La fine” di Nesli è cantata da Lazza con Emma e Laura Marzadori. E’ gradevole questa interpretazione dialogata e sottolineata dal violino di Laura. Forse questi cantanti giovani dovrebbero avere il coraggio di scegliere pezzi più vicini alla loro sensibilità, e soprattutto originali. Forse una delle migliori cover finora.
Tananai con Don Joe… e una sorpresa. Quale sarà, trattandosi di “Vorrei cantare come Biagio”? Bisogna dire che questa canzone si adatta talmente bene alla voce di Tananai che, quando entra Biagio Antonacci a metà del tempo, sembra quasi che abbia interrotto qualcosa. E infatti da lì parte il solito medley. C’è feeling, comunque.
Shari e Salmo propongono un medley di Zucchero che ha persino un titolo, “Hai scelto un diavolo in me”. Inutile precisare da quali canzoni è composto. La prima, affidata alla voce fin troppo pregna di vibrazioni di Shari, risulta nettamente inferiore alla seconda, prerogativa di Salmo, molto più precisa e, allo stesso tempo, esaltante.
Grande rientro di Peppe Vessicchio alla conduzione, insieme ad Enrico Melozzi, per “Destinazione paradiso” di Gianluca Grignani con Arisa. L’attacco di Gianluca è francamente da incubo, ma Rosalba arriva in soccorso, mentre Peppe ed Enrico dirigono tenendosi per mano. Pian piano l’esibizione rientra nei ranghi e diventa molto gradevole. Televoto assicurato dai non pochi fans di Vessicchio.
Altro medley, Leo Gassmann con Edoardo Bennato e il Quartetto Flegreo. Bella la scelta iniziale di “A cosa serve la guerra”, poi si cade inevitabilmente sopra “L’isola che non c’è”. Bennato lo conosciamo, la voce soffiata di Gassmann è quasi più attorale che cantautoriale. Si ravviva con “Il rock di Capitan Uncino”. C’è molta coesione, fa quasi tenerezza Gassmann che si butta in avanti con tutta la sua incoscienza.
Medley… Articolo 31 con Fedez. Oh, adesso non crediamo che Fedez si sia improvvisamente trasformato in Brian May… Probabilmente quell’intro di chitarra è solo scena. “L’italiano medio”, “Domani smetto” e così via, in chiave molto entusiastica, ma anche qui non si va oltre. Divertenti, carini, niente di più. Avrà conseguenze quel “Giorgia, legalizzala”?
Ancora un medley, “Luce” e “Di sole e d’azzurro” per Giorgia ed Elisa. Un incontro di titani, con molta classe, arrangiamenti addolciti dalla sezione archi, e la trovata spiritosa di Elisa di utilizzare un megafono. Bravissime, non c’è altro da dire.
Colapesce e Dimartino affrontano “Azzurro” insieme a Carla Bruni. Che scenetta anni Sessanta, che carina la francesina che attacca da sola con tutta la dolcezza del suo essere, e i due italiani che la seguono. Banale, certo, ma gradevole: ci ha messo il sorriso sulle labbra.
Questa è una cover incrociata: “La forza della vita” di Paolo Vallesi e “Anima mia” dei Cugini di Campagna. Un’esibizione, nostalgica, onesta, un po’ ruffiana, pregna di bei ricordi e buoni sentimenti. Niente di originale, ma ci ha messi di buon umore.
E’ un segno? Forse, o forse è solo uno di quei brani che ti trascinano via. “Let it be” interpretata da Marco Mengoni con il Kindgom Choir, in forma di gospel, è semplicemente una spanna sopra. Qui si sente non solo l’ottima costruzione del brano, ma anche la spiritualità che lo pervade. Ironicamente… fuori dal coro.
“Quello che non c’è” di Manuel Agnelli viene interpretata insieme a gIANMARIA. Di impegno e di passione ce n’è tanto, si sente: purtroppo il timbro della voce fin troppo giovanile di gIANMARIA non si adatta assolutamente al brano, e ci ritroviamo ad aspettare con ansia le parti cantate da Agnelli. Comunque bello ascoltare questi brani un po’ meno nazional-popolari.
Mr. Rain e Fasma affrontano “Qualcosa di grande” dei Lunapop. Bisogna dirlo, pian piano le variazioni in chiave rap stanno iniziando ad annoiare: le abbiamo sentite troppe volte. Qui addirittura si rischia di dimenticarsi del brano originale. Per fortuna ci si riprende sul finale, ma in effetti l’esibizione scorre abbastanza innocua.
Madame, dove nascondevi questa voce? “Via del campo” interpretata da lei e Izi è un concentrato di dolcezza, sentimento, teatro, storia. Un consiglio, per il futuro: meno autotune, più cuore. Proprio come stasera.
Nessuno stravolgimento per “Sarà perché ti amo” interpretata dai Coma_Cose con i Baustelle: si vogliono divertire, e questo è quanto. E’ spassoso vederli replicare i Ricchi e Poveri sul palco, anche se, pensando a un capolavoro come “Playa” cantata da Bianconi… Beh!
“America” di Gianna Nannini è per Rosa Chemical e Rose Villain. Una vera e propria Guerra delle due Rose a ritmo sincopato, che ci fa scoprire anche la bella voce di lei. Il tutto sempre all’insegna della trasgressione: ma cosa è più trasgressivo, oggi?
I Modà incontrano Le Vibrazioni per “Vieni da me”. Anche qui zero stravolgimenti, tanta voglia di divertirsi, e coro del pubblico. Un momento di bell’intrattenimento, che però non aggiunge né toglie niente al brano.
Levante affronta “Vivere” di Vasco Rossi accompagnata da Renzo Rubino. Bella interpretazione emozionale, che inserisce nella canzone il grido di una donna alla ricerca di una nuova vita. Spiace che non sia anche merito di Renzo, che si limita ad accompagnarla al piano. Peccato.
Iljard Shaba è il violoncellista che accompagna Anna Oxa nella sua autocitazione di “Un’emozione da poco”. L’interpretazione è addolcita, smussati gli angoli della giovinezza, ma stasera la voce sembra tornata quella di tanti anni fa, e ci fa capire che Anna può dare ancora molto. Bello lo sviluppo “epic-rock” che eleva il brano alla massima potenza.
Grande la scelta di “Charlie fa surf” dei Baustelle: cantano Sethu e BNKR44. Diciamo che il famoso Charlie evocato da Cattelan-Bianconi doveva essere proprio un tipo come questi ragazzini, e fin qui ci possiamo stare, lo spirito c’è tutto. Ma quando, a metà canzone, si inizia a scrivere qualcosa di diverso… Come detto, già troppo sfruttato. Ma grazie per avere portato sul palco questo pezzo.
LDA canta con Alex Britti “Oggi sono io”. Interpretazione molto sentita, anche se non dissimile dall’originale. LDA sembra molto più padrone della voce rispetto a molti suoi coetanei, e la coesione ci è sembrata molto buona.
Mara Sattei ha scelto “L’amour toujours” di Gigi D’Agostino, e la canta insieme a Noemi. E’ una di quelle canzoni che lì per lì non si focalizzano, ma poi, quando parte la musica, si esclama subito “Ah, ecco!” Bello lo stacco di ottava fra le due voci, quella bassa e suggestiva di Noemi e quella alta di Mara. Interpretazione vivace e ben costruita, che ci fa battere le mani.
Siamo quasi all’arrivo con il mix di Paola e Chiara: un florilegio di loro classici mixati con le pietre miliari della disco. Energia immutata, e continua l’impressione di una nuova maturità anche se nel sound che ben conosciamo.
Ultimi, i Colla Zio con Ditonellapiaga, che cantano “Salirò” di Daniele Silvestri. Interpretazione divertente, onesta, che non aggiunge niente all’originale, ma ci fa allegria con il simpatico balletto.
La classifica di questa sera, che comprende solo i primi cinque posti, vede in testa sempre Marco Mengoni, seguito da Ultimo, Lazza, Mr. Rain e Giorgia. Ha sicuramente vinto l’interpretazione di gran lunga più emozionale, una spanna sopra le altre: malgrado questo, continuiamo a dubitare che questa serata debba avere un’influenza sulla classifica finale. Che adesso risulta così:
28 – Sethu
27 – Shari
26 – Will
25 – Anna Oxa
24 – Olly
23 – Levante
22 – Cugini di Campagna
21 – gIANMARIA
20 – Colla Zio
19 – Mara Sattei
18 – Ariete
17 – Paola e Chiara
16 – Leo Gassmann
15 – LDA
14 – Articolo 31
13 – Modà
12 – Coma_Cose
11 – Gianluca Grignani
10 – Colapesce e Dimartino
9 – Elodie
8 – Rosa Chemical
7 – Madame
6 – Tananai
5 – Giorgia
4 – Mr. Rain
3 – Lazza
2 – Ultimio
1 – Marco Mengoni