Eurovision Song Contest
L’Eurovision Song Contest ha avuto 67 edizioni, 68 se contiamo quella già organizzata ma poi annullata a causa di una pandemia che, per fortuna, ci siamo messi alle spalle.
Ma è bello notare che né i brani vincitori né i cantanti che hanno conquistato il primo posto sul podio sono quanti le edizioni vissute.
Le canzoni nell’albo doro sono 70, mentre i loro interpreti 68, questo perché nel 1969 abbiamo avuto una vittoria a quattro teste.
Due protagonisti hanno sollevato il microfono di cristallo per due volte, dandoci a tutti gli effetti il Re e la Regina dell’evento.
Una nuova serie di racconti
Con questa serie di racconti voglio raccontare la loro storia, ciò che erano prima della loro vittoria e ciò che è stato dopo.
L’eventuale conquista dei mercati, se c’è stata, una dimensione più intima invece per chi ha mantenuto i suoi fan senza guadagnarne altri…
Ma soprattutto voglio raccontare chi è parte della storia di questo universo che ci appartiene ma che, spesso, non conosciamo a fondo.
La vittoria non è stata sempre assegnata allo stesso modo.
Le modalità di voto sono cambiate nel tempo per cercare di essere tanto più vicina ad un pubblico più ampio, senza dar vita a polemiche che, inevitabilmente, si generano al termine di ogni evento.
Si passa così dalle vittorie assegnate dai voti di un pugno di giurati a quelle chiamate a furor di popolo con milioni di votanti da tutto il mondo che si uniscono alle giurie nazionali.
Proprio queste variazioni ci regalano una varietà incredibile di generi e umanità dietro a mondi musicali che spesso sembrano distantissimi dal nostro gusto, ma che (proprio per questo) ci riuniscono tutti sotto la stessa passione.
Diamo il via a questa carrellata con la prima storica trionfatrice della prima edizione del Grand Prix Eurovision de la Chanson Européenne, al Teatro Kursaal di Lugano.
Non racconterò gli eventi del concorso, solo la storia di chi lo ha conquistato.
Lys Assia
Partiamo dal fatto che Lys Assia è uno pseudonimo, scelto probabilmente per non essere associata alla famiglia, importante, da cui proveniva.
È infatti l’ultima di 12 figli di un importante imprenditore che gestiva un circuito di installazioni idrauliche tra la Svizzera e il sud della Germania, Frederic Schärer e una nobildonna appartenente alla famiglia von Rodel.
Rosa Mina (questo il suo nome) nasce nel cantone dell’Argovia nel 1924.
Cresce a Zurigo dove da subito si dedica allo studio delle discipline dello spettacolo, cominciando con la danza classica, per poi approfondire anche la musica e l’arte attoriale.
Questa sua indole artistica la porta ad avere contrasti con la madre che osteggiava queste scelte e (suppongo, poiché non è indicato nemmeno nella sua biografia) arriva la scelta di adottare uno pseudonimo per essere libera di seguire le sue inclinazioni.
Già a 16 anni entra in una compagnia di balletto, come ballerina di fila, al Corso-Palast di Zurigo.
Subito dopo viene selezionata per far parte del Riva Ballet, compagnia di balletto che ha assistito le truppe francesi durante la seconda guerra mondiale.
Il primo contratto discografico
Questa esperienza dura relativamente poco dato che a 18 anni firma il primo contratto come cantante per “La voce del Padrone” (La Voix de son Maître, nota a livello internazionale come His Master’s Voice) che era alla ricerca di nuove voci in Svizzera.
Fu notata mentre girava con l’orchestra di Eddie Bruner che, colpito dal suo potenziale, la fece esibire come solista a Nizza.
Al termine della guerra entrò nell’organico di Radio Basilea che la porta ad esibirsi in concerti in giro per l’Europa, soprattutto a Madrid e Parigi, dove ebbe la svolta della sua carriera.
Infatti nel 1948 si trovava a Parigi quando Josephine Baker avrebbe dovuto tenere un concerto al Club des Champs-Élysées.
La nota Jazzista e ballerina era però malata e fu sostituita in quell’occasione da Lys Assia che convinse tutti e riuscì ad ottenere un ingaggio per l’intera stagione successiva.
O Mein Papa
Il suo primo successo discografico fu il brano O MEIN PAPA, tratto dall’Operetta Das Feuerwerk, che la portò, nel 1950, a scalare le classifiche tedesche.
Il successo ottenuto grazie a queste prime esperienze artistiche la portò anche sul grande schermo.
Infatti prese parte, tra il 1952 e il 1957 ad una decina di film, tra cui anche Le notti bianche, diretta dal nostro Luchino Visconti, senza però dire di no anche a produzioni televisive, tra cui anche dei Film TV e serie televisive.
Prima di dare uno sguardo ai suoi anni d’oro, mi soffermerei sulla sua vita privata, poiché le sue scelte sono molto condizionate da questa.
La vita privata
Nel 1953 si lega sentimentalmente a Johann Heinrich Kunz dal quale pare abbia avuto una figlia, Maja, prima che i due si unissero in matrimonio nel gennaio 1957.
“Pare” poiché alcune biografie raccontano di come fu traumatizzata da un aborto spontaneo quando aveva circa trent’anni che la portò a non poter mai avere figli.
Il matrimonio con Henry arrivò quando ormai l’industriale zurighese si trovava nella fase terminale di una lunga malattia.
Infatti Lys restò vedova del suo primo marito solo nove mesi dopo il matrimonio.
A seguito di questo evento interrompe la carriera cinematografica, per quanto appaia in due produzioni televisive a inizio anni ‘60.
Nel 1963 arriva il secondo matrimonio con il multimilionario Oscar Pedersen, Console Generale danese a Zurigo.
Di conseguenza decide di abbandonare la carriera nello spettacolo per gestire le proprietà immobiliari e gli hotel che insieme avevano in Europa, Giappone e Sud America.
Lontana dalle luci della ribalta
Lontana dalle luci della ribalta per oltre 30 anni, resta vedova per la seconda volta nel 1995 quando a seguito di un grave incidente automobilistico Oscar perde la vita, mentre lei è costretta in sedia a rotelle per dei lunghi mesi e subisce un ictus che la costringe ad un intervento d’urgenza.
Per fortuna riesce a riprendersi al meglio e decide di trasferirsi a Cannes dove riprende l’attività sul palcoscenico.
Torna anche ad incidere brani inediti e nuovi album a distanza di oltre 40 anni dall’ultima volta in classifica.
La carriera musicale, come detto, ha inizio nel 1942, quando fu notata a Nizza e firmò per il suo primo contratto discografico, ebbe una svolta nel 1948, quando sostituì Josephine Baker per un concerto a Parigi, ed esplose nel 1950 con il primo successo legato alla reinterpretazione di una nota aria tratta da un’operetta.
La fama internazionale
Ma la fama internazionale la raggiunge vincendo la prima edizione dell’Eurovision Song Contest.
Nonostante la sua stella fosse nata in Francia e avesse cominciato a brillare in Germania, Lys Assia rappresenta la Svizzera, suo Paese natale, ma non fu la sua prima scelta.
Infatti partecipò alla selezione tedesca col brano “Ein Kleiner Goldener Ring”, fallendo la qualificazione, e solo dopo vince la selezione svizzera, venendo scelta per interpretare entrambi i brani in gara (dato che il regolamento della prima edizione prevedeva 2 brani per ognuno dei 7 Paesi in concorso).
Eurovision 1956
In questa prima esperienza eurovisiva si esibisce cantando in tedesco “Das alte Karussell” e in francese “Refrain”, ottenendo la vittoria del concorso col secondo brano, che le porta il suo primo disco d’oro.
Dopo l’annuncio della sua vittoria, era previsto che ripetesse il brano e lei, vinta dall’emozione, si interruppe nel bel mezzo della prima strofa.
Scusandosi per la sua emotività e riprendendo subito dopo, tra gli applausi del pubblico presente e conquistando grazie a questa genuina umiltà anche il pubblico radiofonico.
Ad oggi è l’unica cantante svizzera ad aver vinto il concorso, dato che la seconda vittoria è andata ad una cantante canadese.
Eurovision, il ritorno
Lys Assia torna sul palco eurovisivo anche nel 1957 con “L’enfant que j’étais”, senza però lasciare il segno.
Nel 1958 diventa la prima interprete in un brano bilingue (tedesco e italiano) nella storia dell’Eurovision e arrivando seconda, superando anche uno dei brani più iconici della storia del concorso, la nostra “Nel blu dipinto di blu”, con “Giorgio”.
Il brano racconta una gita sul versante italiano del Lago Maggiore, durante la quale si innamora di Giorgio, che sarà costretta a salutare.
Lys Assia resta nella storia della manifestazione per essere la prima vincitrice, l’unica svizzera e la prima a portare un brano bilingue.
Inoltre perché è tra i 5 artisti che hanno partecipato 3 volte di fila al concorso.
Proprio grazie a queste partecipazioni riesce a raggiungere il culmine della sua carriera musicale, diventando tra le interpreti di maggior successo in Germania, Svizzera e Austria.
Pubblica contemporaneamente per due etichette differenti.
In giro per il mondo
In questo periodo viaggia con grande successo in giro per il mondo, da Parigi a New York, passando per Madrid e Buenos Aires.
Si esibisce per la Regina Elisabetta II o il re Farouk I d’Egitto, dividendo il palco anche con Dean Martin o Marlene Dietrich.
Sono stati anni molto movimentati che l’hanno vista dividersi tra i palcoscenici di tutto il mondo, set cinematografici e il capezzale del suo primo marito.
Nel 1962 pubblica il suo ultimo album in quel periodo d’oro, ultimo piazzamento nella classifiche di lingua tedesca, prima del ritiro dalle scene per seguire le attività commerciali del secondo marito.
In questo periodo è costantemente lontana dai riflettori e diventa un evento vederla tra il pubblico durante l’edizione del 1985 a Göteborg.
Viene introdotta dalla conduttrice Lill Lindfors, che la invita ad alzarsi per prendersi gli applausi del pubblico mentre l’orchestra intona Refrain.
Dopo il terribile incidente di cui è vittima nel 1995, decide di darsi nuovamente alla musica.
Nuovi spettacoli
Nel 2002 torna quindi ad esibirsi dal vivo prima d Amburgo e poi a Brema, dove terrà una serie di spettacoli.
Nel 2003 pubblica un album di inediti a distanza di 41 anni dal precedente e torna anche a legare la sua vita con quella dell’Eurovision Song Contest.
La vediamo infatti durante la cerimonia di apertura della 48° edizione, che si tiene a Riga, in uno scambio di battute con Marie N.
Nel 2005 torna con un nuovo singolo e con la riedizione di vecchi successi, con il rilascio di ben due lavori discografici che la riportano in classifica.
Le gioie di un ritrovato amore da parte del pubblico vengono cancellate.
La paura vissuta a seguito dell’assalto dei ladri la spingono a lasciare Cannes, dove si era trasferita 10 anni prima, per tornare a Zurigo.
È comunque il 50° anniversario del suo primo grande successo internazionale e della nascita dell’evento musicale che l’ha lanciata.
Si esibisce così in giro per l’Europa e per l’evento musicale dedicato alla celebrazione: Congratulations. Ma non si ferma qui.
Una seconda giovinezza
È per lei una seconda giovinezza: è infatti ospite alla selezione tedesca del 2006, partecipa ad un concorso musicale indetto tra paesi di lingua tedesca.
In coppia con una sua scoperta e pupilla (Beatrice Egli, poi vincitrice di un talent tedesco nel 2013) raggiunge la finale.
Torna all’Eurovision Song Contest nel 2008 per aprire il televoto della seconda semifinale e nel 2009 per consegnare il premio, insieme a Dima Bilan, ad Alexander Rybak.
Ma la sua voglia di rivalsa non finisce qui.
Nel 2011 viene realizzato un film sulla sua vita diretto dal documentarista svizzero Andres Brütsch.
Pochi mesi dopo risulta tra i candidati per la selezione nazionale svizzera per rappresentare la confederazione elvetica a Baku.
Il ritorno alla gara
Ci prova con il brano “C’était ma vie”, in coppia con Ralph Siegel, ma non ottiene un buon riscontro, pur arrivando ottava nella finale nazionale.
Non si dà per vinta e ci riprova per l’edizione che si tiene a Malmö, questa volta in coppia con la band bernese New Jack, col brano “All in your head”, sempre con la firma di Ralph Siegel.
Ma ancora una volta non raggiunge il risultato sperato, venendo eliminata durante la fase preliminare.
Però in entrambe le occasioni la vediamo tra il pubblico in Arena, salutata dai conduttori.
Per l’edizione del 2013 si vociferava un suo coinvolgimento come rappresentante di San Marino.
La voce poi fu smentita dal fatto che il 30 gennaio venne annunciata la seconda partecipazione consecutiva di Valentina Monetta.
La Regina dell’Eurovision
Nel 2015 prende parte allo speciale organizzato dalla BBC, per celebrare i 60 anni della manifestazione, intitolato “Greatest Hits of Eurovision Song Contest”, dove fu incoronata “Regina dell’Eurovision”.
Fu la sua ultima apparizione pubblica, ad oltre 91 anni, prima del suo ultimo saluto avvenuto il 24 marzo del 2018.
Una vita che ne è valsa almeno tre. Successi internazionali, sofferenza, soddisfazioni; musica, cinema, imprenditoria; amori e scelte drastiche.
Ma riascoltiamola nell’esibizione dopo l’annuncio della vittoria, durante la quale si blocca per l’emozione.
E magari emozioniamoci con lei.