Più di un cantante sul palco

Più di un cantante sul palco

Nonostante si fosse aperto ai duetti, o alle formazioni a due in genere, già dalla seconda edizione, solo poche volte abbiamo visto più di un cantante sul palco.

Fino ad ora la vittoria è stata ad appannaggio di un cantante singolo che, probabilmente, risulta più rassicurante per i giurati, per quanto effettivamente abbiamo avuto due duetti al secondo posto e uno, il primo, al terzo.

È proprio con questo primo, storico, piazzamento di una coppia davanti al microfono, che ci andiamo a collegare per raccontare la storia dell’ottavo vincitore dell’Eurovision Song Contest.

Nel 1957 la Danimarca stupisce con una coppia che presenta la loro passione davanti al pubblico, colpisce e affonda.

Una coppia anche nella vita che lascia trasparire la loro intesa e che conquista il podio, per quanto sul gradino più basso.

Foto@DailyExpressHultonArchiveGettyImages

Una coppia nella vita

Nel 1963 è ancora la Danimarca a spiazzare il pubblico e le giurie, sempre con una coppia anche nella vita, sempre con una passione che però si presenta meno invadente e ancora una volta il pubblico è preso. È vittoria!

La prima per un Paese nordico, la prima per un duo, la prima con un genere un po’ più raffinato, come il Jazz.

Naturalmente, per quanto si tratti di una coppia anche nella quotidianità, come abbiamo già detto, Grethe e Jørgen Ingmann avevano una vita professionale ben distinta che ha portato entrambi ad avere belle soddisfazioni anche dome artisti singoli.

In questa occasione non credo sia giusto limitarsi a guardare ciò che hanno fatto insieme, perché sarebbe fortemente limitante nei confronti di entrambi e delle loro personalità artistiche ben distinte, per quanto fortemente amalgamabili, capaci di creare un connubio magnetico e magico.

Guarderemo quindi la storia di ognuno in maniera separata, soffermandoci, solo dopo, su ciò che hanno conquistato insieme.

Grethe Clemmensen

Cominciamo da Grethe, ma solo perché è lei che si trova in primo piano in questa occasione.

Nata Clemmensen, vive nella periferia di Copenaghen in una famiglia molto numerosa, sono infatti sei tra fratelli e sorelle, con suo padre, che fa l’operaio, e sua madre che si occupa della casa.

Già a 14 anni lascia la scuola e inizia a lavorare come sarta e poi come operaia con suo padre, ma non smette di coltivare i suoi sogni e a 16 anni debutta come corista in uno spettacolo di cabaret riuscendo in breve tempo a farsi notare dalle persone giuste.

Inizia sostituendo Inge Østergaards nel quintetto The Malihini Hawaiians, molto noti nei primi anni 50 in Danimarca, con cui ha cominciato ad apparire spesso in programmi Jazz e Swing sulla Radio nazionale danese, poi unendosi al trio guidato da Jørn Grauengaard, da cui fu notata mentre si esibiva col quintetto sul palco de “La Girafe” e con cui incisi diversi dischi.

L’incontro

Durante una delle esibizioni con il nuovo ensemble, fece conoscenza con Jørgen Ingmann che si stava esibendo sullo stesso palco con il suo gruppo.

Lei 17 anni da poco compiuti, lui 30, ma fu un vero colpo di fulmine, tanto che poco più di un anno dopo il loro incontro decisero di sposarsi e, portati a termine gli impegni con i rispettivi gruppi, decisero di mettere in piedi un duo. Ma di ciò che hanno fatto insieme, parleremo tra poco.

Nonostante l’inizio di una carriera di coppia, entrambi decisero di sfruttare i loro successi individuali, cominciando ad esibirsi e a incidere anche da soli, senza essere parte di un ensemble, né in duo.

Prima di partecipare al Dansk Melodi Grand Prix del 1963, Grethe ottiene il suo primo successo internazionale, che le permette di ottenere una buona notorietà in tutta la Scandinavia con “Hello Boy!” e prova la strada del successo sul mercato tedesco che, fino ad ora, è quello che ha dato maggiori soddisfazioni proprio ai vincitori dell’Eurovision.

Partecipa infatti per due volte allo Schlagerfestival di Baden-Baden, nel 1963, dopo il trionfo eurovisivo, e nel 1965, ma in entrambe le occasioni i riscontri di vendita sono mediocri, per quanto il secondo brano presentato per l’occasione, “Sommervind” sia stato poi scelto da Frank Sinatra che lo ha reso un successo mondiale.

Dopo circa 20 anni di vita professionale e umana condivisa, nel 1976 Grethe e Jørgen divorziano, senza grossi traumi per entrambi, dato che non passa troppo tempo prima di tornare ad unirsi ad altri amori.

Infatti già nel 1977 Grethe si risposa con Bo Augustinus.

Questa variazione a livello personale però non si riflette sull’aspetto professionale.

Infatti decide di mantenere il cognome con cui è diventata famosa a livello europeo, continuando a farsi chiamare Grethe Ingmann.

Ritorno in gara

Già pochi mesi dopo il nuovo matrimonio, la vediamo in gara per poter tornare all’Eurovision con “Eventyr” che la vede quinta.

Nel 1979 vince la selezione, in coppia con Bjarne Liller, con “Alt er skønt”, ottenendo però un parimerito con Tommy Seebach che, dopo una seconda votazione, la spunta e gareggia per l’edizione del 1979.

Nel 1980 Grethe si dà un’ultima possibilità con la selezione, dopo aver visto che comunque le giurie e il pubblico danese la apprezzano ancora, e partecipa nuovamente alla selezione danese con “Hej, hej, det swinger”, arrivando terza.

Continuerà a cantare fino alla fine degli anni 80, incidendo il suo ultimo album nel 1985 e partecipando a numerosi Gala, soprattutto in patria e, più raramente, in Norvegia e in Svezia.

L’addio alle scene

È costretta a dare l’addio alle scene a causa del peggiorarsi delle sue condizioni di salute, dovuto ai problemi d’alcolismo che l’hanno attanagliata negli ultimi anni della sua vita.

La sua ultima esibizione in pubblica, nella primavera del 1990, come ospite in televisione, è stato un saluto al suo pubblico.

Infatti muore il 18 agosto 1990 per un cancro al fegato, diventando la prima vincitrice eurovisiva a lasciare questa terra.

Una carriera di oltre 30 anni che però non ha mai visto il grande successo, vedendo come punto più alto la vittoria in coppia con il marito dell’epoca.

Jørgen Ingmann-Pedersen

Diversa invece la storia artistica di Jørgen Ingmann-Pedersen.

Secondo di tre figli di un ferroviere e di una casalinga, ha comunque l’appoggio della famiglia quando decide di dedicarsi alla musica.

Infatti comincia a suonare il violino quando ha appena 10 anni.

Comincia a riconoscere subito l’importanza del lavoro e, appena finita la scuola, a 16 anni, comincia a lavorare in una tipografia.

Con i primi guadagni si compra una chitarra e decide che vuole provare a guadagnarsi da vivere seguendo le sue aspirazioni, lasciando nello sgomento suo padre che non si capacita di questa decisione.

Ma in realtà le velleità di Jørgen non sono campate in aria: comincia subito ad esibirsi in due diverse orchestre e si fa un nome, ancora giovanissimo, come chitarrista jazz durante la seconda guerra mondiale.

Influenzato dalle novità portate dal pioniere della chitarra Les Paul.

La prima volta

La sua prima volta in un disco è nel 1944, ad appena 19 anni, chiamato per suonare in una ensemble e, dopo la liberazione della Danimarca, nel 1945, entra a far parte della band Unmelancholy Danes di Svend Asmussen, celebre e apprezzato violinista jazz, con cui pubblica numerosi dischi ed è protagonista di tournée in Danimarca, Norvegia e Svezia, raggiungendo il successo in Europa a partire da un paio d’anni dopo il loro incontro, con numerose date nei teatri in Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Svizzera, continuando a girare l’Europa fino al 1958.

Ha già più di 10 anni di carriera come apprezzato musicista quando incontra, nel 1955, Grethe Clemmensen che diventerà sua moglie e con la quale darà vita ad un duo di limitato successo.

Mentre per Grethe il sodalizio artistico rappresenta un importante elemento della sua carriera, per Jørgen non è così.

È in questo periodo che fonda il suo primo studio di registrazione in cui sperimenta tecniche multitraccia e di distorsione, in cui si auto-accompagnava con basso e batteria e incidendo con il nome “Jørgen Ingmann & his Guitar”.

Infatti la sua carriera solista non viene messa da parte e i suoi maggiori successi individuali li ottiene nei primi anni 60, dopo la nascita del duo, ma con la collaborazione artistica con la moglie questi non hanno nulla a che vedere.

In classifica negli Stati Uniti

Con la Metronome, casa discografica con cui nel ‘56 firma in coppia con la moglie, pubblica “Apache” nel 1961, che lo porta al secondo posto nelle classifiche statunitensi e a stazionare nella parte alta delle classifiche anche del Regno Unito, Canada e diversi paesi europei, per molte settimane.

In quel periodo resta nella parte alta delle classifiche statunitensi, canadesi e tedesche, anche con “Anna”, cover di un brano di Silvana Mangano (meglio conosciuto come “El negro Zumbon”) o “Zorba il greco”, oltre ad altre versione strumentali di successi internazionali o ad una vitale versione Boogie Woogie.

Nel 1963 ci sarà l’unico vero successo di coppia, escludendo la prima incisione del duo nel 1957, che però aveva una diffusione limitata, grazie alla vittoria dell’Eurovision Song Contest.

Alla fine degli anni ‘60 Jørgen diventa il direttore di produzione della Metronome e continua a pubblicare album di impronta Jazz pur concentrandosi maggiormente sulla carriera di compositore.

Grazie a questo ruolo può investire nelle registrazioni in stereo che fino a quel momento non ha potuto sfruttare per la riluttanza di Phillip Foss, suo ingegnere del suono.

Infatti nel 1968 ripropone le sue precedenti incisioni con la nuova tecnologia.

Già nel 1956 si dedicò alla composizione di un’opera moderna “Tre farger Blå” che fu però registrata solo nel 1965, dopo il successo eurovisivo.

Abbiamo già visto che la storia d’amore con Grethe è stata importante e duratura.

Un connubio iniziato nel 1955 e terminato col divorzio a inizio del 1976.

Grethe si è poi risposata nel 1977, mentre lui ha aspettato un po’ di più, convolando nuovamente a nozze nel 1979.

Il ritiro dalle scene

Si ritira dalla scene nel 1984 non riuscendo più a gestire la paura del palco che in realtà lo ha accompagnato per tutta la sua quarantennale carriera ma che si era fatta insopportabile dopo un ricovero per stati d’ansia.

Dal 1984 ha vissuto con la sua seconda moglie in totale tranquillità fino al momento della morta, sopraggiunta per un infarto nel 2015, poco prima di spegnare le sue 89 candeline.

La carriera di Jørgen lo ha visto anche un paio di volte sul grande schermo, nel 1949, ma solo come membro della ensemble che ne ha curato e riprodotto le musiche.

La differenza tra le carriere

Abbiamo guardato un po’ la storia individuale dei due vincitori dell’edizione del 1963, e abbiamo notato una certa differenza tra le carriere dei due.

Lei non è mai esplosa, nonostante le grandi possibilità e capacità.

Un inizio promettente che la vede, da adolescente, diventare una stella nascente, ma ha raggiunto il punto più alto troppo presto e anche i concerti e la partecipazioni a vari eventi in Scandinavia e in Europa sono evidentemente frutto della notorietà della controparte maschile del duo.

Infatti al momento del loro incontro Jørgen aveva già 10 anni di carriera alle spalle e ha continuato a seminare e raccogliere successi anche nel periodo in cui portava avanti il progetto di coppia.

Abbiamo già visto che il loro incontro avviene a “La Girafe”, un Music Hall a Copenaghen, in cui entrambi erano in cartellone e decidono di dare vita ad un’unione artistica e personale.

Già noti entrambi e rispettati nell’ambiente, non faticarono a trovare un’etichetta che li mettesse sotto contratto, e nel 1957 firmano entrambi con la Metronome, che poi vedrà Jørgen tra i direttori artistici.

Già da subito ottengono un buon riscontro con “Slentre gennem regn” che permette loro di girare con un ricco tour in Danimarca, Norvegia e Svezia.

Ma dopo questo buon inizio la carriera di coppia resta al palo, mentre Jørgen come solista riesce a scalare le classifiche non solo europee.

Eurovision Song Contest 1963

Per darsi una possibilità partecipano al Dansk Melodi Grand Prix e lo vincono riuscendo a partecipare all’Eurovision Song Contest che si terrà a Londra, trionfando anche lì, per quanto la loro vittoria sia stata un po’ adombrata dalle polemiche.

Già circolava la voce che le giurie nordiche si fossero organizzate per mettere fine allo strapotere francofono, in più avviene che proprio la giuria norvegese, quindi una nordica, si rende protagonista di una serie di errori al momento della comunicazione dei punti che portano poi ad una rimonta della Danimarca rispetto alla Svizzera.

Grethe e Jørgen Ingmann, più di un cantante sul palco
La top 3 dell’Eurovision 1963: da sinistra l’italiano Emilio Pericoli, la svizzera Esther Ofarim e i vincitori danesi Grethe e Jørgen Ingmann (Foto@JimmyWildsKeystoneHulton ArchiveGettyImages

Verrà comunicato successivamente, con conferma da parte dell’EBU, che al momento del collegamento non fossero ancora stati conteggiati i voti e che il portavoce norvegese, Roald Øyen, preso dal panico avesse annunciato i voti parziali che aveva in quel momento a disposizione, per poi dare i punteggi definitivi a fine turno di votazione, dopo essere stato richiamato.

Il brano che li ha portati alla vittoria, “Dansevise” ha ottenuto un discreto successo, per lo più limitato ai paesi scandinavi, per quanto ne siano state registrate anche versioni in inglese (“I loved you”) e in tedesco (“Der sommer ging vorüber”).

Dopo la vittoria eurovisiva si sono dunque concentrati sul mercato scandinavo, partecipando come duo a festival, eventi e concerti circoscritti in quella zona, adattando successi internazionali in danese e riproponendoli al loro pubblico.

Il divorzio

Hanno continuato a mantenere attivo il progetto in questo modo, dando maggiore importanza alle loro carriere da solisti, fino alla fine degli anni 60, pubblicando il loro ultimo lavoro in coppia nel 1974, e divorziando, sia nella vita che a livello artistico nei primi giorni del 1976.

Grethe ha il triste primato di essere la prima vincitrice a lasciarci nel 1990.

Ma è più bello ricordarli come i primi vincitori scandinavi, con la successiva vittoria della regione dopo oltre 10 anni da questa e la successiva danese ben 37 anni dopo.

Nel 2003 è stato pubblicato un libro con la loro storia.

Ma guardiamo uno dei più bei brani, polemica o meno, ad aver vinto la manifestazione.