Una Gigliola Cinquetti senza età
Siamo stati tra i Paesi che hanno dato origine all’Eurovision Song Contest, non solo partecipando, ma anche fornendo l’idea.
I primi a far sentire il bisogno di fissare delle regole, nello specifico legate alla durata del brano.
I primi ad aver ottenuto il successo planetario con la canzone in concorso.
Ci mancava la vittoria, che altri avevano già conquistato 2 volte o addirittura 3 volte, come la Francia.
E per farci raggiungere questo ambito traguardo è servita un’adolescente, studentessa d’arte, veneta al debutto.
Un debutto folgorante e di immediato impatto internazionale.
Le origini
Rispetto agli ultimi vincitori della manifestazione, la storia di Gigliola Cinquetti non parte da una famiglia numerosa di umili origini.
Infatti la nostra Gigliola nasce in una famiglia sicuramente agiata e, per quanto per questo dobbiamo controllare meglio le fonti, di nobili origini, come fu per Lys Assia e Jean-Claude Pascal, e da subito vede assecondate le sue propensioni artistiche.
Già a 5 anni fa la conoscenza del palcoscenico interpretando la Vergine Maria in una recita scolastica e i suoi genitori la incitano a continuare su quella strada.
Comincia così a studiare pianoforte con sua sorella Rosabianca, di nemmeno 2 anni più grande di lei, per poi spostarsi da un insegnante privato al conservatorio, fermandosi però al quarto anno, e nel frattempo comincia ad innamorarsi del canto, studiandolo privatamente con un’insegnante (la M° Andreis) che crede davvero tanto in lei.
A poco più di 11 anni partecipa, spinta dalla sua insegnante, ad una manifestazione canora organizzata dall’ENAL, aperta a cantanti adulti e lei, unica bambina sul palco del Teatro Ristori di Verona, conquistò tutti, anche se non vinse.
Negli anni a seguire si dilettò nelle cover delle canzoni che più le piacevano, reinterpretando Mina, Fred Buscaglione, Umberto Bindi, Claudio Villa o le canzoni della tradizione napoletana, partecipando a festival e concorsi locali.
A a poco più di 15 anni si esibì in un concorso radiofonico a Venezia, giudicata da Gino Becchi, notissimo Baritono dall’ampio repertorio operistico, con delle parole lusinghiere e rappresentative di quella che è la vera forza della piccola Gigliola: “La sua voce era autentica poiché non era impostata o forzata. Cantava come se stesse parlando”.
Il provino in RAI
Spinta da questo attestato di stima tentò la strada di un provino televisivo in RAI.
In fondo solo l’anno prima aveva debuttato un’altra giovanissima, poi esplosa come grande star (Rita Pavone), e lei voleva avere una possibilità.
Si presentò così al concorso per voci nuove organizzato da Gianni Ravera, insieme ad altri 128 aspiranti, riuscendo a superare le selezioni che le permettono di prendere parte alle selezioni per il Festival di Castrocaro che si svolse un mese dopo il concorso indetto da Ravera.
Il 22 settembre 1963, ancora lontana dal festeggiare il suo sedicesimo compleanno.
Si troverà a dividere il palco con nomi importanti poi negli anni successivi, tra cui Iskra Menarini, storica corista di Lucio Dalla o Caterina Caselli, eliminate prima della finale.
In questa occasione si esibisce con una cover di “Le strade di notte” di Giorgio Gaber, che le fa da padrino, e l’inedito “Sull’acqua” che la portano alla vittoria, condivisa con Bruno Filippini e le danno di diritto l’accesso al Festival di Sanremo del 1964.
In meno di 5 anni è passata dall’essere l’unica bambina sul palco di un piccolo teatro veronese, al più importante palco d’Italia per un cantante.
Sanremo 1964

Affiancata da Patricia Carli che la inciderà anche in francese con il titolo “Je suis à toi” (tarantina di nascita ma belga d’adozione, che dovrà lasciare la canzone per limitarsi a scrivere successi per altri, contribuendo al successo di Mireille Mathieu tra gli altri, a causa della gelosia del marito), si esibisce con “Non ho l’età (Per amarti)” e riesce a sciogliere anche gli animi degli ascoltatori più difficili.
Fu la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo, a cui ne seguiranno altre 11, che le daranno sempre ottime soddisfazioni.
La vittoria sanremese la porta pochi mesi dopo a rappresentare l’Italia a Copenaghen per l’Eurovision Song Contest.
Eurovision 1964
Ancora poco più che sedicenne riesce a convincere anche le giurie europee che le permettono di conquistare la medaglia d’oro anche al festival continentale.
L’evento che le permette di scalare le vette delle classifiche di mezza Europa, vendendo con il singolo di debutto (“Sull’acqua” non fu subito commercializzato) oltre 4 milioni di copie in tutta Europa, consentendole di avere una discografia stabile anche in altri Paesi solitamente ostici verso la musica italiana, come ad esempio la Francia, in cui ha costantemente pubblicato ogni suo singolo e album per quasi un decennio.
Ma ha inciso in oltre 120 Paesi, in 8 diverse lingue, prendendosi non poche gratificazioni, come il riconoscimento di una poliedrica carriera musicale con oltre 16 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
L’esperienza eurovisiva, la sua prima, le regala più di un primato.

Più di un primato
È infatti l’unica nella storia del concorso ad aver avuto la possibilità, data dalla produzione, di tornare sul palco dopo l’esibizione, per poter raccogliere gli applausi che continuavano imperterriti anche dopo la sua uscita.
Una vittoria anticipata da questo anomalo comportamento del pubblico in sala, confermata dalle giurie che la portano ad un trionfo vero e proprio, dato che in proporzione la nostra Gigliola conquista un punteggio che è 2,88 volte più alto rispetto al secondo classificato, quasi triplicando il suo punteggio, proporzione che ancora oggi non ha paragoni.
Inoltre è stata la più giovane vincitrice, con 16 anni e 92 giorni, del concorso fino ad ora e lo resterà per oltre un ulteriore ventennio, fino a quando Sandra Kim, mentendo sulla sua età, porta la prima vittoria in Belgio nel 1986.
Un successo di vendita
Abbiamo già visto che il brano fu un successo e ne è riprova il fatto che chiuse come l’88° disco più venduto dell’anno nel Regno Unito, dopo aver raggiunto il 17° posto come posizione massima, cosa davvero insolita per un brano in lingua italiana, all’epoca come oggi.
Un grande successo anche in Germania con la versione in tedesco del brano che però ha un brano in italiano fuorviante, “Luna nel blu”, presentata nella trasmissione “Musikauktion” per il pubblico teutonico, tanto che per qualche anno le pubblicazioni di Gigliola Cinquetti saranno costantemente pubblicate anche in lingua tedesca.
Anche il pubblico svedese ha dimostrato di amare il brano che ha portato la nostra prima vincitrice al successo, portandola nella Top10 nazionale, fino all’ottava posizione, militando in classifica per 15 settimane.
Il brano fu pubblicato anche in Giapponese, che in quel periodo si mostrò decisamente ricettivo verso i successi europei e aperto verso in nostri artisti.
Mentre il mondo si accorgeva di lei, Gigliola portava a termine i suoi studi presso il Liceo Artistico di Verona, abilitandosi poi anche all’insegnamento della Storia dell’Arte e delle discipline artistiche.
La passione per l’arte, il disegno e la pittura le resterà sempre nel cuore, come vedremo più avanti.
Prima di continuare a parlare della sua carriera, voglio collegarmi a questo, che è un esempio di costanza, per ricordare che, nonostante il successo e una carriera ben avviata, Gigliola decide di dedicarsi come può agli studi.
Prima iscrivendosi ad Architettura, come suo padre e come farà suo figlio, poi tentando la strada della Facoltà di Filosofia, per quanto non si sia mai laureata.
Oltre l’Eurovision
Dopo l’ubriacatura di successo ottenuta con il primo vero inedito, Gigliola torna subito a capofitto nella musica e partecipa, pochi mesi dopo la vittoria a Copenaghen, all’edizione di Canzonissima dedicata a Napoli (Napoli contro tutti).
Raggiunge la finale, e viene lanciata nel mondo del Musicarello, tipica espressione cinematografica italiana che contribuisce non poco ad accrescere la notorietà nei nostri cantanti.
Parteciperà infatti a “Canzoni, bulli e pupe” con la regia di Carlo Infascelli, che sarà la sua prima esperienza come attrice, facilitata dal fatto che dovesse cantare.
Inoltre, sempre nel 1964, la vediamo nelle vesti di co-conduttrice, insieme a Paola Pitagora, di Johnny 7, per la seconda edizione del programma che vedeva Johnny Dorelli protagonista, di cui è interprete di una delle tre sigle usate per il programma.
Questo rappresento il suo debutto anche nel mondo dorato della televisione.
Nel 1964 sembra non fermarsi mai e, oltre alle versioni in varie lingue del brano che l’ha portata al successo, prova a darsi una chance concreta in Francia e pubblica il brano “L’italiano” in duetto con Maurice Chevalier.
Chevalier era tra i più importanti nomi della cultura francese dell’epoca, grande attore, candidato anche ai Premi Oscar già nel 1930.
Contribuì alla diffusione della cultura dei musical in Europa e con una lunghissima carriera nella musica, con la sua prima incisione datata 1908, bel 56 anni prima del duetto che ha contribuito a fare di Gigliola un nome su cui prestare attenzione in Francia.
Si accosta spesso alla musica d’autore, non solo per il mercato italiano, e tra gli autori dei suoi successi troviamo spesso nomi associato al Cantautorato più raffinato.
Sanremo 1965
Torna a Sanremo già nel 1965, questa volta affiancata ad una delle più grandi star mondiali, Connie Francis, con all’attivo 100 milioni di dischi venduti.
Con “Ho bisogno di vederti” con cui raggiunge la finale fermandosi al secondo posto ufficiale, come all’Eurovision del 1956, ma ufficiosamente quinta.
Il cinema la vede ancora tra le protagoniste grazie ad altri due musicarelli, “008: Operazione ritmo” e “Questi pazzi, pazzi italiani”.
La carriera francese ottiene una svolta e tenne il suo primo concerto all’Olympia.
Sanremo 1966

Torna a Sanremo ancora una volta, per il terzo anno di fila, nel 1966, scelta da Domenico Modugno perché adesso che ha 18 anni l’età l’ha raggiunta per poter cantare dell’amore che ci emoziona e che ci stringe il cuore in “Dio, come ti amo”.
Vince ancora una volta, ma non tornerà all’Eurovision Song Contest poiché Modugno, autore del brano, impose la sua presenza, per quanto fosse in realtà invisa alla RAI, che fu la principale causa della debacle di quell’edizione, che ci portò il nostro unico “Nul Points”.
Il tutto dovuto soprattutto alle intemperanze dell’autore pugliese, affetto in quell’occasione di divismo e litigò in diretta radiofonica con l’orchestra e con la produzione, tanto che fu chiamata Gigliola in extremis per sostituire il Mimmo nazionale, per quanto poi non ce ne fu più bisogno.
Sicuramente se fosse stata lei l’interprete, amata dal pubblico, esempio di giovane interprete di successo, al servizio dei musicisti che la accompagnavano, il risultato sarebbe stato diverso.
Nonostante il risultato sul palco lussemburghese, il brano fu un successo internazionale in entrambe le versioni.
Ancora Musicarelli
Torna al cinema in ben tre film, di cui due musicarelli: “Gatto Filippo licenza di… incidere”, “Testa di rapa” (che verrà premiato per il soggetto a Venezia) e, per la prima volta protagonista di un titolo tratto da un suo brano, proprio “Dio, come ti amo”.
Torna anche a Canzonissima che in questa edizione prende il nome di “Scala Reale” e si rende protagonista di un Varietà.
Sul Programma Nazionale va in onda, per 3 puntate, la storia di Gigliola Cinquetti, precocemente baciata dal successo, e affiancata da Alberto Lupo, Ubaldo Lay, Lea Massari e Renato Rascel, che la aiutano nella sua prima vera prova televisiva, dopo la co-conduzione di due anni prima al servizio di Johnny Dorelli.
Un Disco per l’Estate
Nel 1967 decide di non prendere parte al Festival di Sanremo, ma debutta a “Un Disco per l’Estate” che la vede arrivare seconda con “La rosa nera”.
Sempre nello stesso anno dà la voce ad uno dei primi brani scritti da Francesco Guccini, a riprova della sua scelta di autori di qualità a discapito di brani più immediati.
Torna anche a Canzonissima ma, per il primo anno da quando è salita alla ribalta, non la vedremo sul grande schermo.
Sanremo 1968
Il 1968 è per lei un anno cruciale.
Inizia l’anno con il ritorno a Sanremo, per la quarta volta e la prima di sei partecipazioni consecutive, con un brano scritto da Roberto Vecchioni.
“Sera” che si ferma all’8° posto, per poi partecipare anche a “Un Disco per l’Estate” con “Giuseppe in Pennsylvania” che non avrà successo nella manifestazione ma verrà citato, l’anno dopo, nel romanzo “I milanesi ammazzano al sabato”, come uno dei brani preferiti del protagonista.
Un ritorno anche a Canzonissima, con il brano che le ha dato il secondo posto a “Un Disco per l’Estate” l’anno prima e con “Quelli eran giorni”.
Torna sul grande schermo con il suo ultimo musicarello, “Il professor matura e i suoi hippies”, ma grazie alla prova importante che ha dato in “Testa di rapa” viene scelta per ruoli drammatici in sceneggiati televisivi, come “Addio giovinezza” diretto da Antonello Falqui e “Le mie prigioni”, diretto da Sandro Bolchi, basato sulla vita di Silvio Pellico, in cui interpreta Zanze.
Diventa una prova importante per lei che fino a quel momento era stata protagonista in ruoli stereotipati di fidanzata delicata e moralmente impeccabile che metteva la famiglia al primo posto.
Fu un anno cruciale poiché a seguito dei risultati poco entusiasmanti degli ultimi brani, cambia l’impronta data alla sua produzione musicale che si fa più leggera e apparentemente meno di qualità.
Sanremo 1969
Nel 1969 torna quindi a Sanremo, questa volta in coppia con France Gall, anche lei vincitrice all’Eurovision, ma ne parleremo la prossima settimana.
Interpreta “La pioggia” che la porterà al 6° posto a Sanremo, ma soprattutto nuovamente nelle posizioni più alte in classifica in Europa, come in Italia.
In Francia sarà un grande successo come “L’Orage” e grazie a questo, almeno sul mercato francese, torna a collaborare con Maurice Chevalier in un album in francese.
Altra prova dell’anno è la sua ultima partecipazione a “Un Disco per l’Estate” con “Il treno dell’amore”.
Gli anni ‘60 sono stati fondamentali per lei e la sua carriera.
Ha avuto tutto ciò a cui si sarebbe potuto aspirare e si immette nel nuovo decennio forte di un nuovo successo.
Il nuovo decennio
Nei primi anni ‘70 si fa portavoce dei brani folk della sua terra, come da moda in quel periodo, come fece Orietta Berti, restandone ingabbiata, Milva, che innalzò il genere grazie alle sue interpretazioni d’impatto o Rosanna Fratello, che fece conoscere la musica popolare del sud in quel periodo.
Una svolta folk che le diede soddisfazione e che influenzò anche la sua nuova produzione musicale.
Inoltre dedica sempre più tempo alla pittura e alle arti decorative, attività che la aiuterà a rilassarsi e ad esprimersi in maniera alternativa, fino a farne un’altra attività artistica, come vedremo.
Sanremo 1970
Nel 1970 torna a Sanremo con “Romantico Blues”, in coppia con Bobby Solo e a Canzonissima, che diventa una tappa fondamentale per lei, adesso che la scelta del rappresentante eurovisivo passa da lì e non più da Sanremo, dove presenta “Il condor” e “La domenica andando alla messa”.
Ma la trasformazione di cui abbiamo visto prima si concretizza nel 1971 con la pubblicazione del primo dei tre album folk, “Cantando con gli amici”, ottimo lavoro di filologia musicale della musica popolare veneta.
Sanremo 1971
Torna comunque a Sanremo in coppia con Ray Conniff (con “Rose nel buio”) e a Canzonissima, portando il suo impegno folk con “Qui comando io”, “Canta bambino” e riproponendo “La domenica andando alla messa”.
Inoltre torna in TV con uno spettacolo totalmente incentrato su di lei, Ma l’amore sì, una sorta di One Woman Show in una sola serata, che ebbe un notevole successo.
Sanremo 1972
Anche il 1972 si apre con un album folk, “Su e giù per le montagne”, e con la partecipazione a Sanremo, questa volta con un brano di chiara matrice popolare, “Gira l’amore (Caro bebè)”, che la porta comunque al 9° posto in finale.
E, come ormai da qualche anno, altra tappa fissa è Canzonissima, dove presenta (o ripropone) ben quattro brani: “Tu balli sul mio cuore”, “Anema e core”, “La bohème” e “Stasera vorrei sentir la ninna nanna”.
Durante tutto questo periodo non aveva comunque abbandonato le altre attività.
Nel 1972 torna infatti anche come attrice.
È protagonista dello sceneggiato “Il bivio” in cui interpreta una giovane cantante che dopo un successo clamoroso perde il senso della realtà e conclude tragicamente la propria vita.
Sanremo 1973
Il 1973 è un anno di nuove consapevolezze per lei.
Chiude un capitolo importante, quello del festival di Sanremo, dopo 9 partecipazioni in 10 anni, 2 vittorie e tanti successi, con la sua ultima partecipazione per un lungo periodo (prima di un ritorno in epoca revival).
Al festival porta “Mistero” che viene eliminata durante le semifinali ma che mette in risalto una delle passioni di Gigliola, che abbiamo citato prima: la pittura e il disegno.
Infatti la copertina di questo 45 giri è stato disegnato da lei, come altri della sua carriera, per esempio quello de “La bohème”.
Una consapevolezza che si fa sempre più forte, quella legata alle arti visive, che la porta a iniziare una collaborazione con lo scrittore per l’infanzia Umbertino di Caprio, per il quale illustrò ben due raccolte di favole per bambini: “Il pescastelle” proprio nel 1973 e “Inchiostrino” nel 1976.
La pagina chiusa con Sanremo, non vale per altre manifestazioni musicali.
Canzonissima 1973
La troviamo infatti anche a Canzonissima, ancora una volta, con “Il tango delle capinere”, “La spagnola” e “Alle porte del sole” che la portò nuovamente alla vittoria.
Nel frattempo la Francia le dedica uno speciale televisivo, che sarà lei a condurre, su TF1 dal titolo “Midi France”, a seguito del clamoroso successo, l’ennesimo, ottenuto con la versione francese (“Dernier histoire, premier amour”) della canzone che le fece vincere Canzonissima.
Il brano non ottiene riscontri solo in Francia e in Italia (dove stanziona a lungo in prima posizione).
Tradotta in inglese riesce a scalare le classifiche inglesi e, nella versione di Al Martino, statunitensi, fino alla Top20
Nel 1973 arriva anche una terza prova folk, questa volta una virata verso la musica da balera, dal titolo “Stasera ballo liscio” che otterrà un grande riscontro commerciale, permettendole di vincere la Gondola d’oro, oltre a darle modo, a inizio del 1974, di rappresentare il genere nella trasmissione televisiva “Vino, Whisky e chewing-gum” sul Programma Nazionale.
Dal 1970 il nostro rappresentante eurovisivo veniva scelto tramite Canzonissima, quindi questa vittoria le apre nuovamente le porte dell’Eurovision Song Contest per l’edizione del 1974.
Eurovision 1974
Questa partecipazione però è vittima di una sorta di censura da parte della televisione nazionale italiana.
In Italia era infatti in corso la campagna di sensibilizzazione del referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio, che vide gli italiani andare al voto il 12 maggio.
La canzone scelta per la manifestazione si intitola “Sì” e, per quanto la tematica trattata nel brano fosse completamente diversa da quella su cui verteva il quesito referendario, la RAI e il governo, ottennero che l’evento fosse trasmesso in differita all’indomani della giornata di voto.
La finale dell’Eurovision si tenne a Brighton il 6 aprile e questo volle dire omettere per oltre un mese le informazioni relative ai risultati della gara e, soprattutto, non far ascoltare il brano nemmeno in radio per non influenzare gli elettori.
Questo suscitò non poche polemiche poiché l’accusa di mandare messaggi subliminali o addirittura avere fini propagandistici, mobilitando la censura, creò non pochi dissapori, limitando il successo del brano in Italia, apparendo a tutti gli effetti come un boicottaggio, dato che la canzone fu completamente ignorata sia dalle trasmissioni televisive che radiofoniche.
Per fortuna non fu così nel resto d’Europa e Gigliola sfiorò la seconda vittoria, arrivando a soli 6 punti dai vincitori che poi divennero il gruppo di maggior successo della storia della musica al mondo: gli ABBA.
Grazie a questo ottimo risultato, Gigliola è tra i cinque artisti ad essersi classificati sia al primo che al secondo posto nella storia della manifestazione.
Il successo commerciale
“Sì” fu tradotta in varie lingue: nella versione in inglese, intitolata “Go (Before you break my heart)” raggiunse l’ottava posizione nelle classifiche di vendita nel Regno Unito.
La versione francese, “Lui”, trasformò il testo in una classica canzone d’amore e divenne il secondo brano di maggior successo in Francia per Gigliola.
Anche le versioni in tedesco (“Ja”) e in spagnolo (che mantiene lo stesso titolo) ottengono un grande successo, per la versione in spagnolo anche oltre i confini europei.
Oltre all’esperienza eurovisiva, durante il 1974 prende parte, per l’ultima volta, a Canzonissima con “L’edera” e “Non andare via”, chiudendo con le esperienze musicali, almeno in gara, in questo periodo di successi altalenanti.
Il declino
Da questo momento arriva un periodo di declino per lei.
Sul mercato francese, che fino a quel momento è stato il più soddisfacente oltre a quello italiano, ha cominciato ad incontrare totale indifferenza per i singoli pubblicati nel 1976.
Di conseguenza la sua casa discografica decide di non insistere con la promozione oltralpe, soprattutto dopo aver osservato l’andamento e avendo notato che il suo pubblico si fosse rivolto altrove.
Ma un ventennio, quasi, di successi, non viene cancellato con un colpo di spugna, quindi questa pausa rappresenta un arrivederci.
Prima di porre un punto alla sua carriera musicale, anche se forse sarebbe meglio parlare di “Punto e virgola”, torna in sala d’incisione per un album che dimostra la sua maturità come donna, con tratti femministi che ha preso coscienza di sé.
“Pensieri di donna” però non riesce a raggiungere il successo sperato e Gigliola decide di fermarsi per un po’.
Prima però, nel 1975 e nel 1977, è stata protagonista di due show televisivi.
Per “La compagnia stabile della canzone e del varietà e comica finale” condivide la scena con Mia Martini, Riccardo Cocciante, Gino Paoli e Gianni Nazzaro, in una festa musicale in cui ognuno omaggia gli altri.
In ognuna delle puntate c’è un protagonista che reinterpreta i brani degli altri, ma che viene allo stesso tempo omaggiato con la reinterpretazione dei suoi da parte dei compagni d’avventura, per poi chiudere con momenti di comicità ad opera di Renato Rascel e Giuditta Saltarini.
Invece “L’amico della notte” è stata una trasmissione totalmente incentrata su Gigliola Cinquetti e la sua storia musicale.
La carriera giornalistica
Parallelamente a queste esperienze, Gigliola ha svolto un periodo di formazione giornalistica, che vedremo diventare importante per la sua carriera.
Nel 1979 sposa il giornalista Luciano Teodori, dalla cui unione hanno vita i due figli Giovanni e Costantino.
Giovanni attualmente ha seguito le orme professionali del padre, diventando giornalista.
Costantino invece ha seguito le passioni della madre verso l’arte e l’architettura, scegliendo questa come professione (come il nonno materno tra l’altro), dedicandosi spesso alla scultura e alle installazioni artistiche, esponendo in varie parti del mondo.
Entrambi sono poi diventati noti anche al pubblico televisivo avendo partecipato insieme ad una edizione di “Pechino Express”.
Proprio a seguito del matrimonio e della nascita dei figli, Gigliola rallenta con gli impegni lavorativi.
Parteciperà in questo periodo, come ospite, al Festival della canzone Latina di Viña del Mar nel 1979 e nel 1980.
Tornerà in televisione nel 1981 come inviata per la seconda edizione di “Linea Verde”, la partecipazione al programma di infotainment “Io, Sabato” in cui si passava dal varietà all’informazione nel corso di circa un’ora e mezza il sabato pomeriggio.
Condurrà anche l’edizione del Festival di Castrocaro, dove tornerà nel 1986.
Comincia in questo periodo l’attività di giornalista professionista per la carta stampata, scrivendo, come freelance, per diversi giornali, quotidiani e non, ma il richiamo della musica è forte per lei.
Portobello
Nel 1982 è co-conduttrice di Portobello, storico programma di Enzo Tortora, tra l’altro anche lui legato al mondo eurovisiva essendo stato portavoce e commentatore di alcune edizioni dell’evento, e si occupa anche di alcuni momenti di intrattenimento musicale.
Questi momenti di varietà si tradussero nella pubblicazione di un LP dal titolo “Il Portoballo” e torna anche con musica inedita con la pubblicazione di un nuovo 45 giri.
Il ritorno a Sanremo
Nel 1985 firma con la Baby Records che la riporta a Sanremo con “Chiamalo amore” che si classifica al terzo posto, anche se la collaborazione con la casa discografica ha vita breve.
Intanto partecipa come concorrente a “Premiatissima”, “Festivalbar”, la “Mostra Internazionale della Musica Leggera” di Venezia, per quanto riguarda l’aspetto musicale.
Parallelamente, come inviata speciale per “Uno mattina” su RAI 1 e, contemporaneamente, per “Tivù Tivù” su Canale 5 per il 1987, oltre a ricoprire il ruolo di ospite fisso per la trasmissione “Via Teulada 66” nella stagione televisiva 1988/1989.
Sanremo 1989
Nel 1989 torna nuovamente a Sanremo, con un look casual e sensuale grazie alla sua minigonna in jeans e all’accompagnamento di quattro giovani ballerini, ma la sua “Ciao” non va oltre il 18° posto.
Pur essendo un risultato deludente, torna prepotentemente in televisione come artista musicale.
Viene trasmesso su RAI 1 il suo concerto all’Arena di Verona, in una trasmissione evento intitolata “Gigliola Cinquetti torna a Verona”.
Partecipa come concorrente sia a “Una rotonda sul mare”, trasmissione dedicata al revival degli anni ‘60 e ‘70, che a “C’era una volta il Festival”, che aveva lo stesso intento ripercorrendo però i successi lanciati dal Festival di Sanremo”, entrambe in onda su Canale 5.
Su RAI 1 conduce la serata dedicata al Premio Fiuggi ‘89 ed è ospite fissa per “Ci vediamo”, rotocalco giornalistico, in cui commentava gli eventi di attualità.
Inoltre conduce sul canale internazionale della RAI il programma di attualità “Italia RAI”.
Eurovision 1991
Nel 1991, in seguito alla vittoria di Toto Cutugno a Zagabria nel 1990, viene chiamata a condurre l’edizione romana dell’Eurovision Song Contest.

Questa è la prima volta che due ex vincitori presentano insieme la serata, che viene aperta dall’esibizione di entrambi con il brano che ha portato alla loro vittoria.
La serata ha avuto notevoli rallentamenti dovuti al fatto che né Gigliola né Toto padroneggiavano le lingue ufficiali dell’EBU, nonostante le ricche carriere internazionali, e hanno quindi condotto la serata quasi esclusivamente in italiano, usando parzialmente il francese e l’inglese solo durante la votazione.
Non poche le difficoltà nel comprendere i voti dati telefonicamente dai portavoce degli altri Paesi in gara, tanto che il supervisore Frank Naef è intervenuto almeno una ventina di volte per correggere gli errori.
Sempre nel 1991 pubblica “Tuttintorno” per il mercato italiano, che non va bene in termini di vendite, nonostante la promozione fatta durante la trasmissione “Festa di compleanno” che conduceva su Telemontecarlo.
Nel 1992 torna a fare capolino sul mercato musicale francese con “La Poésie d’une femme”, suo ultimo album in studio, che la riporta ad apparire sulla TV francese.
Intanto, nel 1994, la sua scelta di dedicarsi alla televisione, si fa sempre più preponderante, per quanto in trasmissione legate alla musica, come ad esempio “C’era una volta il festival di Napoli” su Telemontecarlo o “La festa della mamma” su Rai 1.
Sanremo 1995
Però, nonostante non abbia più pubblicato degli album, si presta ancora alla musica e lo fa con la sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo, con “Giovane vecchio cuore” scritta da Giorgio Faletti, che arriva ad un onorevole 14° posto in classifica.
Dopo questa partecipazione darà l’addio al canto (ma, come già detto, il richiama della musica sarà più forte) per dedicarsi all’attività di giornalista e conduttrice televisiva.
Nel 1995 è ancora al timone di una trasmissione dedicata alla musica napoletana, questa volta su RAI 1.
Dal 1996 però la RAI le affida trasmissioni di tenore differente, con una impronta più giornalistica, tra cui un programma d’inchiesta dedicato alle donne che hanno fatto la storia italiana.
Nel 1997 debutta a teatro con la commedia “L’uomo che inventò la televisione” che però non incontra i favori del pubblico.
Ritorno in TV
Però si risveglia l’amore per la recitazione e la vediamo in “Commesse” tra il 1999 e il 2002 e nel film di Pupi Avati “I cavalieri che fecero l’impresa”
Per tutti gli anni 2000 è impegnata in televisioni sulle reti della televisione pubblica nazionale e nel 2008 viene omaggiata con il premio “Giulietta alla Donna” per la sua poliedrica carriera in Italia e nel mondo.
Successivamente riduce anche i suoi impegni televisivi, apparendo come giurata in “Attenti a quei due” nel 2011, conducendo il Premio Campiello nel 2012 e partecipando come concorrente a Tale e Quale Show.
Proprio questa esperienza risveglia in lei il richiamo della musica e, complice suo marito, il 2013 inizia con il ritorno alle esibizioni dal vivo per il concerto evento “Tuffo al cuore”, prima al Teatro Nuovo di Verona, poi al Giacosa di Aosta, con nuovi arrangiamenti dei suoi tanti successi, accompagnata da un’orchestra composta da giovani musicisti e un coro di allievi.
Sempre nel 2013 viene invitata a prendere parte ad un concerto itinerante, organizzato in Francia, che mette a confronto vecchie e nuove stelle che hanno contribuito alla storia della musica francese.
Âge Tendre et Tête de Bois la vede esibirsi davanti a migliaia di spettatori in circa 50 date a cavallo tra il 2013 e il 2014.
Un tuffo nel passato per lei che torna ad incidere, questa volta in duetto con suo figlio Costantino, nel 2013, un brano (“Leggerezza”) che sarà contenuto in una compilation dedicata alle isole Capo Verde.
Nel 2015 arriverà il suo ultimo, questa volta per davvero, album di inediti, “20.12”, anticipato dal singolo “Lacrima in un oceano”.
Nel 2014 vede la luce un altro importante lavoro per la nostra Gigliola.
Il primo libro
La pubblicazione del suo primo libro, un romanzo anomalo composto da 22 racconti che ne rappresentano i capitoli, slacciati tra loro se non per il fil rouge dell’incontro tra culture e mondi differenti: “In viaggio con lei”.
Tiene il suo ultimo concerto nel 2017 in Francia e torna in TV in apparizioni saltuarie, sempre in RAI, con un impegno maggiore tra gli “Affetti stabili” di Serena Bortone in “Oggi è un altro giorno”.
Era stata chiamata come ospite per l’edizione del 2020 dell’Eurovision Song Contest, ma l’edizione fu annullata a causa della pandemia che ha tenuto tutti col fiato sospeso per tre anni.
Ha però avuto questo onore per l’edizione torinese, dopo la terza vittoria italiana.
Eurovision 2022
Si è così esibita, il 14 maggio 2022, emozionando tutti intonando “Non ho l’età (per amarti)” dopo 58 anni dalla sua vittoria.
Il suo ultimo collegamento con il mondo eurovisivo lo abbiamo però con la sua partecipazione come commentatrice per lo Junior Eurovision Song Contest 2022.
60 anni di carriera per una delle più grandi artiste italiane.
Una delle più importanti interpreti che abbiano partecipato all’Eurovision Song Contest.
Circa 70 album pubblicati, tra album di inediti, raccolte o live e centinaia di singoli su 120 mercati internazionali.
E tutto nasce dalla vittoria a Copenaghen che oggi possiamo vedere solo ricostruita.
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Le foto a colori di Gigliola su AwugaYouTube