La classe del 1947
Per la quarta volta in cinque anni a trionfare è una giovane cantante del 1947, generazione vincente già nel 1964 con la nostra Gigliola Cinquetti e con le vincitrici successive.
Il vento è a tutti gli effetti cambiato in ambito musicale e il pubblico dà sempre più fiducia alle nuove leve e a nuovi modi di intendere la musica.
A questa generazione dobbiamo molto di ciò che conosciamo oggi a livello Eurovisivo.
La vincitrice più giovane, per un lungo periodo, a dimostrazione che c’è bisogno di freschezza.
La prima canzone Pop, che apre la manifestazione al pubblico più giovane e ai generi che impazzano sul mercato, mettendo in ombra gli artisti più navigati.
Le prime affermazioni di ben tre di quelli che saranno, poi, parte dei Big5: Italia nel 1964, Regno Unito nel 1967 e Spagna nel 1968.
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María de los Ángeles Félix Santamaría Espinosa
Conosciamo meglio María de los Ángeles Félix Santamaría Espinosa, conosciuta come Massiel, grazie al nomignolo che le fu dato dal suo insegnante di danza classica quando era bambina.
Figlia di un impresario musicale, manager tra gli altri dei Los Bravos, primo gruppo pop spagnolo ad aver avuto successo nel mondo non ispanico grazie a “Black is black” che arrivò seconda nel Regno Unito e quarta nelle classifiche statunitensi, dei Los Brincos, conosciuti come “I Beatles spagnoli” per il grande impatto in America Latina, di Karina, che vedremo in gara all’Eurovision, o Miguel Ríos, uno dei pionieri del Rock in Spagna.
Questo fa capire che avrebbe potuto avere la strada spianata qualora avesse voluto, affidandosi alla professionalità di suo padre sin da subito, e probabilmente è stato proprio lui a permetterle di dare il via alla sua carriera musicale.
Sin da bambina si dedica all’arte e allo spettacolo, studiando danza, canto e recitazione e dopo una formazione nell’ambito dello spettacolo, a 19 anni, si esibisce per la prima volta in pubblico e comincia a partecipare a vari festival in giro per il mondo, come il Festival delle Rose a Roma, il festival di Viña del Mar in Cile o Il festival di Maiorca, dove vince il suo primo premio, conquistando la critica, grazie al brano “Rufo el pescador”.
Parallelamente alla carriera musicale, si dedica anche alla recitazione e nel 1967 prende parte ai suoi primi tre film, “Vestido de novia”, “Codo con codo” e “Días de viejo color”, ma non perché non stesse riscuotendo successo.
La prima volta in vetta
Anzi, nello stesso anno, conosce l’ebbrezza della sua prima volta in vetta alle classifiche, non in Spagna, dove comunque ottiene un grande successo, ma in America Latina, dove diventa una star soprattutto in Messico, grazie al brano “Rosas en el mar” e alla collaborazione con Luis Eduardo Aute, che la spinge verso le prime canzoni di protesta in lingua spagnola (il singolo citato ad esempio è dedicato alla rivoluzione cubana e trae ispirazione melodica dalla musica di Bob Dylan).
Eurovision 1968
La sua strada era sicuramente già spianata, ma a dare una spinta sull’acceleratore è stata la partecipazione, non prevista, all’Eurovision Song Contest che si tenne a Londra il 6 aprile del 1968.
Partecipazione non prevista perché le fu proposto solo il 29 marzo, 9 giorni prima.
Ma spieghiamo un po’ cosa successe.
Inizialmente la TVE contattò Joan Manuel Serrat, giovane cantautore catalano che ebbe il suo exploit solo pochi mesi prima, per quanto fossero alcuni anni che militava nell’ambiente musicale spagnolo.
Fu selezionato internamente nonostante fosse uno dei membri più influenti della Nova Cançó in Catalogna, probabilmente perché non era mai stato un problema per lui esibirsi nella lingua ufficiale della Comunità Autonoma d’origine, alternandola con il castigliano, lingua che la politica linguistica della Spagna Franchista imponeva per legge, a discapito delle comunità linguistiche comunitarie.
Ma poco prima della partenza per Londra, Serrat si impose e puntò i piedi sulla sua decisione insindacabile di interpretare il brano in catalano, in aperto conflitto con le autorità spagnole, sfidando le autorità e la TVE stessa, che fu costretta a sostituirlo, nonostante l’interprete avesse già iniziato la promozione del brano “La, La, La” e l’avesse registrata in diverse lingue.
La Novola, piccola casa discografica a cui faceva capo Serrat, aveva come altra artista di punta Massiel, che cominciò ad avere successo nello stesso periodo, per quanto stesse spingendo molto di più sul mercato sudamericano, sostenuta dal padre impresario.
Una sostituzione fortunata
Il 29 marzo, dicevamo, fu raggiunta da una telefonata dalla TVE che le propose una sostituzione in corsa e lei, coraggiosamente o ingenuamente, accettò.
Si trovava in Tour in Messico quando prese un volo per Madrid e, in una settimana appena, registrò il brano in 5 lingue diverse (castigliano, tedesco, inglese, francese e italiano) e si preparò all’evento che la aspettava e che ha contribuito al successo mondiale.
Ad aiutarla ci furono le coriste che erano state già selezionate precedentemente, Mercedes Valamaña, María Jesús Aguirre e Cristina Fernández (che a Londra fu sostituita da Maria Dolores Arenas) che divennero molto note dopo aver contribuito alla vittoria, tanto da diventare le voci di supporto più ambite tra la fine degli anni 60 e la metà degli anni 70, mutuando il loro nome d’arte dal brano che le ha rese celebri: “Trío La La La”.
Non era certo che ci sarebbe riuscita, tanto che la TVE aveva già pronta l’alternativa a Massiel, puntando sugli autori (il Dúo Dinámico, molto apprezzato come interpreti, oltre che come autori), eppure Massiel ha avuto la grande professionalità di entrare nel ruolo e conquistare le giurie, tanto da vincere, seppure con un solo punto di distacco, sul super favorito Cliff Richard.
La vittoria la rese nota a livello internazionale, ma fu anche frutto di numerose polemiche, sia subito dopo l’evento che 40 anni dopo.
Al ritorno in patria, Massiel fu accolta come un’eroina e il governo le attribuì una delle più alte onorificenze possibili: il Lazo de Isabela la Católica.
Avrebbe dovuto riceverlo direttamente dalle mani di Francisco Franco durante una celebrazione pubblica in suo onore, ma rifiutò e fu, per questo, bandita per un anno dalle trasmissioni della televisione pubblica, salvo una fugace apparizione durante lo speciale di Capodanno.
Lo scandalo
Dopo 40 anni quell’edizione dell’Eurovision fu riportata in auge da un documentario-inchiesta curato da José Maria Íñigo: “1968: Yo viví el mayo español”.
Nel documentario, trasmesso da La Sexta, furono fatte illazioni su presunti brogli, spingendo sul fatto che il regime franchista volesse acquisire, agli occhi degli europei un’immagine, più amabile e credeva che farlo attraverso una manifestazione musicale, seguita e apprezzata in tutto il continente, potesse risultare più diretta.
Si parlò dell’acquisto dei voti, corrompendo alcune televisioni in gara, promettendo la promozione di artisti dei loro paesi e l’acquisto di produzioni locali per il mercato iberico.
Effettivamente ci fu un boom di produzioni straniere in quegli anni, ma tutte legate a Paesi non in gara, quindi senza giurie corruttibili.
Naturalmente queste dichiarazioni non passarono inosservate nemmeno alla stampa britannica, che polemizzò portando lo stesso Cliff Richard a scherzarci su, ironizzando sulla possibilità di ricevere il premio in ritardo.
Iñigo ritrattò tutto, dichiarando di aver presentato una voce comune in quel periodo, accusando, con Massiel, l’emittente di aver manipolato le parole, estrapolandole dal contesto, in maniera tale da par passare un messaggio ambiguo, screditando l’artista vincitrice, 40 anni dopo quel trionfo, per difendere e sostenere il controverso rappresentante spagnolo nell’edizione in corso nel 2008, Rodolfo Chikilicuatre con “Baila el Chiki-Chiki”.
L’EBU stessa fu costretta a rilasciare una dichiarazione per confermare i risultati finali del 1968, legittimando la vittoria spagnola.
Teatro e TV
Dopo il successo in tutta Europa e in America Latina, si dedica al teatro, ricoprendo ruoli, anche da protagonista, cimentandosi con nomi importanti come Shakespeare o Brecht, registrando anche alcuni spettacoli per mandarli in onda in TV.
Durante gli anni 70 si mette alla prova anche come conduttrice in TV, continuando a partecipare a festival musicali, vincendo ulteriori premi, e consolidando la sua fama.
Dopo un iniziale declino dopo la nascita di suo figlio, nel 1977, incide “Corazon de hierro”, che viene quasi ignorato in Spagna, ma che segna la riconquista del mercato dell’America Latina, che la celebrerà dopo un recital a Viña del Mar.
Ha continuato a pubblicare singoli fino al 1990, anche se poi ha inciso altri album di inediti fino al 1996, anno in cui dichiara di volersi ritirare, anche se continuerà ad esibirsi dal vivo e a pubblicare compilation e raccolte dei suoi successi.
Il presunto ritiro
Nel 2006 decide di ritirarsi a vita privata… Però, come spesso accade, gli addii alla musica non sono mai definitivi.
Infatti torna a registrare un brano nel 2007 per una collaborazione con Juan Rivas, nel 2008 con Carlos Mejía Godoy, senza contare le numerose ospitate musicali in speciali televisivi commemorativi.
È stata sempre legata al mondo eurovisivo, manifestando la sua gratitudine per quella vittoria che ha accelerato la sua consacrazione internazionale, tanto da essere tra gli ospiti del 25° anniversario celebrato in Norvegia nel 1981, ma anche nel 2005 per i 50 anni delle manifestazione nata nel 1956, dove venne annunciata da Cliff Richard e si ritrovò a presentare Johnny Logan.
Nel 1997 pubblicò una nuova versione in chiave hip hop di “La, La, La” e nel 2007, chiamata a far parte della giuria della selezione “Mission Eurovision”, si esibì cantando “Busco un hombre”, brano che avrebbe dovuto partecipare alla selezione presentata da un’altra interprete, a distanza di 11 anni rispetto alla sua ultima interpretazione su un palco.
Nel 2012 torna anche a teatro per ricoprire un ruolo nel musical “Follies”, continuando a ricevere onorificenze per la sua carriera.
30 anni di carriera
Nei 30 anni circa di carriera musicale, prima che decidesse di ritirarsi dal mondo della musica, ha pubblicato oltre 50 album e decine di singoli, spaziando tra i generi, passando dalle canzoni di protesta al pop puro, passando attraverso il cantautorato e le interpretazioni delle ballate brechtiane, apparendo in oltre 160 compilation.
Ancora oggi viene spesso invitata nei talk show spagnoli, dopo a volte è sopra le righe, ma in cui si fa notare per la sua smisurata memoria.
Il primo talk a cui partecipò, fu per lei un atto di coraggio.
“La gente quiere saber” fu registrato nel 1972 ma non fu mai mandato in onda, anche se è disponibile negli archivi della RTVE.
In quell’occasione si dichiarò apertamente antifascista, mostrando chiaramente la sua ideologia politica, che la pose al centro di problematiche che esplosero alcuni anni dopo.
Nel luglio 1975 infatti, un gruppo di estrema destra fece irruzione in casa sua, mentre lei era sola con la governante, sequestrandola per alcune ore, riempiendo le mura di casa con diverse svastiche.
Questo evento non la spaventò e durante un suo intervento a Viña del Mar, mentre riceveva la Gaviota de plata, durante il discorso di ringraziamento, dichiarerà: “Grazie Cile, voglio farti sapere che Patricio Manns ti saluta dalle Ande”, ricevendo un fragoroso applauso dal pubblico presente in segno di appoggio e supporto per il suo coraggio.
Infatti Patricio Manns era un noto poeta e compositore, in esilio all’epoca in quanto non gradito al regime poiché membro del Partito Comunista Cileno, dopo il colpo di stato che depose Salvador Allende e che vide salire al potere Augusto Pinochet nel 1973, in quel periodo ancora a capo del Paese.
La vita privata
La sua vita sentimentale l’ha vista poco fortunata.
Si sposa con Luis Recatero, Medico che aveva un passato discografico, con alcuni singoli incisi tra il 1961 e il 1965 e l’ingombrante figura di Frida Boccara come ex ragazza.
Il loro matrimonio però dura solo un annetto, dal 1969 fino alla richiesta di separazione.
Inizia dunque una relazione con Carlos Zayas, giornalista e politico, della frangia socialista, che viene ufficializzata nel 1974 e da cui nascerà Aitor Carlos nel 1977, con cui però non potrà convolare a nozze poiché la legge spagnola non contemplava il divorzio, soppresso come istituto durante il regime franchista.
Questa relazione durò fino al 1981, per poi concludersi senza troppi clamori.
Nel 1985 sposerà Pablo Lizcano, giornalista, ma anche in questo caso la relazione non si rivela duratura, ottenendo il divorzio nel 1988, per poi non ufficializzare più nessuna relazione, nonostante fosse ancora giovane, ma numerosi saranno i flirt, veri o presunti, che le saranno attribuiti.
L’incidente domestico
Nel 2001 è vittima di un incidente domestico, dato che cade dal secondo piano del suo appartamento, ufficialmente mentre cercava di chiudere le persiane, anche se alcune riviste di gossip hanno ipotizzato fosse ubriaca.
Oggi sappiamo che Massiel sta affrontando un momento difficile a causa di una malattia degenerativa agli occhi.
Ma ricordiamo, a distanza di 55 anni, il brano che l’ha consacrata come stella nel firmamento della musica mondiale.
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